L’acqua utile

Assemblea annuale dell’ANBI, l’Associazione dei consorzi, con al centro, fra l’altro, la gestione del prezioso liquido

Acqua utile e non consumata, tantomeno dispersa, per il settore agricolo; le risorse per le infrastrutture, ma, soprattutto, una maggiore velocità burocratica e una Europa più equa, che avvicini i paesi. Le tre grandi grandi stampelle su cui è stato poggiato l’intervento del presidente Francesco Vincenzi all’annuale assemblea dell’ANBI, l’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue. L’Italia è tra i paesi europei che maggiormente ricorrono all’irrigazione, quasi 2 milioni e 400 mila ettari, seconda solo alla Spagna e ai piedi del podio per l’incidenza sulla SAV, la Superficie Agricola Utile, il 9%, ma oltre la metà avviene ed è gestita in maniera collettiva ad opera dei consorzi di bonifica o di miglioramento fondiario. L’irrigazione, secondo uno studio dell’Università di Trieste, condiziona il Valore Agricolo Medio con una differenza anche di 13.500 euro per ettaro, maggiormente al meridione a causa delle condizioni climatiche. Evidenti i benefici anche per le coltivazioni, mediamente del 27% con punte dell’82% nell’orto; del 48% nei prati e del 35% nei frutteti. L’irrigazione, per l’analisi dell’ateneo friulano, favorisce anche la stabilità economica dell’impresa agricola e le colture, importanti nel contesto della PAC, la Politica Agricola Comune. Vincenzi ha ricordato come sia essenziale l’approvvigionamento con le acque reflue urbane depurate per facilitare risparmio ed efficienza. Il riutilizzo dovrebbe essere un obiettivo generale per ammortizzare la scarsità di acqua in tutti i paesi dell’Unione Europea. Lo scorso anno, ma ufficialmente dal 20 marzo del 2018, è stata istituita l’Irrigants d’Europe, associazione internazionale, di cui fanno parte quattro grandi paesi affacciati sul Mediterraneo: Francia; Italia con ANBI; Spagna rappresentata da Fenacore e Portogallo con Fenareg. In attesa Cipro, Grecia e Malta. Irrigants d’Europe, guidata dallo spagnolo José Nuncio e con sede a Bruxelles, copre quasi il 75% delle aree irrigate del Vecchio Continente. All’incontro ha partecipato anche Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, che ha ricordato come la collaborazione fra consorzi e agricoltura nella gestione dell’acqua sia estremamente efficace e produttiva in un paese dove l’87% dei comuni rischia dissesti idrogeologici. “Lo scorso anno fra siccità e ‘bombe d’acqua’ il settore è stato danneggiato per oltre 2 miliardi di euro”.
L’Italia, fra l’altro, è un paese con un alto livello di piovosità, 302 miliardi di metri/cubi, ma riesce a trattenere neanche l’11% della risorsa naturale, che, invece, con opportune strutture potrebbe essere raccolta e riutilizzata nel settore agricolo. Dovrebbero essere realizzati 2 mila piccoli invasi. I fondi sarebbero stati già stanziati. Le difficoltà arrivano anche dalle lentezze burocratiche, quasi il 60% del tempo per completare la realizzazione. L’ANBI ha proposto con l’Associazione dei Costruttori Edili, l’ANCE; del mondo della Ricerca, CREA e delle organizzazioni sindacali, un Patto per le Infrastrutture Utili “da presentare al Governo nell’interesse dell’economia e dell’Italia”. Il sistema dei consorzi è riuscito ad ottenere finanziamenti per quasi un miliardo e 300 milioni di euro per la realizzazione di una serie di progetti ed evitare gli interventi di emergenza invece di una politica di prevenzione anche per fronteggiare i cambiamenti climatici.
Il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio, oltre a sostenere la validità dei voucher nell’agricoltura e nelle altre occupazioni stagionali, ha ribadito l’attrattiva turistica delle vie d’acqua, fra canali, torrenti, fiumi e laghi. Quasi 200 mila chilometri di specchi d’acqua.
Nel corso della due-giorni, chiusa dal direttore dell’Ass
ociazione Massimo Gargano dopo gli interventi dei rappresentanti politici, istituzionali e tecnici, è stato anche rivolto l’interesse sulle discariche abusive. Nel nostro Paese quelle ufficiali sarebbero 188. Leadership alla Campania, 48; poi, Calabria, 43; Abruzzo e Lazio. Le uniche regioni linde e immacolate sarebbero il Trentino-Alto Adige e la Valle d’Aosta. L’Unione Europea ha già multato l’Italia per oltre 40 milioni di euro a causa dei danni causati da 102 discariche abusive. A questa somma vanno aggiunte le sanzioni semestrali per il ritardo delle soluzioni.

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