Hinterland riciclone

Niente premi alle province del Lazio da Legambiente per la differenziata. SOS impianti

Sono 70 su 378 i ‘Comuni Ricicloni’ 2016 del Lazio. Quelli in grado di superare la fatidica quota del 65% di raccolta differenziata stabilita da Legambiente e ricevere l’opportuno riconoscimento a Roma nell’appuntamento ‘EcoForumLazio-L’economia Circolare dei Rifiuti’. Roma, in questo caso, è protagonista solo come riferimento per aver ospitato la kermesse ambientalista. La capitale, che come le altre quattro province, è ai margini, al di sotto dell’asticella, anche se Rieti sembra mostrare uno slancio propositivo. La città sabina vuole essere il primo capoluogo della regione a valicare il 65% e, da qualche mese, ha suddiviso l’area, ‘Terminillo’ e ‘Velino’, per effettuare la raccolta differenziata porta-a-porta. Quattro anni fa, nel 2013, i comuni che avevano registrato il 65% di raccolta suddivisa per materiali erano 9, 4 in provincia di Roma; 3 nell’area pontina e gli altri in quella della Tuscia.
A leggere i dati del Catasto Rifiuti dell’ISPRA, l’istituto Superiore per la Protezione della Ricerca Ambientale, nel 2016 la produzione di scarti nel Lazio è stata di 3.025.497 tonnellate. Il 42,37% è stato recuperato multimaterialmente. Superiore alla media nel viterbese, leader regionale con il 48,13% e in provincia di Frosinone, 42,70%. Roma sfiora il limite con un 42,34% sfruttando le performance dell’area fuori porta.
30 i centri dell’hinterland della capitale finiti nell’élite dell’associazione ambientalista. 16 della provincia di Viterbo. 11 in Cicioria, 10 nella zona di Latina e 4 in quella di Rieti. Sul podio tre comuni, che hanno superato la soglia dell’80%: Rocca d’Arce e Sant’Ambrogio sul Garigliano, in provincia di Frosinone, rispettivamente con l’82,20% e l’81,73%, poi Castelnuovo di Porto, 81,19%.
Il Lazio con questo sistema ha evitato di smaltire in modo indefinito 1.217.000 tonnellate di rifiuti. Nel 2013, anno della storica chiusura della discarica di Malagrotta, la raccolta differenziata regionale stazionava al 19%. La Regione ha l’obiettivo di investire 57 milioni di euro per sostenere la differenziata e consentire al Lazio di recuperare, oltre i materiali, anche posizioni nella particolare graduatoria nazionale. Le amministrazioni pubbliche locali, a leggere una nota dell’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini, “spendono oltre 50 milioni l’anno per trasportare i rifiuti organici selezionati ad impianti a lunghe distanze”.
Una fondamentale innovazione è rappresentata dalla Tariffa Puntuale, in modo che ognuno paga per la quantità di immondizia prodotta. Ariccia è uno dei centri dove è scattata questa novità.
Premiato dal presidente regionale di Legambiente Roberto Scacchi anche un comune non propriamente riciclone, Subiaco, che ha ricevuto una Menzione Speciale per l’evidente crescita della percentuale di differenziata raccolta, dal 15% registrato all’inizio dell’anno al 72% dello scorso novembre. Nella lista degli over 65% riguardano anche un paio di ‘unioni’, 7 comuni della ‘Bassa Sabina’ e 5 per la ‘Valle dell’Olio’.
Nel corso dell’incontro ‘EcoForumLazio’ sono state illustrate le testimonianze e le esperienze di alcuni amministratori pubblici locali, fra cui Tivoli, Oriolo Romano, Castelnuovo di Porto e Rieti e del mondo delle imprese. Flavia Loggia, della familiare Industria Vernici, ha annunciato l’offerta di un albero da piantare per ogni certa quantità di prodotto venduto ed Enrico Facci ha presentato il progetto ISAAC, l’Increasing Social Awareness and Acceptance of biogas and biomethane, per lo sviluppo di nuovi tipi di carburanti.
ormai l’imminente varo del cosiddetto ‘pacchetto’ di norme europee, ancora più rigide, per il passaggio dall’economia lineare a quella circolare. La direzione è quella di andare verso rifiuti zero in discarica. Tutti i 28 paesi dell’Unione avranno due anni di tempo per recepire le nuove norme, di cui è relatrice l’europarlamentare Simona Bonafè. Un riconoscimento anche per il nostro Paese assoluto leader sia nella raccolta differenziata, nonostante alcune aree dalle cifre imbarazzanti e deprimenti che nella produzione di materie prime seconde e nell’allestimento di in campionario invidiabile. Per Ciafani alcuni problemi riguardano la mancanza di impianti, in particolare per i rifiuti di Roma. Almeno tre anni per la realizzazione delle strutture moderne e tecnologicamente avanzate come i biogestori anaerobici ed evitare la carovana “di quasi 150 autoarticolati, che ogni giorno da Roma portano i rifiuti verso altre regioni e nazioni”.

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