Attrice importante e nota della produzione soprattutto italiana, ammirata e apprezzata senza limiti di generazione e genere, dal comportamento discreto, quasi sempre a distanza di sicurezza dal gossip e dal pettegolezzo, lontana dai riflettori di luci della ribalta e di quelli parlanti. Monica Vitti, all’anagrafe del Comune di Roma Maria Luisa Ceciarelli dal 3 novembre del 1931, rappresenta una grande interprete anche del cosiddetto settore ‘brillante’ dello spettacolo nazionale, della commedia pulita, raffinata, educata, mai volgare, che ha trovato il riconoscimento del pubblico. ‘La Dolce Vitti’ è la mostra fotografica e multimediale promosso e organizzata dall’Istituto Luce-Cinecittà, curata da Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa e allestita al Teatro dei Dioscuri al Quirinale m, fra via Nazionale e il Palazzo del Presidente della Repubblica. I quasi quarant’anni delle varie forme e modi di spettacolo sono testimoniati negli spazi di via Piacenza suddivisi in aree per identificare le esperienze della lunga e intensa carriera, che ha oscillato qualitativamente fra il ‘Doppiaggio’, il ‘Teatro’, ‘Michelangelo Antonioni’, il ‘Cinema Comico’ e l’evoluzione di Monica Vitti in autrice e regista, la ‘Televisione’. Per comprendere ancor di più il percorso dell’attrice romana è necessario cogliere un particolare, che risale al 1950, quando, iscritta all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’, il medico ha colto nell’analisi conclusiva riscontrando una “voce lievemente granulosa specie nell’emissione di alcune note”. Ed è stata proprio quella tonalità rasposa, ma non fastidiosa, assolutamente particolare, a caratterizzare la storia di Monica Vitti. “È il più bel complimento ricevuto”, quello dell’articolo apparso su un giornale francese, in cui era evidenziato come “in Italia ci sono cinque uomini e una donna” testimoni della commedia, riferendosi probabilmente a Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi e a Ugo Tognazzi. La prima apparizione sul grande schermo risale al 1954 con ‘Ridere! Ridere! Ridere!’ di Edoardo Anton, ma l’intuizione sulle capacità brillanti di Monica Vitti è stata di Tinto Brass poi colta da Alessandro Blasetti nel 1962 con l’episodio ‘La lepre e la tartaruga’ del’Le quattro verità’. È stata protagonista con tutti i più grandi registi, fra cui Alessandro Blasetti, Tinto Brass (‘Il disco volante, 1964), Luis Bunel, Pasquale Festa Campanile, Luigi Comencini, Sergio Corbucci, Vittorio De Sica, Miklos Jancso, Nanni Loy, Luigi Magni, Citto Maselli, Mario Monicelli, Luciano Salce, Steno, Roger Vadim e Luigi Zampa. Con Michelangelo Antonioni ha contrassegnato la ‘Tetralogia dell’incomunicabilità’ attraverso ‘L’avventura’, ‘L’eclisse’ e ‘Deserto rosso’, oltre a ‘La notte’, modificando un po’ quel che poi è stato il marchio di fabbrica, il sigillo della carriera di Monica Vitti. L’abbinamento del nominativo è stato ricercato su consiglio di Sergio Tofano, assoluto maestro del palcoscenico teatrale. Esposte oltre settanta fotografie in arrivo dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce-Cinecittà, da quello d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’, del Centro Sperimentale di Cinematografico, ‘Enrico Appetito’, da Reporters Associati e da alcuni privati più o meno collezionisti. Le immagini, fra foto e filmati, copertine di riviste d’epoca, suoni e parole sono accompagnate dai pensieri e dalle riflessioni di alcuni testimoni della carriera di Monica Vitti, fra cui Carlo Di Palma, Franco Giraldi, Carlo Molfese, Michele Placido, Michelangelo Antonioni, Steno, Dino Risi, Ettore Scola, Alberto Sordi, Enrico Vanzina e Roberto Russo. Una cabina del doppiaggio e la continua e inarrestabile proiezione dei film, ‘L’avventura’ di Antonioni, ‘La ragazza con la pistola’ di Monicelli, ‘Dramma della gelosia’ di Scola, ‘Teresa la ladra’ di Di Palma e ‘Flirt’ di Russo. Ultime apparizioni in un ‘lavoro’ con Roberto Russo, compagno nella vita e ‘Scandalo segreto’ per la regia della stessa Monica Vitti datato 1990. L’attrice romana negli anni ha ricevuto 5 David di Donatello come migliore attrice protagonista; 3 volte il Nastro d’Argento e 12 il Globo d’Oro, di cui 2 alla Carriera, come il Leone d’Oro a Venezia e il Ciak d’Oro. Orso d’Argento alla Berlinale e Concha de Plata a San Sebastian. La mostra, ‘La Dolce Vitti’, può essere ammirata gratuitamente fino al prossimo 10 giugno dal martedì alla domenica nella fascia oraria 10-18. L’esposizione è arricchita dal volume ‘La Dolce Vitti’, 152 pagine con illustrazioni in bianco e nero e a colori al costo di 20 euro, curato da Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Stefanutto Rosa e pubblicato da Edizioni Sabinae e Istituto Luce-Cinecittà.
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