Microplastiche nelle acque

Illustrati nella capitale i risultati del ‘Life Blue Lakes’, il progetto sostenuto dalla Commissione Europea e coordinato da Legambiente, che ha coinvolto Italia e Germania

‘Blue Lakes’ e, poi, ‘No Microplastics, Just Waves’. In pratica, ‘Niente microplastiche, solo onde’ nelle acque dalle caratteristiche tonalità dei bacini perimetrati di Italia e Germania. Il riferimento riguarda il progetto avviato nel 2019 nell’ambito del programma ‘Life’ cofinanziato dalla Commissione Europea. I controlli e le verifiche hanno interessato i laghi di Bracciano, Piediluco e Trasimeno e quelli tedeschi di Chiemsee e di Costanza. L’iniziativa, coordinata da Legambiente in collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, ha trovato il sostegno dell’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Umbria; dell’ENEA, la struttura nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; dell’Università Politecnica delle Marche; del Global Nature Fund e della Fondazione Lago di Costanza. Gli esiti dei ripetuti blitz sono stati resi noti a Roma, nell’Aula Convegni ‘Giuseppe Dalla Vedova’ della Società Geografica Italiana, alla presenza dei rappresentanti di ministeri, associazioni ambientaliste, riferimenti delle pubbliche amministrazioni e degli atenei, della Commissione Europea e del Lago tedesco di Costanza.
Dalla raccolta nelle acque di Bracciano, Piediluco e Trasimeno è emersa una realtà preoccupante testimoniata dalla presenza quasi completa, 98%, di novemila particelle di materiale plastico inferiore ai 5 millimetri. Le temibili e invasive microplastiche, che, dopo le opportune analisi, sono considerate riconducibili a frammenti di shopper da tempo al bando, dal 2011, ma anche di prodotti cosmetici, di pneumatici e di abbigliamento, il cui settore avrebbe mostrato una maggiore sensibilità. L’industria cosmetica, invece, è in attesa del varo di una normativa da parte dell’ECHA, l’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche. E proprio l’ECHA ha stimato l’utilizzo annuo di quasi 145 tonnellate di microplastiche intenzionalmente aggiunte ai prodotti nei paesi dell’Unione e nel cosiddetto spazio economico europeo. Alcuni settori, è stato ribadito nel corso della giornata, non sono ancora completamente partecipi a modificare le linee e le componenti industriali. La presenza delle microplastiche nelle acque è particolarmente dannosa per l’ambiente, per l’ecosistema e anche per l’alimentazione umana e ittica. Al momento sarebbero milioni le sostanze chimiche regolarmente registrate.
Le microplastiche galleggiano sui mari, ma sono rintracciabili anche nelle acque dei laghi, dei fiumi e dei torrenti e contaminano terreni, ghiacciai, alimenti, animali ed esseri umani. Insomma, sono un po’ ovunque ed è estremamente complicato quantificare le presenze e, conseguentemente, impossibile da rimuovere completamente nonostante studi, ricerche e iniziative anche per valutare gli effetti negativi. Un approfondimento delle Nazioni Unite per la protezione dell’inquinamento del Mediterraneo ha ipotizzato la presenza di 4 milioni e 860 mila particelle plastiche in ogni chilometro/quadrato.
Intanto oltre duecento strutture, fra amministrazioni pubbliche locali, operatori turistici, associazioni e aziende, hanno partecipato alle ‘Carte dei Laghi’ e anche alla realizzazione di un ‘Manifesto’. L’obiettivo è di sollecitare una maggiore sensibilità per evitare l’utilizzo delle plastiche, di sostenere la raccolta differenziata e di migliorare gli impianti di trattamento delle acque. Definito anche un ‘Libro Bianco dei Laghi’, che è a disposizione delle istituzioni per poter considerare possibili e operative le soluzioni e le proposte di intervento nei vari comparti interessati.
‘Life Blue Lakes’ ha prodotto, fra l’altro, cinque ‘Carte dei Laghi’ sottoscritte da tredici comuni italiani. Una cinquantina le aziende internazionali informate e sensibilizzate anche attraverso incontri e convegni, che hanno visto la partecipazione di trecento fra tecnici e professionisti, 1.300 insegnanti e studenti e almeno tremila interessati.
Le microplastiche sono state quantificate e analizzate anche in tre impianti di potabilizzazione e in un paio di depurazione sui laghi di Garda e di Castreccioni, in provincia di Macerata. Le sostanze altamente inquinanti trattenute fino al 90% sono costituite principalmente da frammenti e da fibre in poliestere e polipropilene rintracciabile anche nel vestiario, che in un ‘giro’ di lavatrice potrebbe rilasciare anche un milione di microfibre. I ricercatori di ENEA, dell’ARPA dell’Umbria e di Legambiente hanno effettuato test anche in altri laghi con caratteristiche differenti come quello subalpino, d’Orta; artificiale, di Ricadrocoli, oltre a Piediluco; montano, di Scanno e carsico, di Cavazzo.
L’appuntamento è stata anche l’occasione per togliere il velo e ufficializzare ELLA, l’European Living Lakes Association, a cui aderisce anche Legambiente.

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