È ormai inarrestabile l’avanzata delle soluzioni di utilizzo e sviluppo di energia ‘pulita’. Le venti maggiori società europee del settore hanno già pianificato un rafforzamento della capacità entro il 2025. Le rispettive attività extraeuropee continuano ad aumentare, soprattutto nel continente americano. Il comparto italiano e internazionale è stato analizzato attraverso l’Irex Annual Report promosso da Althesys Strategic Consultants e approfondito e commentato nel corso del convegno, ‘Rinnovabili domani. Sistema elettrico, mercato, infrastrutture, investimenti’, a cui hanno preso parte numerosi e qualificati rappresentanti delle aziende del settore. L’appuntamento, organizzato in una sala del GSE, il Gestore Servizi Energetici, è stato aperto dallo stesso presidente Francesco Vetrò, che ha ricordato come “la sostenibilità ha trasferito l’approvvigionamento energetico” e, in particolare, “nel nostro Paese sono disponibili per il fotovoltaico almeno 9 milioni di coperture di immobili, di tetti”. Ad illustrare i dati raccolti nel periodico Rapporto è stato Alessandro Marangoni, riferimento dell’Althesys Strategic Consultants, che ha confermato il sentiero a senso unico ormai intrapreso. Gli investimenti italiani nel 2018 sono stati stimati in 11 miliardi e 300 milioni di euro per quasi 11 GigaWatt in 178 operazioni. La lievitazione del risultato nazionale ha riguardato il 33% della potenza e il 42% del valore. Quasi due/terzi delle iniziative sono state promosse sul nostro Paese; gran parte delle risorse economiche, invece, hanno riguardato progetti internazionali. Lo scorso anno, infatti, sono state registrate grandi operazioni soprattutto nel settore del fotovoltaico. Gli osservatori hanno segnalato anche una vivacità nell’efficienza energetica per quanto riguarda il biometano. L’evoluzione ha coinvolto anche le società olio&gas, che hanno cominciato a investire nelle rinnovabili e nell’economia circolare. I cambiamenti nel settore elettrico sono sollecitati dalle disposizioni dell’Unione Europea, che, fra l’altro, sono rivolte alla decarbonizzazione. La quota dovrebbe essere riequilibrata dalla produzione delle fonti rinnovabili. Entro il 2025, attraverso evidenti e consistenti investimenti, dovrà necessariamente essere rafforzata la capacità disponibile di gas e rinnovabili e l’adeguamento delle reti. Ormai quasi un/quarto delle grandi imprese utilizza solo elettricità rinnovabile. La gran parte dei maggiori venditori di energia elettrica hanno lanciato campagne promozionali e offerte sulle rinnovabili. In calo le operazioni rispetto al 2017, anno da record con 201. La maggior parte ha riguardato l’eolico, nuovo leader, poi il fotovoltaico e, quindi, l’idroelettrico, sceso al 5%. È salito, anche per gli incentivi, l’interesse per il biometano. Cambiamenti e innovazioni sono argomenti chiaramente collegati e posti sulla stessa linea e necessitano di investimenti. Nel 2018 è stato agosto il mese con la maggior richiesta di energia come avvenuto nell’anno precedente. Richiesta, comunque, sempre più bassa rispetto alla punta del luglio del 2015. Era il 2012 quando è stato toccato il massimo storico. Da quella stagione l’utilizzo del carbone ha mostrato una costante e inevitabile flessione. La capacità nazionale è concentrata soprattutto in Sardegna con il 53%, poi nel meridione pugliese con il 19%, nel centrosud tirrenico con il 16% e nel settentrione con il 6%. La disponibilità di energia rinnovabile a costi competitivi e il crescente orientamento verso la sostenibilità di imprenditori e consumatori sollecita la richiesta delle aziende in questo settore. A livello internazionale l’autoconsumo è il principale modello di approvvigionamento per le aziende. L’analisi delle prime cento società italiane per fatturato mostra che oltre il 46% identifica degli specifici livelli climatici. Al di là di un/terzo ha dichiarato una quota di FER, Fonti Energetiche Rinnovabili, fra la metà e la totalità con quasi un/quarto pronte a dichiarare di utilizzare solo ed esclusivamente l’energia cosiddetta ‘pulita’.
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