25 anni di GROS, promosso da undici insegne per contenere la GDO. Vanta il 37% delle vendite, un fatturato da oltre 2 miliardi di euro, 176 negozi e 8 mila dipendenti
Era il 1998 quando undici attività della capitale e dintorni hanno deciso di formare una coalizione unendo disponibilità, risorse ed esperienze anche per fronteggiare la concorrenza rappresentata dall’allora prevedibile espansione della GDO, la Grande Distribuzione Organizzata. Tutti i protagonisti vantavano gestioni familiari nella vendita soprattutto di alimenti, ma l’obiettivo primario ed essenziale era “di conservare e acquisire clienti con il miglior rapporto qualità-prezzo favorendo soprattutto le produzioni locali”, ha ricordato Giorgio Trombetta, presidente di GROS, il Gruppo Romano Supermercati. ‘Una storia familiare di successo’ o ‘Quando il territorio diventa famiglia’ sono gli slogan che accompagnano la celebrazione per il quarto di secolo, che, attraverso quelle insegne, ha conquistato nella capitale il 37% del mercato con un fatturato nel 2022 di 2 miliardi e 400 milioni di euro e una previsione di chiusura nel 2023 sui 3 miliardi di euro.
Il percorso di GROS e i futuri obiettivi sono stati illustrati nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano di piazza di Pietra, riferimento della Camera di Commercio, alla presenza, fra gli altri, dei vertici del Gruppo e della Federlazio, dell’assessore comunale alle Politiche alla Sicurezza, alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità Monica Lucarelli e di Cristina Bowerman, chef stellato e pluripremiato. Il progetto iniziale era di assorbire la continua e costante espansione della GDO, la Grande Distribuzione Organizzata, che pian piano eliminava la presenza del tradizionale negozio di quartiere, quello ‘sotto casa’, in quanto impossibilitato a fronteggiare la concorrenza dell’offerta commerciale ed economica, con un’attiva collaborazione unitaria sotto una sola identità per far rimanere accesi i singoli neon e conservare, per quanto possibile, la familiarità con i quotidiani frequentatori. E, così, l’avanzata dai rifornitori per un consistente approvvigionamento non era singolo, ma in blocco. Al momento il Gruppo conta nel Lazio 176 punti-vendita per una superficie complessiva di 223 metri/quadrati che occupano oltre 8 mila persone a vario titolo e funzioni. Dal 1° agosto del 2000 l’alleanza è stata in grado di acquisire un magazzino a Tor Tre Teste, periferia della capitale, dove un tempo produceva la Coca Cola. I metri/quadrati sono diventati 118 mila con il nuovo centro di distribuzione a Fiumicino.
‘Castoro’, ‘CTS’, ‘Dem’, ‘Effepiù’, ‘Idromarket’, ‘Ipercarni’-‘Ipertriscount’, ‘MA’, ‘Pewex’, ‘Pim’, ‘Sacoph’ e ‘Top’ le insegne che da venticinque anni sono raccolte nel Gruppo Romano Supermercati diventato, praticamente, una grande distribuzione organizzata proprio attraverso quell’intesa, che, comunque, ha lasciato inalterato il viottolo storico di ogni fondatore, ma ha creato le basi per una forma risultata positiva, simile a quella cooperativistica. Questa situazione ha consentito migliori rapporti economico-commerciali con le aziende produttrici nei momenti delle ordinazioni per i periodici rifornimenti, che, inevitabilmente, hanno avuto una generale e maggiore consistenza sia per quantità che per valore del fatturato.
“La rete eterogenea offre la possibilità ad ogni associato di organizzare autonomamente l’attività rispettando alcuni parametri, fra cui l’area disponibile, sui 1.300 metri/quadrati, il reparto dell’ortofrutta all’ingresso, della gastronomia con l’eventuale possibilità di preparazione di ‘piatti’ cotti, di pane e pizza e della ‘cantina’ con in evidenza le etichette locali”, ha rivelato Giovanni Scifoni, direttore del settore ‘Acquisti’. Le proposte del territorio hanno una corsia preferenziale e sono inserite nella categoria ‘Vicini a te’ proprio per agevolare e sostenere le offerte a chilometri limitati e le attività della zona. Almeno ottocento i prodotti esposti sugli scaffali dei punti-vendita del Gruppo caratterizzato anche da un calendario promozionale di 35 ‘volantini’ l’anno con oltre cinquecento confezioni.
“GROS è impegnato a monitorare costantemente l’andamento del mercato, le trasformazioni delle esigenze domestiche e le richieste delle famiglie anche per evitare la temuta spersonalizzazione”, ha ribadito il presidente Trombetta. Nel 2013 GROS è entrato nel Gruppo SUN, Supermercati Uniti Nazionali. GROS non ha mai commercializzato alcun prodotto ‘a marchio’, in quanto ha sempre avuto l’intenzione di sostenere e valorizzare le offerte del territorio. I festeggiamenti per i venticinque anni di questa positiva esperienza è stata anche l’occasione per illustrare i risultati di una ricerca su ‘Lo stato di largo consumo in Italia’ coordinata dalla Nielsen. Lo studio ha esaminato soprattutto le realtà che fatturano almeno il 70% del totale in una sola regione, proprio per approfondire il fenomeno del cosiddetto ‘localismo’. “Nel Lazio rappresenta il 6,2% del giro d’affari, superiore alla media nazionale, ma al di sotto delle quote registrate in Sardegna, in Sicilia e nel Trentino-Alto Adige”, ha affermato Romolo De Camillis di Nielsen. Il Gruppo ha particolare “incidenza nel comparto alimentare, del fresco, delle bevande e del freddo, la cui percentuale emerge in modo evidente dalla media regionale”. I consumatori, praticamente, hanno maggiore fiducia e preferiscono le produzioni del territorio circostante.
Dall’analisi dei dati raccolti è possibile rilevare anche che i fatturati della distribuzione sono in costante lievitazione al contrario dei volumi con esclusione, però, “delle linee ‘Primo prezzo’, ‘Benessere’ e ‘Core'”. Nei mesi estivi i flussi turistici non hanno modificato la situazione come in qualunque altro anno, anche se la curva negativa sembra mostrare un rallentamento in parallelo con quella dell’aumento dei prezzi e dell’inflazione, che, comunque, rimane sempre a due cifre.