I boschi di Roma

Stati Generali del Verde in Campidoglio per ufficializzare il piano comunale di trasformazione ambientale in tutta la città, dai giardini ai parchi, dalle strade alle ville storiche fino alle aiuole

Una Sala della Protomoteca trasformata con alberi e vegetazione del vivaio ha ospitato gli Stati Generali del Verde. L’appuntamento in Campidoglio era etichettato dall’indicazione, ‘Biodiversità e verde urbano nel clima che cambia’, diventato il comun denominatore dei molteplici interventi dei rappresentanti delle istituzioni, delle professioni e degli operatori del settore delle strutture specializzate dell’amministrazione del Campidoglio; delle associazioni; della ricerca e delle università. La giornata segue il varo del Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale approvato dall’aula ‘Giulio Cesare’ il 12 marzo del 2021. In questa occasione le proposte e le indicazioni hanno riguardato non solo il recinto cittadino, ma anche quello dell’intera area metropolitana composta da 121 comuni, per lo più di dimensioni e residenze contenute, comunque alcuni interessati al miglioramento ambientale. Il piano prevede il rafforzamento dell’alberatura con varie specie adatte ai territori soprattutto per evitare le cosiddette ‘isole di calore’ e abbassare le temperature estreme che caratterizzano i cambiamenti climatici, assorbire le emissioni inquinanti e abbellire e arricchire il paesaggio sia della Città Eterna che dell’hinterland.
L’intenso incontro-confronto è stato aperto dagli interventi di Maurizio Martina, vicedirettore generale della FAO, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite, che ha ribadito la volontà di continuare “la collaborazione con l’amministrazione comunale della capitale”; di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, il quale ha ricordato l’obiettivo del Campidoglio di trasformare la città con interventi naturalistici; di Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo dei Rifiuti e di Pierluigi Sanna, vicesindaco della Città Metropolitana, in grado di rilevare l’opportunità “di impiegare le risorse del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di continuare l’intesa con le università, i centri di ricerca, le professioni e gli esperti per rendere più armonioso e verde il territorio delle zone dell’ex provincia”.
Sabrina Alfonsi in un’ampia, articolata e aggiornata esposizione ha indicato il disegno delle finalità, le soluzioni applicate e i prossimi programmi, le scadenze e gli investimenti per un cambiamento del panorama ambientale cittadino. Nel passato biennio l’amministrazione comunale ha aumentato la quota a disposizione investita. “34 milioni di euro nel 2023, in continua e costante crescita come i trasferimenti ai municipi, a cui sono state affidate un migliaio di aree di ristrette dimensioni da rivalutare e gestire”. Roma, dalla mastodontica estensione, è il comune con più chilometri/quadrati di zona verde d’Italia e d’Europa, il 64% del territorio rispetto alla media dell’Unione, attualmente al 42%.
“Interventi senza altro consumo di suolo e cementificazioni per uno sviluppo ambientale straordinario, in modo da ripensare a una città verde e monumentale”. E, infatti, il Campidoglio prevede l’arricchimento con centinaia di migliaia di alberi, la ristrutturazione delle ville storiche, la riqualificazione dei giardini e la valorizzazione degli spazi da restituire alla frequentazione quotidiana della cittadinanza. L’assessore Sabrina Alfonsi ha annunciato anche il continuo e periodico monitoraggio delle piante esistenti per le potature e gli eventuali abbattimenti, “comunicando le decisioni ai residenti”. Il contributo degli agronomi sarà utile per delineare una vera e propria ‘cartella clinica dell’albero’ per realizzare dei “piccoli boschi, ma grandi ‘polmoni verdi’”.
Ai cambiamenti climatici e alle condizioni ambientali è particolarmente sensibile anche Papa Francesco, che nei prossimi giorni volerà a Dubai per partecipare alla COP28, come ha confermato monsignor Francesco Pesce del Servizio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato della Diocesi di Roma. È stata anche l’occasione per ricordare gli scritti del Santo Padre sulla situazione ambientale, ‘Laudato si’ del 2015 e ‘Laudate Deum’ dello scorso ottobre. Il Pontefice ha sottolineato come “il clima è un bene comune” e che le evoluzioni estreme colpiscono soprattutto i poveri e i vulnerabili, in quanto sono “diffusi, rapidi, in aumento e irreversibili”. Danneggiati “i migranti, le donne e i contadini con piccoli appezzamenti di terreno dall’innalzamento dei mari, dal riscaldamento degli oceani e dallo scioglimento dei ghiacciai”. Per maggiore chiarezza Papa Francesco ha voluto sottolineare “la reale mancanza di volontà politica per affrontare e risolvere questa situazione” e che “chi ha provocato e contribuito e continua sarà il meno penalizzato”.
“Riportare la natura in città” è stato l’invito del direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca ‘Biodiversità, Servizi Ecosistemici e Sostenibilità’ del’La Sapienza’ di Roma, Carlo Blasi. “Malanni per i cittadini a causa dell’inquinamento atmosferico, che la vegetazione potrebbe contribuire ad abbassare con vantaggi “anche per il bilancio del Servizio Sanitario Nazionale”. La capitale vanta “1.600 specie botaniche con una biodiversità naturale fra flora e fauna”, per cui gli interventi devono essere valutati ed attuati con particolare e attenta competenza. E anche per il ‘verde verticale’.
Al piano del Comune di Roma collaborano anche i Carabinieri con il generale Raffaele Manicone del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari che ha puntualizzato l’ampia disponibilità di semi di molteplici varietà arboree, oltre 3 milioni. Il Raggruppamento Biodiversità gestisce la massima concentrazione in Europa: 130 riserve; 29 di popolamento animale, antropologiche e di protezione; 19 aree e foreste demaniali e 130 mila ettari di capitale naturale.
Confermata l’attiva partecipazione anche del CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, che con Giuseppe Pignatti del Centro Foreste e Legno ha evidenziato la necessità di una collaborazione pubblico-privato, come ribadito anche da Flavio Pezzoli dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma e provincia; da Aurelio Valentini del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e Agrotecnici Laureati; da Nada Forbici di Assofloro e da Rita Sgaravatti di Assoverde.
“L’Italia è il quarto costruttore di case in legno”, ha rivelato Giuseppe Scarascia Mugnozza, presidente dell’Istituto Forestale Europeo. La vegetazione è in espansione a causa dell’abbandono dei territori che erano coltivati e curati. “La riforestazione avrebbe un impatto favorevole per l’occupazione”. Un programma metropolitano di forestazione sarebbe opportuno per una ancor migliore organizzazione. “I cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature sostengono l’arrivo delle specie animali aliene, alcune altamente micidiali per la vegetazione”, ha riferito Lorenzo Ciccarese dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Un altro handicap è stata la scelta negli anni passati di “coltivazioni monocolturali”.
Gli interventi nella Sala della Protomoteca del Campidoglio sono stati articolati in cinque sezioni, che, fra l’altro, hanno riguardato ‘Biodiversità e verde urbano nel clima che cambia’; ‘Dal seme alla pianta’; ‘Il clima che cambia’, come cambia la città?’ e ‘Il capitale naturale e culturale della città. Il verde urbano tra tutela, valorizzazione e sicurezza’ e sono stati gestiti e coordinati rispettivamente da Elisabetta Luzzi di Risorse per Roma e dai giornalisti Marco Gisotti, Antonio Cianciullo e Manuela Murgia.

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