Una metropoli di migranti

Dossier IDOS. Sarebbero 5.300.000 gli stranieri in Italia, quasi il 70% extracomunitari

Per le Nazioni Unite, dei 7 milioni e 600 mila della popolazione mondiale contata a fine 2017, oltre uno-su-trenta è migrante, in quanto vive in un paese che non è quello di nascita. In pratica, sarebbe un esercito di 258 milioni di esseri umani, il 3,4% del totale. Nell’ultimo biennio la consistenza è stata rafforzata da 14 milioni di individui e nel 2050, quando il pianeta sarà invaso da 9 miliardi e 800 milioni di persone, i migranti, sempre secondo gli esperti dell’ONU, saranno 469 milioni, 211 milioni in più in più dell’attuale numero. L’aumento sarà condizionato soprattutto dall’Africa dove è prevista sia la più alta natalità che quella del superamento delle rispettive frontiere.
La generale tendenza è utile per paracadutare i dati a livello nazionale, dell’Italia, raccolti, esaminati e resi noti con il Dossier Statistico Immigrazione dal Centro Studi e Ricerche IDOS in collaborazione con quello di Confronti e l’UNAR. Nelle quasi 480 pagine della 28^ pubblicazione del volume è stata fotografata la realtà italiana, che “non è caratterizzata da un’invasione”, come invece, è percepita, ha rilevato il presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS Luca Di Sciullo. Nell’Europa dei 28 gli stranieri all’inizio del 2017 erano 38 milioni e 600 mila, di cui 21 milioni e 600 mila non comunitari, il 7,5% della popolazione complessiva. L’Italia è sul gradino più basso del podio per l’accoglienza, oltre 9 milioni alla fine dello scorso anno, preceduta dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Dopo Francia e Spagna. Dall’anno più rilevante di arrivi, il 2015, è stato verificato un crollo delle richieste di asilo, -43,5% rispetto al 2016. E il trend sembra continuare anche nel 2018. Le stime del Centro Studi e Ricerche fissano in 5 milioni e 333 mila gli stranieri in Italia, -26 mila rispetto al 2016. Quelli non comunitari, secondo il Ministero dell’Interno e l’ISTAT, sarebbero 3 milioni e 700 mila, sostanzialmente sullo stesso pianerottolo dell’ultimo triennio. Sono di almeno duecento nazionalità. La compagine più consistente è quella romena, poco oltre il 23%, un milione e 190 mila; poi l’albanese; quindi la marocchina; la cinese e l’ucraina. Le pentanazionalità rappresentano poco piú della metà della presenza straniera nel nostro Paese. I due/terzi sono rappresentati dalle prime dieci comunità, che comprendono anche quelle delle Filippine; dell’India; del Bangladesh; della Moldavia e dell’Egitto. La stragrande maggioranza ha trovato il punto di riferimento nelle aree del centro-nord. Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna sono le regioni leader per la concentrazione di stranieri.
Cala il numero dei minori non accompagnati, a maggioranza maschile e soprattutto originari dell’Albania, dell’Egitto, della Guinea, della Costa d’Avorio e dell’Eritrea. In ambito femminile, invece, la leadership appartiene alla Nigeria. Molte le minori vittime di sfruttamento a luci rosse. 354 mila sarebbero i richiedenti asilo o di protezione internazionale o umanitaria.
In discesa sono anche i nati da genitori stranieri: dagli 82 mila del 2012 ai quasi 68 mila del 2017, che ormai non riescono quasi a pareggiare il calo demografico delle coppie italiane. Complessivamente sono diventati italiani un milione e 500 mila cittadini, di cui 147 mila nel 2017, -27,3% rispetto all’anno precedente. Appare in crescita il livello delle persone che lasciano la penisola per cercare maggiori opportunità in altri paesi, come gli italiani.
Maggiore presenza femminile, più comunitaria, impegnata in lavori soprattutto domestici e di assistenza e servizi alla persona. Gli uomini sono coinvolti, in particolare nel settore edile, agricolo e della ristorazione. Alta anche la percentuale di venditori ambulanti. Alcuni hanno trovato l’occupazione aprendo una propria attività e il dato è numericamente in ascesa. Senza lavoro, comunque, sarebbero un/settimo del totale, di più rispetto ai disoccupati italiani. E non sono pochi quelli che ricevono una busta-paga dal peso retributivo mediamente inferiore rispetto a un dipendente italiano. Problemi di inserimento anche nell’accesso al mercato della casa, nel trovare alloggi disponibili, a leggere il resoconto di IDOS. Quasi un milione gli stranieri iscritti a un sindacato confederale di categoria di CGIL, CISL e UIL, oltre 45 mila in più rispetto al 2016. Maggiori adesioni nei comparti produttivi delle costruzioni e dell’agricoltura.
Di Sciullo, fra l’altro, ha ricordato che “gli occupati sono oltre 2 milioni e 400 mila, in grado di produrre un/decimo del PIL italiano e contribuire alla previdenza
di quasi 650 mila degli attuali pensionati con il versamento mensile all’INPS”.
Il Dossier ha analizzato anche l’appartenenza religiosa degli immigrati. Il 52,6% sono cristiani, a maggioranza ortodossa e il 32,7% sono musulmani. Le altre fedi hanno percentuali ridotte.
Nel 2016 le denunce contro gli stranieri sono state 261.269. I reclusi al marzo del 2018 sono 19.811. I minori stranieri non accompagnati ufficialmente irreparabili, per i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sarebbero 4.677.

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