I primi quarant’anni

Farmindustria operativa dallo stesso periodo del Servizio Sanitario Nazionale. Italia leader nella produzione. Superata la Germania

Bel regalo per il quarantesimo compleanno. Farmindustria festeggia la leadership europea nella produzione con tanto di trono, scettro e corona. Inseguimento alla Germania completato con relativo sorpasso, 31 miliardi e 200 milioni di euro dovuti soprattutto all’export, che, al momento, ‘pesa’ quasi 25 miliardi di euro. I tedeschi sono a quota 30 miliardi di euro, poi, ancora più indietro, Gran Bretagna, Francia e Spagna. L’annuncio ufficiale è arrivato all’annuale assemblea della categoria con la voce e la partecipazione del presidente Massimo Scaccabarozzi, che ha ripercorso a grandi, ma significativi passi, i momenti importanti e vitali dell’industria del farmaco dal 1978 ad oggi, a domani. ‘I miei primi quarant’anni’, rievocando una nota pellicola diretta da Carlo Vanzina, scomparso proprio alcuni giorni fa.
Incontro al futuro. 40 anni delle imprese del farmaco in Italia tra ricerca, terapia e cura delle persone’ era il filo conduttore da quel momento in cui, nel 1978, è stata scelta una via rivoluzionaria con il Servizio Sanitario Nazionale, praticamente il diritto a tutti di essere assistiti e gratuitamente. In quell’anno, ha rilevato Scaccabarozzi, l’Italia contava “56 milioni di abitanti e una bambina poteva sperare di compiere 77 anni e un maschietto 70. Oggi siamo 4 milioni e 500 mila in più” e l’aspettativa di vita tocca rispettivamente “gli 85 e gli 81 anni”. Il nostro Paese è ai primi posti nelle classifiche internazionali per longevità. E il guadagno di una decina di anni di vita è dovuto all’attenzione mostrata nella prevenzione, nella scelta alimentare e nei progressi medici. Velocità, accelerazione, un vortice, nel quale i giovanissimi del 2018 faranno un lavoro che forse oggi neanche è stato esiste. La ricerca avanza, sconfigge le preoccupazioni e i malesseri di ieri e guarda, con la tecnologia, al domani e al dopodomani. Evitare, quindi, il ritorno a malanni sconfitti, superati, scomparsi, ma che potrebbero pericolosamente riemergere. Il riferimento alle vaccinazioni è piuttosto evidente e l’obbligatorietà decisa dall’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, presente all’appuntamento romano e un po’ corretta e scolorita dall’attuale Governo, invece assente nei massimi riferimenti dicasteriali. Scaccabarozzi, comunque, ha circoscritto l’intervento rilevando che le imprese “mettono a disposizione l’occorrente, poi gli indirizzi spettano ad altri”, ma non sul sottosegretario Maurizio Fugatti, che, invece, apre spiragli sul cosiddetto pay back, “gli importi restituiti dalle aziende a vario titolo allo Stato. Negli ultimi cinque anni 7 miliardi di euro, oltre al miliardo e 300 milioni di euro di risorse stanziate e non spese”. Confermata la complessità dei meccanismi che regolano la gestione della spesa farmaceutica pubblica in Italia, fra i più arzigogolati del pianeta Terra. Sulle incertezze delle vaccinazioni, comunque, è entrato deciso Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, sostenuto nell’incontro, coordinato dall’inviato della RAI Franco Di Mare, dal giornalista Paolo Mieli.
A sentire l’ISTAT la mortalità in Italia sarebbe diminuita del 23%. E questo con i farmaci in circolazione fino ad oggi, ma le aggiornate terapie e l’immissione di almeno 15 mila nuovi medicinali per le patologie anche molto gravi porterà a un vero e proprio “tsunami” per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti, a cui deve essere sempre rivolto lo sguardo e l’interesse. La colorita e appropriata definizione, ha ricordato il Presidente di Farmindustria, era stata coniata dall’ex responsabile del dicastero alla Salute Beatrice Lorenzin. I miglioramenti, dovuti alla ricerca e alle fasi sperimentali, portano a un abbassamento delle spese per l’assistenza. I conti sono presto fatti e detti: un euro per la vaccinazione porta a un risparmio di 44 euro di cure future; un giorno di ospedale costa 1.000 euro, quasi un quadriennio di spesa farmaceutica e per gli affetti da epatite C il Servizio Sanitario Nazionale sborsava oltre un miliardo di euro, ma, oggi non più per l’azione risolutiva dei medicinali. Il trend riguarda anche la spesa oncologica diminuita del 15%.
Quanta strada dal 1978, da un altro mondo. Da una televisione non sempre a colori ai telefoni a gettoni fino ai termini sconosciuti e impensabili diventati di uso comune e ultraquotidiano. L’industria del farmaco aumenta lo spazio del Made in Italy rappresentato praticamente sull’intera penisola sostenuto anche dalla collaborazione con le università e gli ospedali. Dal settentrione, con la massima concentrazione in Lombardia, al centro-sud. Nel Lazio; a L’Aquila, dove è stata superata la crisi post-terremoto e in Puglia, a Bari e a Brindisi, leader nella produzione e nell’export, raddoppiato nell’ultimo decennio. Non possono essere solo i mercati oltre confine a reggere i bilanci, necessaria la crescita interna, in tutti i settori, economici, commerciali, industriali e artigianali.
Nel 2017 il settore ha investito complessivamente quasi 3 miliardi di euro, fra ricerca e impianti. Due i poli farmaceutici in cima alla particolare classifica dei tecnologici, quelli della Lombardia e del Lazio. Un settore, che nonostante le difficoltà degli ultimi anni, ha continuato ad allargare il numero dei nuovi occupati, 6 mila dal 2014 al 2017, il 90% diplomati o laureati; soprattutto giovani, gli under 35 sono aumentati del 10% con contratti a tempo indeterminato e a larga partecipazione femminile, ormai arrivata al 42%”del totale. La collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha portato a un rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e l’intesa con la organizzazioni sindacali ha avviato la costituzione del Fondo Tris per sostenere e sollecitare il ricambio generazionale. Iniziativa approvata anche da Claudio Durigon, il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali presente all’assemblea di Farmindustria, che rappresenta 180 imprese del settore. L’industria del farmaco, a sentire Scaccabarozzi, sono interessate e sensibili all’aspetto ambientale. Nell’ultimo decennio i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti sono diminuiti del 65%.
Limitata la contraffazione attraverso le vie ufficiali per il controllo delle forze dell’ordine e dell’attenzione degli operatori del settore, anche per il varo e il rispetto di un Codice Etico. E l’Italia, comunque, sui prezzi dei farmaci resta al di sotto della media europea di almeno il 15%.

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