Nel 2019 era la zona della nostra penisola con la crescita maggiore di arrivi e presenze turistiche, ben oltre la media nazionale. La Puglia, come quasi tutto il resto del pianeta, ha visto precipitare il numero dei viaggiatori e dei frequentatori per la clausura domestica decisa per cercare di contenere l’innalzamento dei contagi da Covid-19. Un biennio drammatico per i bilanci degli operatori turistici e degli altri settori coinvolti e collegati, che sembrano riprendere quota in questo 2022. 865 chilometri di costa e un’acqua marina dall’alta percentuale balneabile, la regione offre anche altri orizzonti, soprattutto ambientali e storico-architettonici. Un altro fiore all’occhiello della Puglia è l’immancabile e apprezzata enogastronomia e la produzione dell’olio extravergine di oliva nonostante i guai passati con il batterio della xylella, che ha colpito le preziose e alcune secolari piante. Mare, litorali, campagne, colline, le tavole arricchite dalla tipica tradizione locale e le caratteristiche isole. Bari, Barletta-Andria-Trani, Foggia, Lecce e Taranto le province della Puglia, che vanta anche 257 comuni con le rispettive feste e ricorrenze laiche e religiose. Alla Puglia appartiene anche l’estremo oriente del Paese, l’area di Otranto. Caratteristiche le strutture a pietra con il tetto conico, i trulli, ammirabili, in particolare, nella zona di Alberobello. Le bellezze, le iniziative e i progetti sono stati illustrati negli spazi romani della Stampa Estera nel corso dell’incontro, ‘Puglia. A way of life’, al quale hanno partecipato gli amministratori pubblici e gli esponenti e i rappresentanti della regione, fra cui il sottosegretario per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale Assuntela Messina; il presidente Michele Emiliano; gli assessori al Welfare, alle Politiche di Benessere Sociale e alle Pari Opportunità Rosa Barone; allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci e al Turismo, allo Sviluppo e Impresa Turistica Gianfranco Lopane e il sindaco di Mesagne, ‘città esempio comunità ospitale’, Antonio Matarrelli. “Il 20% del PIL regionale è generato dal settore turistico e culturale, un dato positivo, superiore persino al comparto agricolo”, hanno ricordato gli amministratori pubblici pugliesi. Un risultato, comunque, da aumentare. La Regione, fra l’altro, ha investito nelle tecnologie, nell’industria dell’aerospazio e nel manifatturiero. A Bari sono frequentate l’Università ‘Aldo Moro’, la Libera Università Mediterranea ‘Caterina Degennaro’ e il Politecnico; a Lecce quella del Salento e a Foggia e a Taranto i giovani possono essere iscritti agli altri atenei delle città capoluoghi di provincia. “In una sola regione sono racchiuse più realtà per un’offerta variegata e anche di qualità”, ha sottolineato Gianfranco Lopane. Un’altra novità la riscoperta dei ‘Cammini’, percorsi sia religiosi che laici con strade larghe e comode, ma anche sterrati e polverosi. E, proprio sui tortuosi collegamenti nell’entroterra, che i camminatori possono vedere la Puglia senza il mare e la spiaggia, ma anche delle campagne, dei piccoli centri per lo più aggirati dai programmi dei tour operator. In quelle località, nei caratteristici borghi sono racchiusi tanti ricordi e qualche leggenda, testimonianze antiche, dipinti, statue e rappresentanze artistiche e culturali nei monasteri, nei chiostri, nelle chiese, nei conventi, fra cui a San Giovanni Rotondo dove ha vissuto l’allora padre Pio. Prossima la presentazione di un paio di iniziative per il turismo anche solidale sulle coste e la realizzazione di una Academy per il settore alberghiero e della ristorazione. Una regione, cosiddetta “‘il tacco della penisola”‘, che vanta numerose strutture per l’accoglienza alloggiativa ed enogastronomica, agriturismo e prodotti agroalimentari riconosciuti e tutelati con la denominazione IGP. Benessere, innovazione, ricerca, sostenibilità, sviluppo, turismo: ‘Puglia, a way of life’. Una regione dall’offerta destagionalizzata, in grado di sbandierare con il Piano adeguato qualsiasi tipo di interesse per i viaggiatori di tutto il mondo.
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