L’alluminio di Nespresso

Novità. Al riciclo le capsule di caffè utilizzate. Nel 2017 in provincia di Lecco ricavate quasi 29 tonnellate di mater

Confortanti. E soddisfacenti. I risultati ottenuti nella fase iniziale e perciò sperimentale della raccolta delle capsule utilizzate nella macchina del caffè domestico della Nespresso nel sacchetto casalingo di colore viola. Le capsule, in particolare, sono sottoposte a uno speciale procedimento e trattamento di ripulitura dai residui di polvere di caffè e insieme a oggetti dalle contenute dimensioni come coperchi, parti di imballaggio, tappi, linguette e blister sono avviate al riciclo.
L’iniziativa, promossa dalla stessa Nespresso, ha trovato, dall’aprile del 2017, l’immediata doppia sponda collaborativa del CIAL, il Consorzio Imballaggi di Alluminio e della Silea, la municipalizzata dell’area di Lecco impegnata nella gestione dei rifiuti. Le capsule usate, infatti, non possono essere considerate semplici confezioni, in quanto contenenti una seppur minima quantità di prodotto alimentare e, quindi, sono valutate come rifiuto solido urbano, un post-consumo e devono essere trattate da una amministrazione pubblica locale attraverso una società o una azienda delegata e incaricata dalla stessa municipalità.
In questa prima fase sono stati coinvolti una novantina di comuni diventati poco dopo 149 con quasi 341 mila persone. Centri dalle limitate dimensioni e dalla contenuta densità abitativa come avviene nel periodo sperimentale, che, comunque, ha portato al recupero di 378 mila capsule, per una traduzione di quasi 22 tonnellate di alluminio riciclato e salite a 29 tonnellate con gli altri componenti recuperati nel sacchetto viola dell’ordinata differenziata. Nei prossimi mesi il progetto sarà esteso anche alle realtà di Monza e Brianza portando il totale dei comuni intorno a quota 200 per un coinvolgimento di almeno 800 mila residenti.
Marta Schiraldi, direttore Tecnico e di Qualità della Nespresso italiana, ha sottolineato che la società della Nestlé fondata nel 1986, ha investito nel progetto, tecnologia compresa, all’incirca “3 milioni di euro” e la scelta di utilizzare l’alluminio “è chiara, in quanto questo materiale consente di proteggere le caratteristiche e l’aroma del caffè da fattori esterni, soprattutto umidità, luce e ossigeno, mantenendo intatte le proprietà organolettiche. E, poi, è un metallo straordinario anche dal punto di vista ambientale, in quanto è completamente riciclabile e all’infinito e, una volta lavorato, conserva le proprietà. Riciclare l’alluminio facilita anche la riduzione dell’uso di energia, quasi il 95% rispetto a quella necessaria per la produzione dalla bauxite”. Insomma, un multirisparmio, economico e per l’ambiente.
L’intesa con il Consorzio Imballaggi di Alluminio e con l’azienda municipalizzata Silea, premiata da Legambiente nel corso della giornata dedicata ai ‘Comuni Ricicloni’ 2018, ha permesso di aggirare il complesso scenario normativo rappresentato dai quasi ottomila comuni italiani. Un Paese, l’Italia, comunque pronto ad avanzare nella ricerca e nella realizzazione di quell’economia circolare risorsa necessaria per chi ha difficoltà nel reperimento delle materie prime da utilizzare nella produzione.
Nespresso,
del Gruppo svizzero della Nestlé con amministratore delegato dal 2013 Jean-Marc Duvoisin, ha sul mercato un paio di tipi di capsule, da 5 grammi, la più commercialmente diffusa e quella da 7 grammi per una miscela più lunga. È leader nel settore del caffè cosiddetto ‘porzionato’ e ha il riferimento a Losanna. Conta oltre 12 mila dipendenti e vende i prodotti in una settantina di paesi di ogni parte del pianeta anche attraverso una capillarità composta da almeno seicento commercialboutique. Dal 1999 è presente anche in Italia, dove il caffè è una delle tradizionali istituzioni quotidiane. Una sessantina gli shop aperti e operativi su tutta la nostra penisola.

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