Commercio Capitale

Big&Small. X Rapporto sulle attività. Attesa per il Testo Unico. Problemi per abusivismo e minimarket

‘Roma Capitale. La via del commercio, la città d’Europa’, è stato il filo conduttore dell’annuale incontro promosso, nel programma Big&Small, da Methos Opportunity Network, al quale hanno partecipato amministratori pubblici, rappresentanti in particolare del sistema produttivo e degli artigiani, imprenditori e operatori del settore.
L’appuntamento è stato aperto da un messaggio del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, bloccato a Bruxelles da “impegni istituzionali”.
A Roma, in tutto il territorio, le attività commerciali alla fine del 2016, secondo i dati in possesso dell’amministrazione comunale del Campidoglio, sarebbero 137.752. Larga maggioranza per quelle con il riferimento fisso, quasi 72 mila e 500; poi gli artigiani e i pubblici esercizi. Poco più di 8 mila fra acconciatori ed estetisti; al di sotto dei 5 mila gli ex articolo 19, che sarebbero, fra gli altri, il mix di autonoleggi, anche con conducente, autorimesse, sale giochi e vendita di cose artistiche. Quasi duemila le edicole.
Questa la geografia utile per una popolazione di 2 milioni e 877 mila residenti; 390 mila 580 fluttuante e 125 mila 590 turistica, per un totale di presenze quotidiane di 3 milioni 399 mila 170. La stima dei consumi oscilla sui 14 milioni e 300 mila e
uro fra food, no food e HoReCa, Hotel, Restaurant e Café. nell’occasione più di Catering.
 55 mila 114 negozi di vicinato per una superficie commerciale di un milione 653 mila 420 metri/quadrati, poco al di sotto di quella registrata dalle 1.462 medie e grandi strutture di vendita, un milione 965 mila 13 metri/quadrati. Riepilogando le licenze: Roma vanta, fra l’altro, 79 grandi strutture, 29.791 laboratori artigiani, 12.280 pubblici esercizi di somministrazione, 352 minimarket, 499 attività di frutta e verdura. La maggiore concentrazione è segnalata nel quadrante nord-orientale della città (dal III al VI Municipio), uno dei cinque oltre il centro storico (I e II Municipio), al sud-est (dal VII al IX Municipio), al sud-ovest (dal X al XII Municipio) e al nord-occidentale (dal XIII al XV Municipio). Le macroaree passate al setaccio ospitano anche 136 mercati rionali, che rappresentano ancora il 10% della distribuzione alimentare, segnalati soprattutto nelle zone del centro cittadino.
Il commercio rappresenta praticamente il 30% del Prodotto Interno Lordo della capitale ed è per questo motivo che Mauro Loy, pronto a illustrare lo studio dei dati raccolti, ha chiesto, fra l’altro, “il completamento dell’iter per il varo del Testo Unico del Commercio da parte del Consiglio Regionale del Lazio” e provvedimenti seri e decisi “sull’abusivismo” e anche sui cosiddetti “minimarket” aperti sia nel centro della città che nelle popolose e popolate periferie. “Il Rapporto”, ha ricordato Loy, “ha fotografato l’attività del food e del non alimentare, con situazioni anche originali, come la scoperta di bed&breakfast dove gli alloggi erano offerti sul balcone all’interno di una tenda canadese”. Un improvvisato campeggio ‘artistico’ Made in Roma.
Un marchio seriamente richiesto e rivendicato da Mauro Mannocchi, presidente della Confartigianato, per qualificare le produzioni tipicamente locali a garanzia anche dei consumatori. Alla Regione dovrebbe essere arrivata alla fase finale la richiesta della nomina di ‘Artigiani del Cibo’ per chi è in grado di realizzare prodotti unici e specifici utili anche allo sviluppo, alla crescita e alla valorizzazione. Mannocchi ha annunciato di aver chiesto al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini la disponibilità di 35 locali sul lungotevere, nei pressi di Porta Portese, per allestire la Cittadella dell’Artigianato.
Il presidente della Camera di Commercio Lorenzo Tagliavanti ha ricordato come proprio nel periodo di crisi il numero delle imprese è aumentato, quasi 60 mila e molte nel settore della ristorazione. Quasi tutti i grandi paesi ormai puntano sul richiamo delle più importanti città e anche l’Italia dovrebbe essere trascina
ta, ad esempio, da Milano e da Roma.
“Estirpare la fiera dell’abusivismo commerciale, soprattutto quello davanti ai negozi” e regolamentare e controllare gli affittacamere moltiplicati con gli appuntamenti del Giubileo e non tutti rispettosi dell’attuale normativa. I molti abusi sono solo alcuni degli obiettivi dell’assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale Adriano Meloni. “196 le aree dell’abusivismo” individuate, come i numerosi minimarket gestiti da extracomunitari, in particolare originari del Bangladesh.
Attività e operatori commerciali, che devono seguire le evoluzioni del settore, condizionato anche dall’influenza tecnologica. Sono ormai molte le categorie merceologiche che hanno trovato prima un altro temibile concorrente e poi un valido alleato. La visione, la scelta e l’acquisto avviene attraverso la rete e gli operatori commerciali devono assolutamente aggiornare i sistemi e le abitudini per non essere inevitabilmente tagliati fuori dal mercato. Non c’è più la pratica assoluta di frequentare fisicamente l’esercizio commerciale, il negozio e le vendite avvengono on-line. Alcuni, addirittura, completano il servizio con la consegna diretta a domicilio, ammortizzando anche le spese.

Big&Small ha festeggiato il decimo appuntamento della serie iniziata nel 2008 con ‘Oltre l’ipermercato, le nuove opportunità di sviluppo’. Poi, via-via, Commercio e innovazione: le nuove sfide per la città di domani’; ‘Le forme del commercio e della filiera agroalimentare’; ‘Le forme del commercio e del marketing di filiera’; ‘Restart the System. Ripensiamo lo sviluppo’; ‘Dedicato al futuro’; ‘Internazionalizzazione. Istruzione per l’uso’; ‘Walking in progress. Impresa oggi, protagonisti domani’ e, nel 2016, ‘Ritorno al Mercato. Linguaggi, regole, innovazione’.

 

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