
Un centinaio di opere di Edvard Munch sono esposti a Palazzo Bonaparte di Roma, dopo il grande successo ottenuto a Milano, per lo più in arrivo dal Museo di Oslo. La mostra, ‘Il grido interiore’, potrà essere visitata fino al prossimo 2 giugno
Cento opere di Edvard Munch abbelliscono dall’11 febbraio al 2 giugno gli spazi di Palazzo Bonaparte con affaccio sulla centralissima piazza Venezia. Una delle esposizioni più attese di questo 2025 racchiude le creazioni dell’artista norvegese nella capitale a distanza di alcuni decenni e, soprattutto, dopo aver attirato l’attenzione e l’afflusso di esperti, appassionati e anche di semplici curiosi al Palazzo Reale di Milano, dove ha registrato un alto livello di partecipazione.
‘Munch. Il grido interiore’ è il riferimento dell’iniziativa che riguarda uno dei più rilevanti protagonisti della pittura. Le opere della produzione del controverso artista norvegese, nato il 12 dicembre del 1863 a Adalsbruk e scomparso a Oslo il 23 gennaio del 1944 all’età di ottant’anni, sono state realizzate fra il 1877 e il 1942. La rassegna, curata dalla storica dell’arte Patricia Gray Berman con la collaborazione di Costantino D’Orazio, è stata alimentata soprattutto dal Museo ‘Edvard Munch’ di Oslo diretto e gestito da Tone Hansen, che vanta una collezione di almeno 1.200 opere originali dell’artista norvegese. L’esposizione è promossa da Arthemisia con il sostegno della Reale Ambasciata di Norvegia, del Ministero della Cultura italiano, della Regione Lazio, dei comuni di Roma e di Milano attraverso i competenti assessorati, del Dicastero per l’Evangelizzazione del Giubileo 2025, della Fondazione Terzo Pilastro Internazionale e di Poema.
Sette le sezioni che contrassegnano il percorso espositivo: ‘Allenare l’occhio’; ‘Quando i corpi si incontrano e si separano’; ‘Fantasmi’; ‘Munch in Italia’; ‘L’universo invisibile’; ‘Di fronte allo specchio (Autoritratto)’ e ‘L’eredità di Munch’. Negli spazi di Palazzo Bonaparte è possibile ammirare le più note realizzazioni della produzione dell’artista del’L’Urlo’, fra cui ‘Malinconica’, ‘Danza sulla spiaggia’, ‘La morte di Marat’, ‘Notte stellata’ e ‘Le ragazze sul ponte’.
“Non dipingo la natura o meglio mi servo alla sua ricca tavola e non dipingo ciò che vedo, ma ciò che ho visto”, ha scritto nel 1928 Edvard Munch, identificato e inserito in diversi generi stilistici, dall’iniziale espressionismo al postespressionismo, dalle contaminazioni parigine fino al simbolismo e all’arte moderna. Molte realizzazioni, però, sono state condizionate dalle drammatiche vicende personali, come la perdita della madre, Laura Catherine Bjolstad e di una sorella, colpite dalla tubercolosi e, poi, anche dell’altro genitore, Christian Munch.
Queste tragiche situazioni familiari, unite a quella intima e tormentata con Tulla Larsen, hanno certamente influito sull’arte di Munch rappresentata anche “senza sguardo, da paesaggi stralunati e con l’intensità del colore”. Testimonianza di un continuo malessere interiore, esistenziale, che, via-via, è diventato un messaggio universale.
Edvard Munch ha attraversato anche la nostra penisola toccando, fra l’altro, Milano, Firenze e Roma.
La mostra della capitale non ricalca quella del capoluogo lombardo e l’esposizione di Parigi visitata da oltre 730 mila persone. La quotidianità di Edvard Munch è stata costellata da crisi d’ansia, da probabili attacchi di panico, da turbamenti e oscillazioni anche psicologiche, dall’alcolismo e dal ricovero in alcune case di cura fra il 1908 e il 1909. “Grandi dolori e profonde inquietudini sono trasferite nei dipinti per identificare e rappresentare il tormento dell’animo umano sfiorando i limiti della follia”, avevano rilevato gli organizzatori della doppia proposta lombardo-laziale. “Nella mia casa d’infanzia abitano malattie e morte. Non ho mai superato l’infelicità di allora”, ha affermato Edvard Munch.
La proposta promossa a Roma sarà arricchita da alcune iniziative, oltre che dal previsto catalogo anche da una rassegna cinematografica alla sala ‘Massimo Troisi’, Norwegian film. Omaggio a Edvard Munch e al cinema norvegese contemporaneo’ e dalle visite guidate per ogni età curate da Eleonora Luongo.
Porte aperte a Palazzo Bonaparte dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 19 e 30. Nel week-end allungato la chiusura è posticipata alle ore 21.
(a causa delle limitazioni relative ai diritti d’autore imposte dagli organizzatori della mostra, non possiamo pubblicare le immagini delle opere di Edvard Munch)