È salpata dalla Liguria Goletta Verde di Legambiente con gli esperti pronti a verificare lo stato delle acque in prossimità delle foci di canali, torrenti e fiumi. Dopo aver toccato le coste toscane è arrivata nel Lazio. 24 i controlli, undici in provincia di Latina e altrettanti in quella di Roma, gli altri nel viterbese. La situazione rilevata è simile a quella dello scorso anno, in quanto non sono stati registrati miglioramenti nelle condizioni delle acque per la presenza di sostanze anche altamente inquinanti e pericolose per la salute. Dodici i rilievi considerati ‘fortemente inquinanti’, alla foce del fiume Marta al Lido di Tarquinia; del Fosso Zambra a Marina di Cerveteri; del Rio Vaccina, nel comune di Ladispoli; dell’Arrone sul lungomare di Ponente a Fregene dove è in corso una visibile erosione del litorale; del Tevere a Ostia; del canale Crocetta a Torvaianica all’altezza di via Filadelfia, del Rio Torto a Pomezia; del Fosso Grande a Marina di Ardea; del Fosso Cavallo Morto al lungomare delle Sterlizze di Anzio; del Canale Loricina nei pressi di via Matteotti a Nettuno; del Rio Santacroce a Ginola e del Rio Recillo a Scauri. Cinque le condizioni leggermente più leggere, ma sempre bocciate dai rilievi dell’associazione ambientalista. ‘Inquinato’ a Santa Severa il lungomare Pyrgi all’angolo con via Olimpo; ad Ostia il Canale dei Pescatori; nel pontino lo sbocco a Foce Verde e all’interno del canale di Sant’Anastasia a Fondi forse per abusivismi nell’entroterra e a Marina di Minturno alla foce del Garigliano. Insomma, 17 palette rosse per la provincia di Roma, che conquista la non invidiabile leadership distogliendo l’attenzione sulle condizioni del litorale del Basso Lazio. I dati, illustrati dal presidente regionale di Legambiente Roberto Scacchi e dal coordinatore scientifico dell’associazione Andrea Minutolo, confermano alcune “situazioni croniche” dovute, in particolare alla non efficienza o, addirittura, alla mancanza dei sistemi di depurazione. “Migliorano, invece, le condizioni nella provincia di Latina”, ha commentato Scacchi, ma non quella sull’informazione ai cittadini con le segnalazioni obbligatorie sullo stato delle acque. Un solo cartello visibile, a Nettuno, con l’indicazione di ‘balneazione vietata’. Le operazioni del 2018 hanno trovato la collaborazione di Novamont e di Ricrea, il consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio. Il CONOU, il Consorzio Nazionale per la gestione, le raccolta e il trattamento degli Oli minerali Usati, invece, accompagna l’iniziativa di Goletta Verde per sensibilizzare il completamento dell’installazione di strutture idonee e adeguate in ogni attracco e porto come previsto ormai da anni. Marco Paolilli, del CONOU, a questo proposito ha ricordato come “il 98% dell’olio raccolto è idoneo alla rigenerazione. Lo scorso anno, nella sola regione Lazio, sono state recuperate 11 mila e 442 tonnellate. Da rilevare che 4 chili di olio usato, il tradizionale cambio di una utilitaria, se versato in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. Da un rifiuto all’altro, in grado di diventare come l’olio risorsa, le plastiche. Le amministrazioni regionali di Liguria, Toscana e Lazio hanno allargato la disponibilità di recuperare in mare da parte dei pescatori e di smaltire correttamente i pericolosi abbandoni indiscriminati per il bene ambientale e del mondo ittico. La parlamentare Rossella Muroni, ex guida di Legambiente, a questo proposito,ha presentato una proposta di legge alla Camera per consentire ai pescherecci di raccogliere i rifiuti marini. L’obiettivo è quello di dichiarare la plastica abbandonata negli specchi d’acqua un ‘rifiuto solido marino’ per facilitare la rimozione e lo smaltimento senza rischiare sanzioni. (foto: Anna Paola Montuoro, diritti riservati)
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