Oli usati e rigenerati

Positiva l’attività del CONOU, che nel 2023 ha aumentato la raccolta e la quantità riciclata. Il settore è leader in Europa. Un modello che potrebbe essere anche esportato in altri paesi dell’Unione

“L’efficiente ed eccellente sistema dei consorzi consente di monitorare e di verificare la situazione del comparto, che nel 2023 ha mostrato la completa raccolta e il 98% di riciclato”, ha sottolineato Riccardo Piunti, presidente del CONOU, il Consorzio Nazionale per la gestione, la raccolta e il trattamento degli Oli minerali Usati, istituito nel 1982 e operativo due anni dopo, dal 1984. L’occasione è stata la presentazione dei dati relativi all’andamento dello scorso anno, in cui sono stati recuperati quasi 184 mila tonnellate dalle officine, 88% e dal settore industriale, 12%, che, se correttamente lavorato, diventa una importante risorsa in un paese dove la disponibilità di materie prime è estremamente limitata. Oltre il 98%, almeno 180 mila tonnellate, è stato rigenerato per essere nuovamente disponibile sul mercato come bitume, lubrificante e gasolio.
Cinquantanove le imprese, “prima più a livello familiare e leggermente diminuite nel numero dal 2009, ma evolute nell’attività”, che hanno compiuto 6.641 operazioni in tutte le regioni della nostra penisola. La maggior raccolta è stata registrata in Lombardia con 38.427 tonnellate, poi in Veneto con 21.117 tonnellate e, quindi, in Emilia-Romagna con 16.277 tonnellate. Quasi la metà del prelievo ha riguardato quantitativi contenuti “anche in località impervie ed esterne alla viabilità tradizionale e intensa”. La parte più rilevante è stata ceduta a tre impianti di rigenerazione. Quantità ridotte, 2.800 tonnellate e 600 tonnellate, rispettivamente ai termovalorizzatori e agli appositi inceneritori per la termodistruzione.
Positivo l’impatto economico con un incremento rispetto al 2022 del 12%, come dire 81 milioni e 300 mila euro, in un settore che occupa quasi duemila persone, precisamente 1.857. La specifica attività ha portato alla flessione dell’importazione di materie prime fossili per un valore di quasi 105 milioni di euro. In calo la quantità di sostanze inquinanti disperse nell’atmosfera, 127 mila tonnellate, -57%. Risparmiata anche l’acqua, 60 milioni di metri/cubi.
“L’eccellenza italiana è circolare”, ha rilevato il presidente Piunti, che ha rilanciato nel Rapporto il termine ‘”sostenibilità'” associata e articolata in sei versioni: con la qualità del rifiuto e del prodotto rigenerato, con l’economia e il contributo ambientale, con le regole e la revisione delle procedure, con l’innovazione e l’evoluzione digitale anche per ammodernare gli archivi e con la trasparenza. Il CONOU con il Rapporto ‘di Sostenibilità’ conferma i risultati raggiunti adeguandosi agli standard delle normative internazionali fissate dall’EFRAG, l’European Financial Reporting Advisory Group.
Piunti ha continuato a guardare al di là dei confini nazionali e non solo per l’evidente differenza con l’andamento della media europea, intorno al 61% la quota sulla rigenerazione per una raccolta ferma all’82%. “Il modello consortile italiano potrebbe essere esportabile anche negli altri paesi dell’Unione”, ha ammesso. 678 gli automezzi a disposizione per le operazioni, che avrebbero percorso 26 milioni e 400 mila chilometri per la raccolta e il trasferimento nei tre impianti di rigenerazione della coppia di Imprese. 2 mila e 800 tonnellate di oli usati, invece, sono stati avviati al recupero.
Alla presentazione del Rapporto hanno partecipato anche il direttore dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia Carlo Corazza e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’Economia Circolare Silvia Grandi, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani e Luca Bonvino e Roberto Giacomelli, rispettivamente partner PwC Italy e Climate Change and Sostainability Services EY. Gli interventi sono stati coordinati dal vicedirettore dell’Adnkronos Fabio Insenga.

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