“Non sono semplici concerti, ma elevazioni spirituali”. La precisazione del presidente generale della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, il tedesco Hans Albert Courtial, ha anticipato l’ufficializzazione del programma del ventunesimo Festival Internazionale previsto dal 12 al 15 novembre. Cinque appuntamenti proposti nelle basiliche papali di Roma, San Pietro in Vaticano, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore. Ad illustrare il cartellone dell’ormai tradizionale rassegna autunnale hanno pensato, fra gli altri, il presidente onorario della stessa Fondazione, il cardinale Angelo Comastri; il componente del direttivo e del Comitato Artistico, monsignor Pablo Colino e la responsabile del Comitato del Sostenitori, Claudia Autieri. Il via sarà solenne. Sabato 12 novembre, ore 11. Vaticano. Santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Comastri e poi le note, gestite da Temistocle Capone, di don Lorenzo Perosi proprio per ricordare i 150 anni dalla nascita. Protagonista per l’occasione anche il coro del Vicariato della Città del Vaticano. ‘Missa Secunda Pontifiscalis’, composta nel 1906, ‘Magnificat’ e ‘Tu es Petrus’ i preferiti e prescelti per questo importante avvenimento. In serata, dalle ore 21, l’interesse sarà rivolto alla Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura per l’esibizione diretta da Jakur Hrusa. Per la prima volta al Festival sarà presente una delle migliori orchestre tedesche, la Bamberger Symphoniker affiancata dal coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dal canto della soprano Christina Landshamer e del baritono Konstantin Krimmel per l”Ein Deutsches Requiem’, iniziata da Johannes Brahms nel 1854 ed eseguita solo nel 1868 nel Duomo di Brema. Non cambia lo scenario nella successiva domenica 13 novembre e neanche l’orario, alle 21, con la seconda esibizione della Bamberger Symphoniker diretta da Jakub Hrusa impegnata nella ‘Sinfonia n. 9’ di Joseph Anton Bruckner lasciata incompiuta nel 1889, pochi anni prima della scomparsa del compositore austriaco avvenuta a Vienna nell’ottobre del 1896. La ‘Sinfonia n. 9’, dedicata “al Dio amato”, è stata suonata per la prima volta con la direzione di Ferdinand Lowe a Vienna nel 1903. Le parole e le immagini del Santo Padre in una piazza San Pietro deserta a causa del prolungato lockdown per il Covid-19 sono indelebili e restano nella memoria di tutti. Il compositore Andrea Mannucci ha musicato quella situazione e sarà la Basilica Papale di San Giovanni in Laterano il palcoscenico per ascoltare il ‘Vespro Universale su testo di Papa Francesco tratto dalla preghiera del 27 marzo del 2020’. Una ‘cantata sacra’ eseguita dall’orchestra L’Appassionata, fondata nel 2019 da alcuni fra i migliori giovani musicisti italiani, coordinata da Claude Villaret. Le voci sono dei soprani Carlotta Bellotto e Nadina Calistro. Il gran finale è fissato nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore per una sequenza classica del repertorio di musica sacra con il ‘Magnificat BWV 243’ di Johann Sebastian Bach, il ‘Dixit Dominus RV 594’ di Antonio Vivaldi e lo ‘Zadok the Priest’ di Georg Friedrich Hendel. Le musiche e il coro della Cappella Ludovicea saranno gestiti da Hdebrando Mura, maestro della stessa Basilica romana. Ore 21 di martedì 15 novembre. “Questo mondo dove viviamo ha un bisogno di salvezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, infonde gioia al cuore degli uomini ed è quel prezioso frutto che resiste al logorio del tempo, unisce le generazioni e favorisce la comunicazione nell’ammirazione”, hanno ricordato gli intervenuti, in particolare Courtial e il cardinale Comastri ripetendo praticamente le parole che Papa Paolo VI aveva rivolto agli artisti l’8 dicembre del 1965 nel discorso di chiusura del Concilio Vaticano Secondo. Il Festival è organizzato dalla Federazione Pro Musica e Arte Sacra guidata da Max Michael Schlereth. Nessun ticket è previsto per assistere alle performance. Ingresso libero, almeno finquando è raggiunta la massima disponibilità consentita. Intanto continua l’impegno della Fondazione per la tutela e la conservazione dell’architettura e delle opere sacre attraverso donazioni e contributi per favorire restauri di cappelle, sagrestie, mosaici, mobilia, organi, oratori, fontane, necropoli, mausolei, biblioteche e dipinti. I progetti inseriti nel piano, ‘L’arte salva l’arte’, coinvolgono anche alcune iniziative culturali ed editoriali come la pubblicazione di volumi e la realizzazione di dvd, per lo più musicali. Nel 2022 la Fondazione ha sostenuto Natalia Tsarkova, l’artista di Mosca conosciuta come ‘La pittrice dei papi’, che ha completato un dipinto, nel quale è rappresentato Benedetto XVI con il rosario preferito fra le mani proprio nel momento successivo alla storica rinuncia da Sommo Pontefice. Nel quadro dalle grandi dimensioni, centimetri 200-per-centimetri 180, è raffigurato il Papa Emerito con la famiglia vaticana, il fratello monsignor Georg Ratzinger e suor Christine, che l’ha assistito nei periodi di permanenza a Roma. “Quando l’11 febbraio del 2013 ha annunciato al mondo l’intenzione di lasciare il ministero di Vescovo di Roma e successore di San Pietro per passare a periodi di preghiera e di profonda riflessione e contemplazione nel monastero vaticano ‘Mater Ecclesiae’, ho sentito l’impulso e quasi il dovere di immortalare artisticamente Benedetto XVI. Dopo aver chiesto il consenso, il dipinto, ‘Ritratto di Sua Santità il Papa Emerito Benedetto XVI con la sua famiglia pontificia’, è stato visto ed apprezzato”. Natalia Tsarkova, russa, 55 anni, è a Roma dal 1994 e in passato ha raffigurato, fra gli altri, sia Giovanni Paolo I che Giovanni Paolo II e padre Giacomo del Libano, attualmente esposto nella Chiesa Santa Maria del Mare di Beirut dove sono riposte le spoglie del Beato.
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