L’usato sicuro

Economia circolare. Cyclus è l’iniziativa di Cobat per catalogare le parti disponibili dei veicoli. Iscrizioni gratuite per autodemolitori e case costruttrici

Ha anticipato il varo dell’aggiornato Regolamento europeo sull’ELV, l’End of Life Vehicle, Cobat, il Consorzio nazionale per lo smaltimento di pile e accumulatori, ma anche di RAEE, i Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, di pneumatici fuori uso, dinfibre di vetro e di prodotti tessili, diventato SpA, inserito nel Gruppo Innovatec, leader in Italia nel settore della clean technology e controllata da Haiki Plus dedicata alla cosiddetta ‘economia circolare’. Dal prossimo primo novembre la denominazione ufficiale sarà Haiki Cobat con l’obiettivo di contribuire a promuovere processi di recupero dei materiali di scarto per diventare risorsa. La revisione della normativa europea prevede, fra l’altro, la “responsabilità estesa del produttore”, in modo da allargare l’importanza del ruolo e della funzione delle case automobilistiche nella gestione dei veicoli fuori uso e avviati alla demolizione.
La nuova rete certificata, Cyclus, è stata illustrata nella capitale dall’amministratore delegato di Cobat e di Haiki Plus Claudio De Persio. Una piattaforma digitale, a cui possono aderire gratuitamente sia le imprese della demolizione che le case produttrici nella completa “trasparenza, tracciabilità e sicurezza dei dati inseriti riguardanti le auto lavorate”. È un modo anche per ‘fotografare’ in tempo reale la situazione, dalla disponibilità delle eventuali parti di ricambio ai passaggi dell’iter fino all’aggiornamento dell’andamento nazionale del comparto. Nei paesi dell’Unione, a leggere i dati di Eurostat, annualmente i veicoli destinati alla rottamazione sarebbero almeno 6 milioni. In Italia, dove quelli che circolano sono sempre più datati, mediamente ormai oltre i 12 anni, potrebbero superare il milione. Il nostro Paese, fra l’altro, vanta anche un altro primato, che riguarda il numero complessivo delle immatricolazioni: 672 auto e 897 veicoli ogni 1.000 abitanti, a seguire i riferimenti forniti dall’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, presieduta dall’ex ministro Edo Ronchi, nello ‘Studio sulle problematiche del riciclo e recupero dei veicoli fuori uso’, avrebbe rilevato che la quota complessiva sarebbe dell’84,7%, comunque ancora insufficiente per il limite europeo posto al 95% dell’immesso sul mercato. Un paio le cause individuate, in particolare “l’assenza delle forme di recupero energetico e la difficoltà di trovare un mercato per valorizzare i materiali da riproporre all’eventuale clientela”.
Gli autodemolitori operativi sulla nostra penisola sono oltre 1.400, in grado di recuperare, secondo alcune stime, almeno centomila parti di ricambio di veicoli di ogni casa automobilistica. Cyclus consente di consultare le statistiche e le schede degli automezzi e di verificare la disponibilità delle parti, che potranno essere utilizzate anche dalle officine dei marchi del settore. La novità, che può essere sfruttata dal proprietario del veicolo, favorisce il completamento di quel circuito di riuso dei componenti. I fabbricanti saranno chiamati anche a predisporre un ‘passaporto’ e a un impegno per la riduzione dell’impatto ambientale e per un risparmio energetico. Alla piattaforma, almeno finora, hanno aderito i marchi Ineos, Mazda, Porsche e Smart, che possono utilizzare il sistema e verificare in tempo reale gli obiettivi di smaltimento.
Alla presentazione di Cyclus hanno portato il contributo i componenti della Commissione Ambiente, Lavori Pubblici e Territorio della Camera Patty L’Abbate e Marco Simiani; il direttore generale per l’Economia Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Silvia Grandi; il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi e i responsabili scientifici di Legambiente e di Epr Comunicazione Andrea Minutolo e Roberto Della Seta.
Essere iscritti a Cyclus garantisce una certificazione che offre standard di efficienza per la gestione dei dati, degli impianti e dei pezzi di meccanica e di carrozzeria. E, inoltre, attesta anche un corretto smaltimento dei multimateriali solidi e liquidi presenti nei veicoli. Le frazioni contenenti rifiuti non inerti, che non sono trattati con la tecnologia post-triturazione, non sono ammesse nelle discariche. I fluidi e i liquidi sono raccolti e immagazzinati separatamente come le batterie destinate a un’area riservata per un ulteriore e particolare trattamento.

 

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