È stata ricomposta la bellezza della Cappella nella Sala dei Marmi di Palazzo Barberini, a Roma, con tanto di affreschi, seguendo la sequenza originaria. Era stata smantellata nel XIX secolo e nel 1830 gli affreschi erano stati staccati, trasferiti su tela e portati nella Chiesa di Santa Maria in Monferrato degli Spagnoli. Poco dopo sono stati spediti in Spagna e divisi fra il Museo del Prado di Madrid e l’Accademia Reale Catalana di Belle Arti di San Jordi di Barcellona. La riproposizione è stata curata da Andres Ubeda de Los Cobos, vicedirettore del Museo del Prado e organizzata in collaborazione con il Museu Nacional d’Art de Catalunya. ‘Annibale Carracci. Gli affreschi della Cappella Herrera’ ospita sedici affreschi, la pala d’altare dell’artista bolognese proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Monserrato degli Spagnoli, alcuni disegni e un video che ripercorre le varie fasi, per certi aspetti tribolate, delle opere. Era stato il banchiere Juan Enriquez de Herrera nel 1602 a commissionare a Annibale Carracci l’abbellimento e l’arricchimento artistico della Cappella funeraria della famiglia dedicata al santo francescano Diego di Alcaià, a cui era attribuita l’inattesa e insperata guarigione del figlio Diego. Il frate andaluso era vissuto nel XV secolo ed era stato canonizzato nel 1588. E, nonostante le misere testimonianze, Carracci è stato in grado di ideare una raccolta di affreschi. La realizzazione poi è stata interrotta per una grave malattia. Era il 1605 e il percorso è stato completato dall’altro bolognese Francesco Albani e da alcuni collaboratori, fra cui Sisto Badalocchio, Giovanni Lanfranco e Domenichino, in realtà Domenico Zampieri, per lo più frequentatori della bottega di Carracci, nato nella città emiliana il 3 novembre del 1560 e scomparso a Roma il 15 luglio del 1609. “Questa mostra è il risultato di una collaborazione fra tre grandi istituzioni internazionali sia per comprendere cos’era originariamente la Cappella che per scoprire l’attività di Annibale Carracci e della sua bottega”, ha rilevato Flaminia Gennari Santori, direttrice delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. L’esposizione, oltre che nella Sala dei Marmi dove è stata ricostituita la Cappella, è estesa anche in quella Ovale e dei Paesaggi con i lavori, fra gli altri, di Francesco Albani, Sisto Badalocchio, Giovanni Lanfranco e Francesco Fuga, che nel 1746 aveva progettato l’apparato funebre di San Giacomo e poi per le solenni esequie di re Filippo V di Spagna e realizzato i disegni preparatori per una serie di incisioni apparse nella Città Eterna in quello stesso periodo con il riferimento ‘Relacion de las Exequias Hechas en Roma a la Majestad Catolica del Rey Nuestro Senor Don Phelipe V’. Da quei disegni, probabilmente, è arrivata l’ispirazione per gli affreschi realizzati da Carracci e da Albani. Dal Museo del Louvre di Parigi a Palazzo Barberini di via delle Quattro Fontane per il ‘Padre Eterno’, ‘Il ristoro miracoloso’ e ‘San Diego che riceve l’elemosina’ attribuiti a Francesco Albani. La mostra romana accoglie anche l’olio su tela della ‘Veduta di piazza Navona’, della Collezione di Intesa Sanpaolo, realizzata dall’olandese Gaspar Van Wittel fra il 1688 e il 1721. Piazza Navona protagonista, in quanto la Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli aveva una facciata rivolta proprio su quell’ampia area, che era il riferimento per la comunità iberica e scenario di cerimonie e feste laiche e religiose agli inizi dell’Ottocento. Per una delle prime chiese rinascimentali realizzate a Roma ormai quasi spoglia delle opere d’arte è stata la decadenza, fra l’altro poi chiusa al culto. Solo nel 1936 con il riassetto urbano e l’apertura di corso Rinascimento ha ritrovato vigoria anche se con un variato perimetro interno. L’antica Cappella Herrera è diventata l’ingresso della nuova sagrestia. L’esposizione è affiancata da un catalogo trilingue, italiano-spagnolo-catalano, stampato rispettivamente da Skira Editore e da Museo Nacional del Prado Difusion. L’esposizione, ‘Annibale Carracci. Gli affreschi della Cappella Herrera’, può essere ammirata fino al 5 febbraio del 2023 dal martedì alla domenica fra le 10 e le 19. E in ogni festività alle ore 11 sono proposti dei laboratori didattici, ‘L’atelier dell’artista’, organizzati da ‘Si pArte ASP’ dedicati e riservati ai giovani di età compresa fra i 6 e i 12 anni.
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