In occasione della Giornata internazionale sulla consapevolezza agli sprechi e alle perdite alimentari le varie strutture impegnate nella raccolta e nella susseguente distribuzione con la collaborazione dei centri agroittici hanno illustrato esperienze e bilanci e presentato obiettivi e iniziative. In questo particolare periodo caratterizzato dal Coronavirus, che ha causato l’abbattimento del livello occupazionale ed economico, le richieste di sostegno sono moltiplicate, anche e soprattutto di generi di prima necessità. Le ACLI, le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, dal gennaio del 2019, quindi ancor prima della temibile estensione del Covid-19, ha distribuito 82 tonnellate di pane e prodotti da forno; 68 tonnellate di frutta e verdura; 14 tonnellate di confezioni con alimenti a lunga scadenza; 1.500 chili di salumi e 1.300 litri di bevande. Le quantità raccolte sono state consegnate alle persone o ai nuclei familiari in difficoltà attraverso una sessantina di volontari, che hanno percorso più di diecimila chilometri e una crescente rete di collaborazioni. Nel periodo sono state consegnate oltre 7 mila, fra confezioni di alimentari e kit igienici. “Le azioni di prevenzione e di riduzione dello spreco sono una opportunità anche di aggregazione per combattere e limitare la solitudine e l’isolamento sociale. Un modo di formazione per garantire i diritti primari e per essere inseriti in una specie di protezione sociale”, ha ricordato il presidente delle ACLI di Roma Lidia Borzì. Le Associazioni sono fra le più impegnate nell’attività di sostegno ai bisognosi, come la Caritas Diocesana, la Comunità di Sant’Egidio, il Banco Alimentare e l’Isola Sociale. La collaborazione del Centro Agroalimentare di Roma con le componenti quotidianamente operative nella raccolta e nella consegna di generi di prima necessità ha portato al recupero, solo nel delicato trimestre oscillante fra marzo e maggio del 2020, di ben 2 milioni di porzioni di alimenti, il 14% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nelle giornate del cosiddetto ‘confinamento domestico’ gli operatori del CAR hanno evitato la distruzione di quasi 400 tonnellate, fra frutta e verdura di stagione e pesce fresco, per essere distribuite ad oltre 41 mila nuclei familiari. Il CAR, nell’ambito del progetto ‘Il tavolo delle buone pratiche’, ha allestito on-line ‘BitGood’ per gestire al meglio le eccedenze alimentari, in particolare del settore dell’ortofrutta e dell’ittico. La quantità e le varietà disponibili finiscono in rete ed evitare, così, la discarica o il concimamento. Al Centro di Guidonia, nell’immediato hinterland della capitale, come hanno sottolineato il presidente Valter Giammaria e il direttore generale Fabio Massimo Pallottini, è attivo ‘Il Laboratorio di Papa Francesco’ utile alla trasformazione della frutta e della verdura, che sono state recuperate. La novità è gestita da ex detenuti dell’Isola Solidale, che hanno usufruito delle quattro borse di lavoro offerte da Roma Capitale. È un’altra opportunità per ampliare la possibilità di recupero degli alimenti e per le persone coinvolte nel piano. Collegamento ideale con l’iniziativa promossa dal Ministero delle Politiche, Agricole Alimentari e Forestali, ‘Frutta che frutta non spreca’, che prevede la lavorazione dei vegetali e il successivo confezionamento. “Il Centro Agroalimentare di Roma”, a sentire Pallottini, “commercializza 35 milioni di quintali di prodotti freschi”, mentre Giammaria ha ribadito “l’importanza delle luci dei riflettori su un tema importante per andare velocemente verso il cosiddetto ‘spreco zero'”.
|