I palcoscenici d’un tempo

‘Teatro. Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma’ è l’originale esposizione allestita al Museo dell’Ara Pacis’ con numerose testimonianze, fra reperti, ricostruzioni video e strumenti musicali

“Mediterraneo mare di teatro”, ha affermato Orietta Rossini, che ha aggiunto i rilievi di un censimento sempre aperto per essere adeguatamente e opportunamente aggiornato, da cui è emersa una consistenza valutabile “oltre il migliaio di strutture, alcune imponenti e maestose”, quasi tutte sarebbero risalenti a periodi lontanissimi e in grado di ospitare decine di migliaia di spettatori. “Quello di Pompeo, del periodo 61-55 avanti Cristo, era da almeno 18.000 posti”, circondato da portici e giardini. Poco rimane “se non nella topografia di Roma, nell’area di Campo Marzio”. Gli altri dalle notevoli caratteristiche “sono riferiti a Cornelio Balbo, del 13 avanti Cristo, perso come quello di Gneo Pompeo Magno e di Marcello, quasi contemporaneo e intitolato da Augusto alla memoria dell’amato nipote”.
Un palcoscenico, il semicerchio per accogliere gli appassionati, gli interpreti con le maschere di terracotta, i costumi, la musica di accompagnamento e suonata con strumenti artigianali erano gli ‘ingredienti’ essenziali degli spettacoli proposti nel periodo greco-romano, che vengono esaltati nell’originale e curiosa esposizione allestita al Museo dell”Ara Pacis’, a Roma. La mostra ‘Teatro. Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma’ ospita quasi 250 testimonianze per conoscere l’attività creativa e come e dove erano organizzate le rappresentazioni. Una conferma della passione dell’epoca e della partecipazione sugli spalti della curva in veri e propri monumenti, che nel tempo sono diventati storici e anche archeologici.
Venticinque le strutture che hanno contribuito ad arricchire e abbellire l’iniziativa curata da Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo, promossa da Roma Capitale attraverso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zétema, sostenuta dal quotidiano La Repubblica, della Rai, sia RaiTre che Rai Pubblica Utilità e in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma-Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università ‘La Sapienza’ e con l’INDA, l’Istituto Nazionale Dramma Antico. La rassegna espositiva è stata illustrata nella stessa ‘Ara Pacis’ anche dall’assessore comunale alla Cultura Miguel Gotor e dalla responsabile della Direzione dei Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina Ilaria Miarelli Mariani. L’allestimento ha avuto la collaborazione dello scenografo Giovanni Carluccio. Il voluminoso catalogo, curato da Salvatore Monda e dalle stesse Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo, è stato stampato da L’Erma di Bretschneider.
I vasi con le eloquenti raffigurazioni; le maschere in terracotta; le miniature mai esposte e arrivate dalle zone etrusche di Tarquinia; i reperti della commedia greca provenienti dall’isola di Lipari; le rarissime dediche in onore di Dionisio, il dio del teatro; le statuine di attori, danzatori e giocolieri dello spettacolo magnogreco; i rari, originali e delicati strumenti musicali e gli affreschi di un ‘camerino’ dell’allora teatro di Nemi sono lo straordinario campionario offerto ai visitatori. In bellamostra anche una dozzina di gemme di epoca romana.
Sette le sezioni per seguire cronologicamente l’evoluzione del settore artistico e riguardano la ‘Genesi’; le ‘Radici italiche e magnogreche’; ‘La commedia a Roma’; ‘La tragedia a Roma’; ‘I protagonisti e la musica’; ‘L’architettura’ con la ricostituzione e la sovrapposizione sull’attuale urbanistica della struttura di Pompeo sfruttando le tecnologie e i droni e ‘Attualità del classico’.
Alla proposta del Museo dell”Ara Pacis’ sono disponibili percorsi e installazioni multisensoriali anche con il contributo della Cooperativa Segni d’Integrazione Lazio. Audiodescrizioni, video LIS, disegni a rilievo e riproduzioni tattili delle opere e degli strumenti musicali per facilitare la partecipazione di tutti. ‘Teatro. Autori, attori e pubblico nell’Antica Roma’ può essere visitata negli spazi di via di Ripetta fino al prossimo 3 novembre, tutti i giorni, dalle 9 e 30 alle 19 e 30.

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