Funiculì… Funicolà…

Attesa per la ristrutturazione e la riattivazione del collegamento teleferico a Rocca di Papa sospeso nel 1963

In attesa. Da tempo. E con le scadenze, nonostante siano state alcune annunciate, una dietro l’altra disattese, ancora senza fissa dimora nelle pagine delle agende delle varie amministrazioni pubbliche e dei cittadini. Era il 15 gennaio del 1963 quando la funicolare a Rocca di Papa, caratteristico centro dell’hinterland romano, è stata chiusa dopo quasi trentun’anni di onorato via-vai. Era stata attivata il 28 luglio del 1932. 313 metri di lunghezza con un dislivello di 92 metri e 75 centimetri per una pendenza del 35,8%. Due le fermate fra la Valle Vergini e la cima del comune dei Castelli Romani. Dalla stazione sottostante partiva una una tranvia interurbana di collegamento con la capitale. La sospensione del servizio della funivia è stata decisa poco dopo lo stop alla linea ferrata da e per Roma. L’impianto della suggestiva salita-discesa era sostenuto elettricamente e il passo delle vetture oscillava sui 2 metri al secondo.
In precedenza era attiva e operativa dal 10 ottobre del 1906 la linea ‘Valle Oscura’, da quando è stata predisposta la via tranviaria collegabile con la Città Eterna. 330 metri di estensione sul piano inclinato con un raddoppio ferrato nel tratto intermedio. La massima pendenza era del 38,5%. L’impianto era funzionante, fino al 27 luglio del 1932, attraverso un sistema di contrappesi ad acqua.
La riqualificazione della teleferica con la successiva rivitalizzazione era stata sollecitata fin dal 2013 dalla Regione Lazio attraverso l’arto operativo della Cotral. La Compagnia Trasporti Laziali, guidata dal 2014 da Amalia Colaceci, dovrebbe anche ammodernare le infrastrutture utili a pullman e auto. La conclusione degli interventi non è ancora ben definita a causa di una vorticosa serie di rinvii, interruzioni e riprese dei lavori.
Le vecchie carrozze della funicolare sarebbero in un deposito della via Appia, nella zona di Velletri. Gli appassionati chiedono concrete iniziative per ristrutturare le storiche vetture. Le nuove, che potrebbero evitare la salita dei bus del Cotral nel centro cittadino, dovrebbero essere realizzate da un’azienda specializzata del nord Italia. Le cabine avrebbero la possibilità di trasportare una quarantina di passeggeri, oltre al posto riservato al macchinista. Il tran tran, a basso impatto ambientale e consumo energetico, secondo i calcoli degli esperti, dovrebbe consumarsi intorno ai 5 minuti. L’impegno economico per il caratteristico trasferimento, dopo oltre mezzo secolo, dovrebbe essere sui 7 milioni di euro.

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