L’architetto del postmodernismo

È scomparso nel viterbese, a Calcata, Paolo Portoghesi, fra i più noti accademici e progettisti. Aveva 92 anni. Ha ideato la Moschea di Roma

 

È stato un esponente del postmodernismo e poi della geoarchitettura tanto da varare un corso universitario a ‘La Sapienza’ di Roma dove è stato elevato a ‘professore emerito’ Paolo Portoghesi, scomparso la mattina del 30 maggio a Calcata. Aveva 92 anni. Era originario della capitale, figlio di un ingegnere e cresciuto nel Rione Pigna. Era nato il 2 novembre del 1931. Al 1950 risale l’iscrizione alla Facoltà di Architettura dell’ateneo della capitale dove nel 1957 ha conseguito la laurea.
Portoghesi, contemporaneamente, è stato impegnato nella quotidianità anche in altri settori, fra cui nella politica e nel 1961 ha deciso di avere la tessera del Partito Socialista Italiano, quello poi guidato da Bettino Craxi. Era docente all’Università di Milano, quando per i movimenti studenteschi del Sessantotto, è stato sospeso dall’insegnamento. Intanto aveva fondato la rivista Controspazio e aveva coordinato la pubblicazione del Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica e altri periodici specializzati.
Negli anni continua ad allargare l’interesse professionale attraverso l’apertura dello studio con l’ingegnere Vittorio Gigliotti, con il quale realizza la maggior parte dei progetti e privilegia anche la collaborazione con Bruno Zevi. Negli anni Settanta ha progettato il Palazzo dei Reali ad Amman in Giordania. A Roma ed a Strasburgo disegna le moschee e nel 1979 è diventato direttore della Biennale di Venezia. Un’idea trasmessa per realizzare il ‘Teatro del Mondo’ su un natante ormeggiato nelle vicine acque, che poi è riuscito a veleggiare fino in Sicilia.
Originale la proposta di coinvolgere una ventina di noti professionisti a livello internazionale per disegnare altrettante maxifacciate per una straordinaria composizione con misure extralarge: 7 metri di lunghezza e fra i 7 metri e 20 centimetri e i 9 metri e 50 centimetri di altezza. Portoghesi ha curato pubblicazioni e volumi di approfondimenti. È stato componente, fra l’altro, dell’Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze, di quella di San Luca e dei Lincei di Roma e dell’American Institute of Architects.
A Calcata, territorio viterbese, ha ristrutturato è trasformato immobili, creato giardini e curato il caratteristico borgo. Imponente la biblioteca personale e continui i richiami a favore dell’ambiente da tutelare e di un consumo equilibrato e consapevole. La geoarchitettura è stata definita anche come “umanistica”.
Messaggi per ricordare l’attività di Portoghesi sono stati inviati dai rappresentanti delle istituzioni, fra cui dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del mondo della cultura, dell’arte, delle professioni e degli accademici. L’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Ornella Segnalini ha ricordato “la persona e lo studioso, fra l’altro personale insegnante nello studio di via Gregoriana per l’applicazione pratica dell’arte del disegno ad acquarello”.
Nel frattempo è stato reso noto che la celebrazione per l’ultimo saluto è prevista il prossimo 1° giugno a Calcata nella Chiesa di San Cornelio e di San Cipriano di piazza Risorgimento. Un luogo di culto che aveva riqualificato lo stesso Paolo Portoghesi. La nuova riapertura, alla conclusione degli interventi di ristrutturazione, risale al 2009.

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