Assemblea elettiva

Alessandro Folli è il nuovo presidente del Sindacato degli Enti di Bonifica. Finanziati una ventina di progetti

Cambia la guida dello SNEBI, il Sindacato Nazionale degli Enti di Bonifica, di Irrigazione e di miglioramento fondiario. È il milanese di Casate di Bernate Ticino Alessandro Folli il nuovo presidente. Esperienze di responsabilità all’URBIM lombardo, l’Unione Regionale di Bonifica che raggruppa una ventina di enti, fra cui quelli di regolamentazione dei laghi e del Consorzio Est Ticino Villoresi, di cui fa parte anche il Naviglio Grande.
Alessandro Folli, presidente anche dell’ANBI della Lombardia, prende il posto di Massimiliano Pederzoli, dopo una leadership durata quattordici anni. Lo SNEBI è stato istituito nel 1950 su approvazione del Consiglio Nazionale dell’ANBI, l’Associazone dei consorzi per la gestione e tutela del territorio e acque irrigue, per rappresentare gli interessi del settore in merito agli aggiornamenti e ai rinnovi dei contratti di lavoro e alla legislazione sociale.
L’assemblea elettiva del Sindacato Nazionale degli Enti di Bonifica e di Irrigazione è stata anche l’occasione per il presidente e per il direttore generale dell’ANBI, rispettivamente Francesco Vincenzi e Massimo Gargano, di sottolineare l’approvazione di una serie di interventi a salvaguardia dei territori da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo. Diciannove i progetti finanziati per quasi 273 milioni di euro nell’ambito del Piano Nazionale di Sviluppo Rurale con la relativa disponibilità sul Fondo Sviluppo e Coesione di altri 291 milioni di euro. I lavori, che porteranno a una lievitazione del livello occupazionale, coinvolgono undici regioni della nostra penisola, in particolare Veneto ed Emilia-Romagna, ma anche Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Sicilia. Il presidente Vincenzi ha ribadito “l’importanza del riconoscimento all’attività e all’opera dei consorzi da parte del Ministero”.
“In Italia, penisola per quasi due/terzi montana o collinare, oltre un milione di persone vive in territori a rischio frane o alluvioni, che, in un decennio, ha causato “un numero impressionante di morti, tanto da sfiorare quota 1.800 e senza contare i danni per decine di miliardi di euro”. Non s’arresta il consumo di suolo e sono innumerevoli i casi di aree urbanizzate in zone ad alto rischio idrogeologico o sopra i corsi d’acqua ‘tombati’, quasi 12 mila chilometri. “Al Governo e ai prossimi parlamentari europei è offerta la seppur giovane esperienza di Irrigants d’Europe, l’associazione che l’ANBI con le altre organizzazioni di Francia, Portogallo e Spagna ha promosso per sensibilizzare Bruxelles sulle emergenze dell’agricoltura mediterranea, dove la disponibilità di acqua irrigua è un indispensabile fattore produttivo”, ha rilevato il presidente Vincenzi, il quale ha proposto anche “una strategia ventennale di bacini ad uso plurimo”. Bacini utili anche per la raccolta dell’acqua piovana, al momento non superiore a un allarmante e imbarazzante 11%. “I primi trenta cantieri del Piano Nazionale Invasi devono essere solo la prima tranche di un piano più ampio” per evitare la dispersione di un bene naturale. E l’irrigazione, fra l’altro, aumenta il valore delle imprese.
All’assemblea elettiva del Sindacato hanno partecipato, fra gli altri, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon; il presidente dell’ENPAIA, l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Impiegati Agricoli, Giorgio Piazza e i vertici delle organizzazioni sindacali di categoria di CGIL, CISL e UIL.

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