Aveva 32 anni quando ha girato il documentario nella zona spagnola di Estremadura, conosciuta come Las Hordes. A sostenere economicamente l’iniziativa del 1932 di Luis Bunuel Portoles, la terza dell’allora curriculum dopo ‘Un cane andaluso’ e ‘L’age d’or’, è stato un amico, Ramon Acin, utilizzando la vincita della lotteria spagnola di Natale. Acin, moglie e un paio di figli, ha mantenuto la promessa dopo aver incassato il premio, 150 mila pesetas. Trovate le risorse Bunuel, originario di Calanda, piccolo centro dell’Aragona, è in grado di realizzare il progetto e le riprese nel cosiddetto ‘labirinto delle tartarughe’, dal nomignolo affibbiato ai tetti delle povere abitazioni, soprattutto quando i ‘gusci’ sono visti dall’alto. Le sequenze in bianco e nero della desolante realtà di Las Hurdes sono anche un modo per distanziare idealmente e praticamente Salvador Dalì, che aveva collaborato alla precedente pellicola. La preparazione di quel lungometraggio è diventato un cartoon, scritto da Eligio Montero e Salvador Simò, che ha curato anche la regia. Un docucartone inframezzato da alcuni momenti significativi del filmato originale. “Quando il produttore Manuel Cristobal ha proposto di dirigere un film basato sulla novel graphic ‘Bunuel nel Labirinto delle Tartarughe’, ha riportato alla mente i ricordi per mio padre, che era un grande ammiratore” dell’esponente dell’allora surrealismo, ha rilevato in una nota lo stesso Simò, coinvolto e interessato dal 1991 nell’approfondimento della particolare sezione cinematografica all’American Animation Institute di Los Angeles. Simò ha esperienze, fra l’altro, anche con la Disney. Catalano di Barcellona, non ancora quarantacinquenne, Simò ha ottenuto importanti riconoscimenti cinematografici, fra cui il Premio ‘Francisco Goya’ come ‘Miglior regista esordiente’ e per la ‘Migliore sceneggiatura non originale’. Il Premio è il più importante riconoscimento cinematografico spagnolo assegnato dall’Academia de las Artes y las Ciencias Cinematografica. Realizzato nel 2016, ‘Bunuel nel Labirinto delle Tartarughe’, è stato premiato tre anni dopo all’EFA, l’European Film Awards, come ‘Migliore animazione’. Ha ricevuto anche l’apprezzamento e il riconoscimento del pubblico al Periferias Festival e il Premio della Giuria per la ‘Migliore Colonna Sonora Originale’ al compositore Arturo Cardelus all’Annecy International Animated Film Festival. La pellicola, distribuita da Draka e nelle sale del nostro Paese dal prossimo 5 marzo, oltre alla ricostruzione storica della realizzazione del documentario affronta anche il delicato e complicato rapporto di Bunuel con il genitore con tanto di visioni e incubi notturni. Bunuel, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, a causa della dittatura franchista ha operato per lungo tempo negli Stati Uniti, in Francia e in Messico, dove ha ottenuto la cittadinanza nel 1948. Dal 1929 al 1977 ha diretto oltre trenta pellicole e collaborato alla preparazione di numerose sceneggiature. Oscar nel 1973 come ‘Miglior film straniero’ con ‘Il fascino discreto della borghesia’ e nomination per la ‘Migliore sceneggiatura’ e anche nel 1977 per ‘Quell’oscuro oggetto del desiderio’. Palma d’Oro a Cannes nel 1961 con ‘Viridiana’ e, a Venezia, Leone d’Argento nel 1964 con ‘Intolleranza: Simon del deserto’ e d’Oro nel 1967 con ‘Bella di giorno’ e alla ‘Carriera’ nel 1982, prima della scomparsa a Città del Messico, alla fine di luglio del 1983. ‘Terra senza pane’, comunque, è riuscito a raggiungere le sale ed essere proiettato, ma senza il nome dell’insolito produttore, Ramon Acin, a causa dell’orientamento politico , che è costata negli anni successivi anche la vita alla coppia. La riabilitazione e la ricomparsa della firma dell’amico-produttore sul lungometraggio Bunuel è riuscito ad ottenerla solo nel 1960.
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