Un altro fiume per il Giubileo

Incontro sul futuro del Tevere promosso dal Rotary Club di Roma per un generale miglioramento a vantaggio della città

Dragare e navigare. Verbi, prima coniugazione, periodica. Mix fra lingua italiana e matematica universale. È riferito al Tevere, l’ormai ex biondo fiume romano, in Italia il terzo per lunghezza con 405 chilometri. Sulla nostra penisola è preceduto solo dal Po e dall’Adige, ma è secondo per ampiezza del bacino idrografico. Inizia a sgorgare nella Bassa Romagna, dal Monte Fumaiolo, nel comune di Verghereto, al confine regionale con la Toscana e le Marche. Prima di arrivare alla foce del Tirreno, che riguarda le zone laziali di Ostia e Fiumicino, il Tevere bagna 82 comuni e 7 province, Forlì-Cesena, Arezzo, Perugia, Terni, Viterbo, Rieti e Roma. Man mano che scorre verso il meridione del Paese varia la tonalità e la consistenza dell’acqua, in particolare a causa degli affluenti, alcuni determinanti nella trasformazione. E l’allarme vibra e suona nel tratto urbano, da Castel Giubileo, per il coinvolgimento e l’interesse un po’ di tutti.
Inevitabile l’ormai ciclico focus sull’aggiornata situazione e sui possibili interventi per una ripulitura e per l’eventuale galleggiamento movimentato a favorire il trasporto delle merci, dei turisti e dei viaggiatori, in modo alternativo a quello stradale e ferroviario. E con queste premesse il Rotary Club cittadino ha promosso e organizzato un convegno proprio sul ‘Fiume Tevere 2025 fruibile e navigabile’, al quale hanno partecipato amministratori pubblici locali e regionali, rappresentanti di enti, associazioni e circoli affacciati o interessati dal corso d’acqua, esperti e osservatori, diplomatici e docenti, esponenti delle imprese e delle professioni e delle capitanerie di Porto e delle Autorità di Bacino.
La serie degli interventi è stata coordinata dalla giornalista del Corriere della Sera Manuela Pelati e gestiti dal presidente del Rotary Club di Roma Capitale Claudio Pernazza.
Da un po’ tutti gli interventi è emerso il comune obiettivo di definire dei progetti per avvicinare, almeno, l’utilizzo del Tevere come i maggiori e più funzionali corsi d’acqua del pianeta, fra cui la Senna a Parigi, il londinese Tamigi e il Danubio nelle aree centrali dell’Europa. Le proposte sono per lo più confermate, riemerse dal passato, come, fra l’altro, le competenze, in alcuni casi vere e proprie zavorre per qualsiasi procedura. “Ben diciassette”, ha ricordato ripetutamente il presidente Pernazza. Un intreccio “inestricabile” di norme, iter decisionali “interminabili”, autorizzazioni, approvazioni, nulla-osta, timbri e firme richiesti negli uffici del vari palazzi competenti e coinvolti dall’attuale legislazione. Non va trascurato l’affiancamento delle risorse economiche per lavori che nelle intenzioni vorrebbero essere risolutivi per invertire l’attuale realtà.
Cristiana Avenali della Regione Lazio ha sottolineato “l’importanza della tecnologia e della ricerca per calmierare l’inquinamento che condiziona anche la biodiversità”. Ha ricordato la sperimentazione “delle barriere mangiaplastica applicate soprattutto nell’Aniene e nel Garigliano”, la necessità “delle vasche di accumulo per l’acqua piovana” e i “Contratti di Fiume varati proprio dalla Regione Lazio”. Cristiana Avenali, fra l’altro, è la responsabile dell’Ufficio di Scopo sia per i Piccoli Comuni che per i Contratti di Fiume, Lago, Costa e Foce.
Alle vicende del Tevere, oltre alla Regione Lazio, è interessato anche il Comune di Roma. Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, all’Ambiente e al Ciclo dei Rifiuti, ha rivelato l’intenzione dell’amministrazione pubblica di riqualificare gli argini di alcuni tratti cittadini, di riattivare il servizio del battello, di favorire l’accessibilità dei disabili, di predisporre altri attracchi, come per la zona archeologica di Ostia Antica, anche con il sostegno di associazioni, fra cui Marevivo. Un ampio piano, che potrebbe essere sospinto dall’ormai imminente Giubileo del 2025 e dalla candidatura di Roma ad ospitare l’Expo del 2030. Dal Campidoglio, inoltre, qualcuno ha proposto di approfittare di questo periodo di abbassamento del livello delle acque per una pulizia generale e per il recupero delle testimonianze nel cosiddetto grande ‘magazzino archeologico’ sommerso.
Delle condizioni delle acque e del relativo permesso alla balneazione ha parlato Marco Lefoche dell’ARPA del Lazio. Sei le centraline di controllo nella lunghezza cittadina. I dati raccolti sono analizzati dagli esperti dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Lazio. Il ritorno dei romani sul fiume è auspicato anche dai circoli, in particolare di quelli storici: Aniene, Lazio, Roma, Tevere Remo, Todaro, che, comunque, sono attivi con gli equipaggi del canottaggio. Sul fiume periodicamente sono organizzate manifestazioni e ritrovi sia amatoriali che agonistici.
Il Tevere è costantemente osservato con attenzione, fra gli altri, anche da autorità militari, associazioni e appassionati, che rivolgono ai prossimi appuntamenti internazionali l’eventualità di interventi determinanti per un miglioramento complessivo della situazione. E per seguire gli esempi degli altri fiumi europei anche al Tevere dovrebbe essere dedicato un Museo per la raccolta di filmati, foto, oggetti, racconti e curiosità recuperati lungo e attorno al corso d’acqua e conservati negli anni.

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