Approfondimenti, riflessioni, critiche, informazioni e partecipazione sono le linee-guida che accompagnano la pubblicazione del Teatro dell’Opera di Roma. 128 pagine, copertine escluse, arricchite da disegni multicolorati per gli scritti, diciotto per questo primo appuntamento dedicato alla questione del ‘blackface’, “la pratica di interpreti bianchi con il viso dipinto di nero. Lo spunto per l’argomento cardine del periodico diretto da Paolo Cairoli e sostenuto dalla casa editrice indipendente di Firenze effequ, è arrivato dalla nuova produzione in cartellone al Teatro di piazza Beniamino Gigli, l”Aida’ di Giuseppe Verdi. Calibano è il riferimento della rivista a stampa semestrale, che, di volta-in-volta, accosterà e affronterà un singolo argomento. Nel 2023, vista la pubblicazione di inizio anno, la presenza nelle librerie sarà in aumento, tre. L’attuale tema del ‘blackface’ è articolato su vari livelli e la docente Neelam Srivastava ha illustrato quella pratica solita nelle rappresentazioni teatrali e cinematografiche, che è considerata “razzista”. Eloquente l’indicazione dello scritto, ‘Pelle bianca, maschere nere’. Calibano è un personaggio dell’opera in cinque atti di William Shakespeare, ‘La Tempesta’, composta fra il 1610 e il 1611. La copertina di ogni numero sarà caratterizzata dall’impegno di un’artista, quelle interne saranno realizzate con l”intelligenza artificiale’ text-to-image. Nel primo la cover è un collage di Marinella Senatore creato per l’Opera di Roma. Le immagini nelle molteplici pagine sono a firma di Simone Ferrini, proprio con l”intelligenza artificiale’. Alla rivista collaborano anche quattro studenti dell’Università LUISS, frequentatori del Master in Giornalismo e Comunicazione Multimediale. “Un tema come quello di ‘blackface’ può sembrare lontano dalla nostra cultura, ma non è così, in quanto è possibile interagire costantemente con persone dalle storie e dalle provenienze diversissime. Importante è cercare un contatto con parole, gesti, atteggiamenti e attitudini per evitare di essere offensivi o lesivi per l’altrui dignità”, ha rilevato Paolo Cairoli, che ha aggiunto come “una battaglia per l’uguaglianza non è mai per qualcuno in particolare, ma è per tutta l’umanità intera”. “Calibano vuole osare, guardare con coraggio e in maniera laica, critica, aperta e libera ai problemi di oggi anziché sfuggire o che finiscano nel silenzioso dimenticatoio. Il teatro è il luogo dove affiorano le domande e sono analizzate le risposte possibili e impossibili, come la rivista. Pagine per riflettere comunemente, creare una comunità di pensiero anche a partire dalla scena sul palcoscenico. La pubblicazione semestrale, insomma, vuole essere un altro spazio di democrazia”, ha sottolineato il sovrintendente del ‘Giovanni Battista Costanzi’, Francesco Giambrone. Calibano tornerà il prossimo maggio nelle mani degli interessati con il numero dedicato a ‘Madame Butterfly’ e alle discriminazioni di genere nelle aree di Oriente ed Occidente del pianeta terracqueo. “Opera fonte di stimolo, occasione anche per l’editore di partecipare all’avventura della nascita di una rivista con idee non sempre simili e con la possibilità di intrecciare stili, pratiche e vari punti di vista”, ha commentato Francesco Quatraro, condirettore editoriale di effequ.
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