Il Made in Italy del culto

‘Devotio’. A metà giugno nei padiglioni di BolognaFiere la mostra-mercato degli oggetti religiosi

 

Produzione italiana protagonista come peraltro è esaltata in altri settori economico-commerciali. L’ennesimo riconoscimento conquistato nel corso degli anni in tutto il pianeta è stato solo un po’ rallentato nell’ultimo biennio a causa dei provvedimenti varati per cercare di contenere l’allargamento del numero dei contagi da Covid-19. All’inizio del 2020 l’industria degli articoli religiosi vantava quasi tremila imprese produttrici, soprattutto artigianali o, addirittura, di impegno familiare; oltre settecento punti-vendita di ogni livello ed estensione, che erano in grado di creare un giro d’affari fra i 500 e i 700 milioni di euro. Il comparto assorbiva alcune migliaia di persone, coinvolte in una occupazione di varie funzioni, specializzazioni e professionalità.
E, dopo un biennio di caduta libera, anche questo settore sembra riprendere quota, in quanto le porte delle rispettive abitazioni sono state finalmente spalancate e le frontiere fra i diversi paesi sono state riaperte con l’inevitabile e atteso riavviamento della circolazione non solo dei fedeli e dei religiosi. Un mercato lesto a mostrare nuovamente le incalcolabili potenzialità, che, almeno in passato, non aveva segnalato momenti di profonda flessione.
A questo proposito, dal 19 al 21 giugno, a BolognaFiere, è in programma ‘Devotio’, una vera e propria fiera internazionale dedicata e riservata quasi esclusivamente al circuito religioso e arrivata alla terza stagionalità. Sul termometro l’indicazione è sicuramente sul positivo vista l’adesione raccolta dagli organizzatori, che nei padiglioni del capoluogo emiliano prevedono l’allestimento di quasi duecento stand, 193 per la precisione, con un evidente innalzamento della partecipazione rispetto a quella del 2019. Aziende per la maggior parte italiane, ma anche in rappresentanza di una quindicina di nazioni. 15 mila i metri/quadrati occupati dall’ormai tradizionale rassegna. Prima del black-out collegato al temibile virus lo spazio riservato era intorno agli 11 mila metri/quadrati.
Esposizioni dei cataloghi con le ultime novità, ma anche riproposizione del tradizionale Made in Italy superstar per crocifissi, rosari, immagini sacre, paramenti per le liturgie, arredi per le chiese, abbigliamenti per il clero e oggetti di ogni dimensione e preferenze. Mercato e anche mostre promosse dal Comitato scientifico della manifestazione organizzata da Conference Service e sostenuta, fra l’altro, dal Pontificio Consiglio, dalla Conferenza Episcopale Italiana attraverso l’Ufficio Liturgico Nazionale e dalle Edizioni San Paolo.
Proposti anche alcuni incontri e approfondimenti nel corso delle giornate a BolognaFiere con il comun denominatore, fra gli altri, su ‘I cinque sensi della liturgia. Vedere la parola’. La rassegna ospiterà anche le opere di alcuni giovani realizzate nell’ambito dell’iniziativa ‘Percorsi di riavvicinamento. Artisti contemporanei a confronto con il mistero cristiano’, coordinata dal Centro Studi per l’Architettura Sacra della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro. Nel cartellone anche la presentazione del volume, ‘Clima negli edifici del culto. Metodi, misura e progetto’ degli architetti Carlo Manfredi e Francesco Trovò e stampato da Mimesis Edizioni. A condire l’appuntamento nella città delle Due Torri anche la consegna dei riconoscimenti per la mostra-concorso, ‘La dalmatica nella veglia pasquale’ e per il premio ‘Franca Davoli, Best Stand Experience’.
Gli ingressi ai padiglioni 21 e 22 saranno consentiti tutti i giorni dalle 9 e 30 alle 18 e 30. I cancelli interessati dal via-vai saranno quelli del lato ‘Ovest’ di Bologna-Fiere.

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