Problema o soluzione

La relazione fra agricoltura e ambiente è stata affrontata nella capitale nel corso di un Forum promosso da Rinnovabili in collaborazione con la Confederazione dei coltivatori

‘Agricoltura vs Ambiente, causa del problema o parte della soluzione?’ è stato il tema filo conduttore del quarto appuntamento promosso da Rinnovabili in collaborazione con la Confederazione dei coltivatori e il sostegno di RSE, Ricerca Sistema Energetico; di PRIMA, Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area; Symbola e Earth Day Italia. Nella sala ‘Arrigo Serpieri’ della Confagricoltura sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, delle imprese, della ricerca e alcuni studenti dell’Istituto Tecnico Agrario romano ‘Emilio Sereni’ di via Prenestina. L’agricoltura e l’ambiente sono parti della stessa medaglia caratterizzata “dalle coltivazioni e dalla sostenibilità per favorire la decarbonizzazione e la produzione di energia in un rapporto di continua espansione”, è stato più volte ribadito nel corso degli interventi coordinati, via-via, dai giornalisti Marco Frittella e Isabella Ceccarini. La serie è stata inaugurata dal direttore di Rinnovabili Marco Spagnolo.
“L’agroalimentare è uno dei cardini dell’economia nazionale, che comprende anche l’industria del settore e le attività di intermediazione e di distribuzione. Il fatturato sfiora i 587 miliardi di euro ed è in grado di generare quasi 335 miliardi di euro di valore aggiunto e rappresenta il 19% del Prodotto Interno Lordo italiano. Almeno 3 milioni e 700 mila le persone coinvolte nei vari livelli e nelle molteplici funzioni”. Un aspetto economico “essenziale che ha evidenti responsabilità anche nei confronti dell’ambiente soprattutto quando le operazioni non sono gestite in modo sostenibile e possono avere un impatto diretto sulla biodiversità e sugli habitat, sul degrado del suolo, sul consumo idrico e sull’inquinamento”. Inoltre “l’aggravarsi degli eventi meteorologici estremi registrati negli ultimi anni inevitabilmente stanno inasprendo la relazione fra colture e clima”.
Marco Casini dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale ha ricordato come il “75% delle aree della nostra penisola” è catalogato “montano-collinare”. Da tempo è ripetutamente segnalata la fragilità dei territori, bisognosi di una serie di interventi di manutenzione e di riqualificazione. Le zone decentrate e, in particolare, quelle dell’interno rischiano uno spopolamento che sarebbe causa di peggioramenti ambientali, produttivi, sociali ed economici. La perdita di una continua e costante attenzione da parte soprattutto degli agricoltori e degli allevatori potrebbe risultare fatale.
“La risposta alle nuove esigenze del mercato per una maggiore produzione di alimenti di qualità è nell’innovazione tecnologica, intesa come digitalizzazione, sostenibilità energetica e rivitalizzazione idrica”. Il vicepresidente di Confagricoltura Sandro Gambuzza ha rilevato come “il nostro Paese è leader per estensione di coltivazioni biologiche, che rispettano la sostenibilità ambientale, alimentare e sociale”. E, intanto, le aziende agricole sono sempre più coinvolte “nella produzione di carburanti bio e di energia con i pannelli fotovoltaici”. Lo sviluppato agrovoltaico. Vanessa Gallo della FIPER, la Federazione Italiana Produttori di Energia Rinnovabile, ha lamentato la mancanza di una “pianificazione nazionale” per sfruttare la risorsa forestale della montagna.
Nel corso della giornata hanno offerto il rispettivo contributo anche rappresentanti di alcune realtà produttive, economiche e solidali, fra cui della Caritas, della Cooperativa Pastificio Futuro del Carcere Minorile di Casal del Marmo, della Rete delle Fattorie Sociali, della Citrus, della SbrisoAut e del Consorzio Italiano Biogas.

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