“Il Lazio potrebbe essere il primo laboratorio al mondo per le tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali”. Pensieri e parole del presidente dell’amministrazione regionale Nicola Zingaretti, che ha sottolineato un’indiscutibile leadership planetaria per concentrazione di “luoghi e beni storico-architettonici-archeologici-ambientali e di centri di studi e di ricerca”. Il vasto e pregiato patrimonio ha trovato dopo oltre cinque anni dall’iniziale proponimento una ‘casa’ comune, finalmente presentata ed illustrata all’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Al Centro di Eccellenza del Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali del Lazio sono attualmente partecipi cinque atenei, di Cassino, di RomaTre, di Tor Vergata, della Tuscia, oltre al’La Sapienza’; gli enti scientifici e di ricerca, CNR, ENEA e INFIN e alcune associazioni in rappresentanza delle micro, piccole, medie e grandi imprese, degli artigiani, CNA, Federlazio, Lega Coop e Unindustria. L’Italia è al primo posto per numero di siti riconosciuti e inseriti nella lista del Patrimonio dell’UNESCO e il Lazio vanta 259, fra musei e gallerie d’arte; 29 monumenti; 28 aree e parchi archeologi; 13 università; 6 istituti centrali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e, fino al prossimo 31 dicembre del 2018, anche del Turismo e un poker di strutture d’élite di ricerca. A questo vanno sommate quasi 40 mila imprese impegnate nel settore con almeno 200 mila occupati, il 14% del complessivo nazionale, con una produzione arrivata, in soldoni, a 14 miliardi e 700 milioni di euro, il 16% del totale della penisola. ‘iniziativa prevede un’intesa programmazione di alta formazione per i giovani, che potrà essere utilizzata anche dalle attività imprenditoriali nelle rispettive produzioni, fra cui una decina di master, compresi quelli a livello internazionale; numerosi corsi di approfondimento e di teledidattica e l’allestimento specialistico di 140 laboratori in una dozzina di reti telematiche. Rilievi positivi all’avvio dell’innovativa esperienza da parte dei rappresentanti di ogni struttura attiva nel Centro di Eccellenza: i rettori del’La Sapienza’ Eugenio Gaudio, che ha inaugurato la serie degli interventi, dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale Giovanni Betta, di RomaTre Luca Pietromarchi, di Tor Vergata Giuseppe Novelli e della Tuscia Alessandro Ruggieri; il presidente dell’INFIN Fernando Ferroni e i delegati dei vertici del CNR Gilberto Corbellini e dell’ENEA Roberta Fantoni. Per il mondo delle imprese sono intervenuti l’Unindustria, Roberto Calari di CulTurMedia di Lega Coop, Silvio Rossignoli di Federlazio e Michelangelo Melchionno della CNA, che è stata una delle prime partner nel protocollo d’intesa risalente al 2015. Maria Sabrina Sarto, chiamata a coordinare il Centro di Eccellenza DTC del Lazio, ha anche indicato i progetti di ricerca, che hanno avuto il via-libera. Investiti dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, quasi 42 milioni di euro. Il primo obiettivo è proprio il Centro di Eccellenza. 6 milioni di euro, 800 ricercatori e 400 assegnisti. I progetti riguardano l”Analisi delle Competenze’, compreso l’Osservatorio sulle risorse territoriali del Distretto Tecnologico dei Beni e delle Attività Culturali del Lazio, coordinate da Maurizio Pancia del CNR; le ‘Tecnologie per il miglioramento della SISMI, la Sicurezza e la rIcostruzione dei centri Storici in area susMIca, gestita dalla professoressa Lucina Caravaggi del Dipartimento Architettura e Progetto di Rm/1 e ‘Adamo’, tecnologie di Analisi Diagnostica e Monitoraggio per la conservazione e il restauro di beni culturali organizzato da Roberto Fantoni dell’ENEA.
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