Disagi quotidiani

Non migliora la situazione del trasporto pubblico, in particolare di quello regionale su rotaia. È quanto emerge dal Rapporto ‘Pendolaria’ di Legambiente. Le maggiori criticità nelle aree del meridione della nostra penisola

Maggiori investimenti nel settore; la sollecitazione per favorire una mobilità urbana più sicura e sostenibile anche con l’estensione delle ZTL, le zone a traffico limitato; la moderazione della velocità nei centri cittadini; lo sviluppo degli spostamenti condivisi; l’allungamento chilometrico delle piste ciclabili e un sensibile e generale miglioramento dell’offerta pubblica. Queste alcune delle proposte emerse nel corso dell’annuale presentazione del Rapporto ‘Pendolaria’ di Legambiente, a cui hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti dell’associazione guidata da Stefano Ciafani, delle amministrazioni pubbliche, delle organizzazioni sindacali, dei comitati dei viaggiatori giornalieri, di Trenitalia e dell’RFI, la Rete Ferroviaria Italiana.
‘La situazione e gli scenari del trasporto ferroviario in Italia’ è stato il filo conduttore dell’annuale appuntamento organizzato nella capitale. Lo studio di Legambiente ha mostrato una situazione assolutamente insufficiente per le quotidiane esigenze dei cittadini, in particolare nel trasporto locale che coinvolge anche le linee ferroviarie regionali e interregionali. “I collegamenti sembrano essere di interesse secondario, in quanto le risorse dedicate risultano inadeguate” per un opportuno, soddisfacente e necessario ammodernamento.
L’approfondimento ha evidenziato l’ampliato divario fra le aree del nord e quelle del meridione e il calo degli investimenti passati da quasi 6 miliardi e 200 milioni di euro del 2009 a 5 miliardi e 200 milioni di euro del 2024. Una discesa verticale del 36% considerando anche l’inflazione registrata in quasi 15 anni. A questo proposito Legambiente ha sottolineato che “le disponibilità finanziarie per una efficace ‘cura del ferro’, almeno 3 miliardi di euro l’anno, aggiuntivi al Fondo Nazionale Trasporti, 500 milioni di euro l’anno per l’acquisto dei treni regionali, 5 miliardi di euro per la costruzione e la riqualificazione delle linee metropolitane, tramvie e ferrovie suburbane, oltre 200 milioni di euro sempre ogni anno per migliorare i servizi intercity, sarebbero recuperabili eliminando una parte dei sussidi alle fonti fossili e abbandonando progetti come il Ponte sullo Stretto di Messina e quelli dannosi per l’ambiente e per l’economia, fra cui nuove superstrade e autostrade in zone già dotate di queste infrastrutture”.
Lo studio ha indicato i collegamenti puntualmente trasformati in patimenti per i pendolari, fra cui delle Circumvesuviane dove sono segnalati vari disservizi come soppressioni, sovraffollamenti e problemi tecnici e meccanici; della Roma Nord, dalla capitale a Viterbo e viceversa, nella quale nel 2024 sono state registrate quasi cinquemila corse cancellate; della Milano-Mortara-Alessandria utilizzata quotidianamente da almeno 19 mila persone; della Catania-Caltagirone-Gela, in cui la tratta Caltagirone-Niscemi-Gela è sospesa da oltre tredici anni; della Roma-Lido, che, nonostante un impercettibile miglioramento, rimane assolutamente insufficiente alle richieste.
Al di là delle linee storicamente inadeguate, la lista da allarme rosso è stata rafforzata dalle Ferrovie del Sud-Est dove continua ad essere registrato un ritardo imbarazzante nel completamento dell’elettrificazione come nell’Avellino-Benevento. Sospese dal 2021 in Calabria la Gioia Tauro-Cinquefrondi e la Gioia Tauro-Palmi-Sinopoli. In Toscana la peggiore affidabilità è di appartenenza della Firenze-Pisa. Nelle aree settentrionali i livelli di efficienza e puntualità sono scesi nel Sistema Ferroviario Metropolitano di Torino; nella Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza; nella Vicenza-Schio, ancora a binario unico e non elettrificata e nei via-vai interregionali della Torino-Bologna e della Milano-Venezia e fra il capoluogo lombardo e Ventimiglia.
Gli intervenuti hanno sottolineato come le aree del meridione sono quelle particolarmente ‘dimenticate’. “L’età media dei treni è di 17 anni e 5 mesi, superiore a quella al nord dove la discesa è stazionata a 9 anni e la maggior parte delle linee non sono elettrificate”. Non solo: “numerosi sono i collegamenti chiusi, fra cui della Palermo-Trapani, via Milo, dal 2013″. Giulia Costagli di RFI e Mario Aloisi di Trenitalia hanno cercato di ammorbidire le defaillance dell’attuale situazione confermando la volontà di migliorare i servizi “per invogliare i viaggiatori a lasciare l’auto privata con la razionalizzazione e la gestione delle risorse disponibili”.
“A Napoli e a Roma anche le linee delle metropolitane soffrono delle frequenze dei passaggi, certamente non intensi come in altre città europee, fra cui di Berlino, Londra, Madrid e Parigi”, ha ribadito Roberto Scacchi, responsabile nazionale del settore ‘Mobilità’ di Legambiente. A rivelare le prospettive della realtà romana è stato l’assessore comunale Eugenio Patanè, che ha confermato i programmi dell’amministrazione del Campidoglio per un generale rafforzamento del chilometraggio delle parallele ferrate. “I progetti per la realizzazione di nuove linee di metropolitane e di tram sono in fase avanzata e alcune già in corso come quella della ‘C’, della Termini-Vaticano-Aurelio, per Tor Vergata sullo storico tracciato del cosiddetto ‘trenino’ e fra la Tuscolana e Ponte Mammolo su viale Palmiro Togliatti, in sostituzione del bus ‘451’”. Intanto “sono stati quasi completati gli interventi di manutenzione delle infrastrutture delle metropolitane dopo decenni di immobilismo”. Nel “2025 dovrebbero essere disponibili anche i nuovi treni per i collegamenti della metro e inaugurate le due stazioni della ‘C’, di ‘Porta Metronia’ e del ‘Colosseo'”, utile allo scambio con la ‘B’.
Qualche nota positiva ha affiancato quelle meno brillanti e arricchito la relazione. Le iniziative che raccolgono l’adesione degli osservatori riguardano soprattutto l’apertura della linea ‘M4’ a Milano, fra l’aeroporto di ‘Linate’ e il centro cittadino, della ‘6’ a Napoli e il prolungamento della metro di Catania, però con la parziale dismissione della Circumetnea. È migliorata anche la media dell’età dei convogli, da 15 anni e 8 mesi del 2023 a 14 anni e 8 mesi del 2024. A Bologna è stato varato un sistema unificato di abbonamenti fra “il trasporto urbano e quello dell’intera Emilia-Romagna”, come ha ricordato l’assessore regionale all’Ambiente, alle Infrastrutture, alla Mobilità, alla Pianificazione Territoriale e ai Trasporti Irene Priolo. In Valle d’Aosta è stato proposto un ticket mensile da 20 euro per gli spostamenti su tutto il territorio regionale.

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