Il Grande Nik Willer

di Gabriella Galeazzi – 15/10/2024

 

Sono nel mio studio e, mentre mi accingo a scrivere di te – come è ormai consuetudine, da quando sei partito per chissà quali luoghi – mi guardo intorno per cercare un’ispirazione.

Il mio sguardo cade su una silhouette in metallo poggiata a lato della mia scrivania, che raffigura Tex Willer.

Si tratta di un’opera della serie “Chinediferro”, realizzata dal mio amico Giulio Pellegrini. Il personaggio di volta in volta rappresentato dall’Artista (oltre a Tex, anche altri eroi o antieroi dell’immaginario dei fumetti: Diabolik, Eva Kant, Zanardi, ecc.) viene delineato attraverso il contrasto tra le linee nere (abilmente realizzate in ferro) e gli spazi vuoti che esse racchiudono.

Quando la figura è colpita dalla luce, l’ombra che si crea rende vivo il personaggio, facendolo emergere dallo sfondo posto alle sue spalle.

Questo gioco di luci ed ombre ben si addice, in particolare, a Tex, l’eroe che sa sempre scegliere tra il bene ed il male, tra bianco e nero, che sa stare da solo ma che si circonda di fedelissimi compagni (anch’essi integri e sempre leali).

Sarebbe bello vivere una vita così, senza troppe sfumature, sapere sempre quale decisione prendere, chi frequentare, chi lasciare andare al suo destino, come agire.

Un personaggio che mi ricorda te, Nicola: ti ho visto sempre forte, in apertura verso gli altri, protettivo nei confronti delle persone care, senza mai alcun timore di fare o dire la cosa “giusta” nel momento appropriato. Se c’era da agire eri sempre dalla parte degli “indiani”, dei deboli, che sapevi ascoltare e che riuscivi ad avvicinare con una delicatezza davvero unica.

Con te ho sempre avuto la sensazione che non mi sarebbe mai potuto capitare niente di brutto (o che, comunque, saresti sempre stato al mio fianco per aiutarmi).

Questa sensazione di serenità e di protezione è la tua grande eredità: per chi ti ha conosciuto sei presente ancora adesso, malgrado siano passati molti anni.

E noi, come i “pards” di Tex, vediamo ancora in te la guida e l’amico che non ci abbandonerà mai nel pericolo.

Grazie, Nicola, di tutto.

E, come al solito, ti aspetto e mi manchi.

 

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