Doppia esposizione con le opere dell’artista norvegese, al Palazzo Reale di Milano dal prossimo settembre e a Roma da febbraio a giugno del 2025. Cento i dipinti per lo più del Museo di Oslo
Prima a Milano, dal 14 settembre al 26 gennaio, al Palazzo Reale e, poi, a Roma, dal 18 febbraio al 2 giugno del 2025, a Palazzo Bonaparte della centralissima piazza Venezia. L’importante esposizione riguarda uno dei più rilevanti protagonisti della pittura, il norvegese Edvard Munch. Cento i dipinti, realizzati e firmati fra il 1892 e il 1942, fra cui una delle versioni litografiche custodite a Oslo del ben noto ‘L’urlo’ del 1895, saranno in bellamostra nella coppia di iniziative promosse nel capoluogo lombardo dal Comune di Milano in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia in Italia e con il sostegno di Palazzo Reale, di Arthemisia e del Museo Munch della capitale del paese scandinavo e nella capitale anche da Valore Cultura.
‘Munch. Il grido interiore’ è il riferimento dell’esposizione. Erano quarant’anni che Milano non ospitava la produzione del controverso artista norvegese. Munch, nato il 12 dicembre del 1863 a Adalsbruk e scomparso a Oslo il 23 gennaio del 1944 all’età di 80 anni, è stato identificato e inserito in diversi generi stilistici, dall’iniziale espressionismo al postimpressionismo delle contaminazioni parigine fino al simbolismo e all’arte moderna. Le realizzazioni, però, sono state soprattutto condizionate dalle drammatiche vicende personali, come la perdita della madre Laura Catherine Bjolstad e di una sorella colpite dalla tubercolosi e poi anche dell’atro genitore, Christian Munch.
Queste tragiche situazioni familiari unite a quella intima e tormentata con Tulla Larsen, hanno certamente condizionato l’arte di Munch espressa , tra l’altro, “con volti senza sguardo, paesaggi stralunati e l’intensità del colore”. Testimonianza di un continuo malessere interiore, esistenziale, che, via-via, è diventato un messaggio universale. Nell’ampia carrellata espositiva sono presenti anche ‘La morte di Marat’, ‘Notte stellata’, ‘Le ragazze sul pinte’, ‘Danza sulla spiaggia’ e ”Malinconia”.
L’iniziativa, curata dalla storica dell’arte Patricia Gray Berman, è stata alimentata soprattutto dal Museo Munch di Oslo diretto da Tone Hansen. Il Museo vanta una collezione di almeno 1.200 opere originali di Munch. Un sostegno è arrivato anche dal direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia Costantino D’Orazio. A Parigi una mostra su Munch è stata visitata da 730 mila persone.
“Non dipingo ciò che vedo, ma quel che ho visto”, è una delle frasi anche chiarificatrici per quel tipo di produzione artistica di Munch. La mostra milanese, comunque, non ricalcherà quella organizzata nella capitale francese, come sarà leggermente diversa, almeno nella dispozione, nella tappa di Roma. La quotidianità di Edvard Munch è stata costellata da crisi d’ansia, da probabili attacchi di panico, da turbamenti e oscillazioni anche psicologiche, dall’alcolismo e dal ricovero in alcune case di cura fra il.1908 e il 1909.
“Grandi dolori e profonde inquietudini trasferite nei dipinti per identificare e rappresentare il tormento dell’animo umano, sfiorando i limiti della follia”, hanno rilevato gli organizzatori della doppia proposta lombardo-laziale.
“Nella mia casa d’infanzia abitavano malattia e morte. Non ho mai superato l’infelicità di allora”, ha affermato Edvard Munch.
La proposta nella città milanese sarà arricchita da alcune iniziative che coinvolgeranno le realtà culturali della zona in modo da approfondire la figura dell’artista norvegese ed esplorare i diversi linguaggi, dal cinema all’architettura, dalla musica alla letteratura.
Soddisfatto della doppia iniziativa a Milano e a Roma, naturalmente, l’ambasciatore di Norvegia in Italia Johan Vibe e per l’allestimento nella città lombarda l’assessore comunale alla Cultura Tommaso Sacchi.
La mostra, ‘Munch. Il grido interiore’, può essere ammirata a Milano, al Palazzo Reale di piazza Duomo, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Il giovedì chiusura posticipata alle 22 e 30.