Spazi per l’innovazione

Nel ristrutturato ex Mulino Biondi aperto Wire, riferimento per affermati e nuovi progetti economici e industriali

Rigenerazione urbana. Rivitalizzazione edilizia. Riconversione dal classico settore industriale e produttivo. Trasformazione del genere di accoglienza e della cosiddetta destinazione di utilizzo. E del tipo di quotidiani frequentatori. Un altro immobile di estese dimensioni è stato ristrutturato per essere sfruttato lasciando così alla memoria e alla storia sia l’attività e il commercio che il pericoloso abbandono e il temibile degrado. Superata l’incuria e la desolazione, i Mulini Biondi di via Antonio Pacinotti, a due passi dal Tevere, nell’area del Porto Fluviale, saranno l’ambizioso punto di riferimento di professionisti e imprese della new economy.
Nei quasi 1.500 metri/quadrati è stato inaugurato Wire, il Coworking Spaces di Roma. Spazi a disposizione dell’innovazione e delle start-up. Un polo decisamente favorevole per sviluppare le idee in modo da favorire la produttività, l’occupazione e, naturalmente, l’economia. Nel rinnovato ambiente hanno trovato le ideali collocazioni, fra l’altro,
Ballerette, il marchio delle calzature femminili, delle ballerine Made in Italy; Condexo, fondata con l’obiettivo di semplificare la gestione degli amministratori e la quotidianità dei condomini; Quaestiones, che dal 2000 raccoglie appunti, domande e pagelle dei docenti per sostenere gli universitari nella preparazione Innovazione e start up, rinascono gli ex Mulini Biondi: anche Roma ha la  sua “Silicon Valley” - RomaPolitica.itdegli esami con cinque facoltà in evidenza, Economia, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Psicologia e Scienze Politiche e Sportito, la piattaforma di ‘fantasy sport’ originata in Gran Bretagna e, poi, operativa anche in Brasile, India e Messico. Intanto è stato promosso un tris di giornate di approfondimento fra amministratori pubblici, docenti, manager e operatori di imprese e aziende anche internazionali e studenti. L’occasione potrebbe essere utilizzata anche per illustrare alcune proposte innovative.
I Mulini Biondi sono stati un punto importante per la comunità sia dell’area che della città fin dai primi anni del Novecento del secolo passato. La svolta per l’attuale Ostiense è stata data intorno al 1863 con la costruzione del ponte in ferro sul Tevere dall’allora vertice vaticano, il quale agevolava, fra l’altro, il passaggio dei convogli sull’altrettanto metallica linea parallela. In sequenza le formazioni industriali, produttive e commerciali, come il Mattatoio e la Mira Lanza prima e, poi, i
Magazzini Generali, il Gazometro con l’annesso stabilimento e il Consorzio Agrario. L’occasione era stata offerta e sollecitata dall’allora sindaco Ernesto Nathan con l’innovativo piano di sviluppo della città. Una lunga, precisa e dettagliata visione. L’espansione anche economica e residenziale con il rafforzamento degli insediamenti nelle zone di Testaccio e della Garbatella è stata di attualità fino al secondo dopoguerra, poi calata a causa della sempre meno navigabilità del ‘biondo’ fiume romano e dal crescente sfruttamento della gomma per il trasporto delle merci. Immancabile e rapido il decadimento del maquillage con il graduale abbandono di quelle megastrutture diventate dagli Settanta e Ottanta imbarazzanti per ogni amministrazione pubblica locale, vero e proprio campionario della degradante inutilizzazione. La faticosa risalita per una accurata ristrutturazione e un adeguato consumo degli ampi perimetri finalmente appare sempre più probabile, anzi possibile.

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