Il ‘Vinitaly’ fra consumi, dazi ed export

A VeronaFiere, dal 6 al 9 aprile, l’ormai tradizionale appuntamento. Nei diciotto padiglioni saranno presenti oltre quattromila aziende. Attesi operatori da tutto il mondo

Almeno quattromila aziende saranno presenti nei diciotto padiglioni in cui saranno allestiti gli stand con le migliori produzioni a disposizione degli operatori di oltre centoquaranta paesi a conferma di un interesse internazionale per il Made in Italy. A VeronaFiere, per il 57° ‘Vinitaly’, il Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma dal 6 al 9 aprile, sono attesi quasi trentamila buyer. La promozione, l’internazionalizzazione delle proposte italiane, l’attuale situazione collegata anche ai dazi, la ricerca di altri mercati e le immancabili novità relative soprattutto all’abbassamento della gradazione alcolica e ai dealcolati, saranno il filo conduttore dell’ormai tradizionale manifestazione.
L’articolato programma è stato illustrato nella capitale, fra gli altri, dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida; dal presidente dell’ICE Matteo Zoppas e da quello di VeronaFiere Federico Bricolo e dalla nuova responsabile del CEEV, il Comité Européen Entreprises Vins, Marzia Varvaglione, che rappresenta i produttori e i rispettivi territori del Vecchio Continente. “Negli ultimi anni è stato moltiplicato l’impegno per ampliare le possibilità di competitività sui mercati da parte delle aziende italiane”, ha rilevato Federico Bricolo.
“Le eventuali decisioni sugli aggravi potrebbero influire sull’andamento delle esportazioni del vino italiano e sui bilanci dei rispettivi produttori, comunque sempre considerando che non tutti i paesi hanno le stesse esigenze. E l’enogastronomia italiana deve essere salvaguardata e sostenuta in tutto il mondo”, ha sottolineato il ministro Francesco Lollobrigida. L’export nazionale è una ‘voce’ importante. Un giro economico da oltre 8 miliardi di euro con almeno seicentomila ristoranti italiani sparsi sul pianeta, che sono dei veri e propri riferimenti per le attività e per le specialità del nostro Paese.
La qualità, ma anche “la storia e le tradizioni che il vino italiano racconta” diventano interessanti e fondamentali, ha ricordato Marzia Varvaglione. A questo proposito, nel 2025 sarà proposta un’originale iniziativa collegata all’enoturismo, che ha esteso l’offerta e rafforzato il numero delle richieste di adesione, in particolare dall’estero. ‘Vinitaly Tourism’ richiamerà l’attenzione degli operatori specializzati nei viaggi anche dagli Stati Uniti, dalla Germania e dalla Spagna. Nel futuro il programma potrebbe coinvolgere anche le zone dell’Asia e del Nord e del Sud America.
Da una ricerca dell’Osservatorio Unione Vini Italiani-Vinitaly riguardante il mercato italiano e quello nordamericano è emersa una flessione dei consumi sia sulla nostra penisola che negli Stati Uniti. Lo studio sembra invertire le generali ipotesi che “vedono le generazioni più giovani molto distanti dal vino e disinteressati”. Gli under 44, infatti, spendono maggiormente “per le bottiglie di qualità” al contrario dei consumatori “delle fasce fra i 45 e i 60 anni e anche oltre, fino ai settantanovenni”.
A ‘Vinitaly’ sono attese le visite, fra gli altri, di alcuni esponenti del governo italiano e della Commissione e del Parlamento europeo.
All’ufficiale presentazione della 57^ stagione di ‘Vinitaly’ hanno portato il rispettivo contributo anche l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive del Comune di Verona Alessia Rotta; i rappresentanti dell’Unione Italiana Vini Paolo Castelletti, della Federvini Micaela Pallini e dell’Assoenologi Massimo Tribaldi e la docente dell’Università di Bergamo Roberta Garibaldi.

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