L’albero antismog

Paulownia protagonista del convegno promosso a Roma per ricordare le proprietà e le qualità e i futuri progetti, fra cui una crescita veloce, l’assorbimento delle sostanze inquinanti e la lavorazione del legno

Da qualche tempo è diventata una delle migliori soluzioni per fronteggiare l’inquinamento atmosferico con le qualità ben note e adesso anche sviluppate, applicate e utilizzate. La paulownia, tradizionalmente affiliata alla famiglia delle scrophutariaceae, secondo racconti né smentiti e neanche confermati ricorda la nobildonna russa Aleksandra Pavlovna Romanova discendente diretta dello zar Paolo I anche se la pianta è nota da millenni, è protagonista di una serie di iniziative, fra cui quella promossa e illustrata nella capitale. ‘La sostenibilità oltre la teoria. Paulownia, tra green economy e finanza sostenibile’ è stato il filo conduttore dell’approfondimento organizzato da ESG Portal, Green Logic e AM Advisors, a cui hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti delle amministrazioni pubbliche locali, delle imprese, dell’economia, della finanza e dell’ambiente.
‘The future in a seed’, come dire ‘Il futuro in un seme’, è lo slogan che affianca le benefiche proprietà della paulownia, che nelle città europee caratterizza alcuni panorami e migliora certi orizzonti, fra cui di Milano, di Torino, della Sardegna, della Sicilia e di Roma. L’assessore all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo dei Rifiuti dell’amministrazione del Campidoglio Sabrina Alfonsi ha ricordato “la presenza della paulownia, fra l’altro, a San Giovanni e in piazza della Chiesa Nuova”. È visibile anche nelle grandi capitale europee come Londra e Parigi.
È ormai il simbolo dei cambiamenti climatici in quanto è specialista nell’assorbire CO2. Una delle migliori e più produttiva soluzioni. E, inoltre, è in grado di fornire sostanze ai terreni utili alla biodiversità, nutrimenti per la microfauna e anche per gli insetti e le api e l’ombreggiamento per le altre specie vegetali. Un’altra importante caratteristica riguarda la velocità della crescita, almeno cinque metri ogni anno. Il legno è ricercato e lavorato dall’industria dell’arredamento e del mobilìo. “In un ettaro possono crescere anche fra i 500.e i 600 alberi.
Leonardo Iacovelli, amministratore delegato di Green Logic, ha svelato il progetto, che riguarda “lo sviluppo di una specie ibrida attraverso micropropagazione in laboratorio, garantendo esemplari di alta qualità non invasiva e con una evoluzione ancora più rapida. Otto anni per lo sviluppo; elevato assorbimento di sostanze inquinanti, quasi 166 chili di CO2 all’anno; legname testato, certificato e ricercato dall’industria del settore anche per la costruzione di abitazioni nei paesi dell’Europa del Nord; alberi coltivabili in numerosi tipi di suolo e di clima e una ricrescita sulle proprie radici”. L’obiettivo è un investimento a medio e a lungo termine anche attraverso consulenze economico-gestionali e i crediti certificati e accreditati. I cosiddetti ‘carbon credit’ possono essere acquistati dalle imprese per compensare in tutto o in parte le proprie emissioni accrescendo il rispettivo impatto ambientale e sociale. La base operativa di Green Logic è in Svizzera, a Zurigo. Le prime piantagioni sono in Croazia, nell’area di Zagabria, ma anche in Italia; in Spagna, a Valladolid e in Portogallo, a Porto.
A Palazzo Falletti di via Panisperna hanno offerto il rispettivo contributo, fra gli altri, Maria Siclari di ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; Alessandro Toschi, amministratore delegato di AM Advisor; Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni e dell’Associazione Nazionale Private&Investment Bankers e Sabrina Alfonsi, che ha annunciato alcune iniziative da parte del Comune di Roma. “Il piano generale prevede il potenziamento naturalistico con quasi 500 mila piante; l’accordo con il CREA, il Consiglio per la Ricerca, l’Agricoltura e l’Analisi per l’Economia Agraria, per la produzione vegetale; il verde di d’emergenza per l’estate attraverso le chiome degli alberi posti provvisoriamente nei pressi delle cosiddette ‘isole di calore’ alle fermate dei bus con l’abbassamento delle temperature di qualche grado”.
Nell’operazione è coinvolto anche l’ex pilota dell’automobilismo veloce Domenico Schiattarella. È stata ribadita la particolarità italiana della stragrande maggioranza delle imprese che sono piccole e micro con almeno l’80%, fra l’altro, con meno di dieci dipendenti. “Attività sottopatrimonalizzate e sottocartolarizzate con gli investimenti sopportati per l’83% dalle banche”, ha rilevato Angelo Deiana. Una scossa culturale sarebbe utile come le risorse economiche e umane, che riguarda anche la digitalizzazione.
Progetti, programmi e competenze per la prospettiva del cambiamento per un miglioramento della situazione ambientale attraverso una nuova e opportuna soluzione.

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