Un Osservatorio per lo spettacolo dal vivo

La proposta è stata illustrata dall’AGIS del Lazio a Palazzo Valentini, nell’Aula del Consiglio della Città Metropolitana di Roma Capitale. Nella regione annualmente sono allestiti quasi undicimila rappresentazioni. Di più solo la Lombardia

Un Osservatorio dello Spettacolo dal Vivo è stato proposto dall’AGIS del Lazio. L’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, attraverso il presidente regionale Francesco Carducci Artenisio, a Palazzo Valentini, nell’Aula del Consiglio della Città Metropolitana di Roma Capitale, ha richiesto una struttura adeguata e competente con funzioni di raccolta, misurazione e valutazione dei dati complessi, riferimento di interpretazione degli aspetti produttivi e distributivi, di periodica elaborazione dei risultati relativi alla domanda e all’offerta. L’Osservatorio dovrebbe essere in grado di valutare l’andamento dei finanziamenti e del livello occupazionale, di mappare i luoghi e gli spazi destinati e riservati agli spettacoli e anche di considerare le relazioni fra le politiche culturali, sociali ed economiche rispetto ai programmi nazionali e internazionali.
Alla presentazione delle proposte alle istituzioni per lo spettacolo dal vivo per il 2025 hanno partecipato, fra gli altri, i rappresentanti della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma Capitale, dell’amministrazione comunale del Campidoglio e numerosi operatori del settore. L’assessore regionale alla Cultura, alla Famiglia, alle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e al Servizio Civile Simona Renata Baldassarre ha assicurato l’impegno per offrire ad ogni realtà del Lazio, anche le periferiche e quelle con i perimetri meno estesi, la possibilità di organizzare iniziative ed allestire annualmente un cartellone di spettacoli teatrali. “La Regione ha stanziato delle risorse per la riqualificazione delle strutture, in modo da ottenere un ritrovo culturale”.
Domenico Barbuto, segretario generale dell’AGIS nazionale, ha indicato un tris di priorità che riguardano “l’esigenza di intervenire sulle infrastrutture, l’inevitabile sostegno alle attività e la certezza delle norme e delle risorse anche con la formazione di un Osservatorio per la raccolta dei dati per un continuo e costante monitoraggio del settore”. I piccoli palcoscenici, con gli spettacoli teatrali e musicali, devono avere la possibilità di sopravvivere economicamente e soddisfare le varie compagnie e i protagonisti delle rappresentazioni e di sostenere le spese della gestione. E questo riguarda soprattutto le esperienze degli operatori privati.
“In molti comuni dell’hinterland romano è completamente assente un qualsiasi spazio sia pubblico che privato” anche per sollecitare ed invitare i giovani sul palcoscenico, ha rilevato Emiliano Minucci della Città Metropolitana di Roma Capitale. L’AGIS del Lazio ha ribadito l’importanza di recuperare, ristrutturare, adeguare, operare, anche straordinariamente, per un ammodernamento tecnologico, come, fra l’altro, è avvenuto in alcune sale cinematografiche. A questo proposito è stato sottolineato come “il cinema è indicato e considerato un’industria e il teatro, invece, una impresa, in alcuni casi, singola”.
L’AGIS del Lazio rivolge l’attenzione ai modelli attuati dalla Lombardia, dalla Campania e dal Comune di Milano per “abbandonare quanto più possibile ogni logica di finanziamento cosiddetto ‘a pioggia’ e introdurre regole selettive e criteri che valorizzino adeguatamente le diverse proposte culturali e i molteplici impatti territoriali con l’obiettivo di ottenere l’introduzione di una vera e propria normativa per regolare le esibizioni dal vivo. Queste fasi devono essere affiancate dall’indispensabile adeguamento e riequilibrio delle risorse economiche destinate al libero mondo delle associazioni e delle imprese culturali e creative.
Nel Lazio, mediamente ogni anno, sono allestite quasi undicimila rappresentazioni, il 14% dell’offerta nazionale. La regione è al secondo posto nella particolare graduatoria preceduta dalla sola Lombardia, che sfiora il 16% per numero di spettacoli e di pubblico. Il quadro sulle iniziative, però, è ancora approssimativo nonostante i dati dell’Annuario Statistico dello Spettacolo promosso dalla SIAE, la Società Italiana Autori ed Editori.

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