La garanzia sul web

Aumentano produzione e vendite anche delle vaschette di una DOP del Made in Italy, il Prosciutto di San Daniele

Quasi quattromila allevatori, 116 aree destinate alla macellazione e una trentina di stabilimenti di una produzione DOP in continua e costante crescita. Nel 2018 una delle eccellenze del Made in Italy, il Prosciutto di San Daniele, ha registrato un aumento della lavorazione del 5,4% rispetto all’anno precedente: ben 2 milioni 787 mila 812 cosce, secondo i dati resi noti dal Consorzio composto da una trentina di aziende, molte delle quali disponibili ad accogliere tutto l’anno visitatori e consumatori per seguire e verificare le varie fasi produttive. Un settore che alla voce ‘vendite’ ha segnalato una crescita complessiva dell’1,5% con un livello ancora maggiore delle vaschette certificate con il preaffettato pari a un +3,7%, una quantità di oltre 23 milioni di confezioni. Per l’occasione sono stati affettati 404.472 prosciutti per un +6,7%.
Il Consorzio per una maggiore trasparenza dell’intera catena produttiva e a favore dei consumatori, ha varato un sistema on-line. Infatti sarà sufficiente andare sul sito, digitare il codice identificativo della vaschetta e ottenere ogni informazione sia sulla materia prima che sulle fasi della lavorazione e della trasformazione fino agli operatori impegnati e responsabili dei vari interventi. Un modo anche per arginare le contraffazioni. Duplice l’obiettivo: “digitalizzare e linkare i produttori, il Consorzio e l’organo di controllo, ma anche dialogare direttamente e in modo trasparente con i consumatori”, hanno rilevato dalla struttura friulana. Informazioni offerte in quattro versioni linguistiche: francese, inglese, italiano e tedesco. L’investimento per l’ammodernamento tecnologico è di oltre 600 mila euro. Il Consorzio del nord-est ha rilevato un collaborativo dialogo anche con i produttori di Parma, altra perla della collana dell’agroalimentare italiano.
Nel 2018 le esportazioni del Prosciutto di San Daniele DOP sono state praticamente stabili, una quota del 18% delle vendite con risultati positivi soprattutto sul mercato nordamericano e dell’Estremo Oriente dopo gli accordi di libero scambio con i paesi extracomunitari, il CETA con il Canada e il JEFTA con il Giappone. La DOP di San Daniele ha aumentato la presenza sugli scaffali extraeuropei, salita al 45% del totale, annotando, però, una leggera flessione nell’Unione, condizionata dall’incertezza in Gran Bretagna.
Il Prosciutto di San Daniele ha tre soli ingredienti: le cosce selezionate di suino italiano, il sale marino e il microclima particolare dell’area in provincia di Udine. San Daniele del Friuli, quasi 35 chilometri/quadrati, sugli ottomila abitanti, sulle prime alture delle Prealpi, intorno ai 252 al di sopra del livello del mare. Le carni utilizzate sono prodotte in 3.927 allevamenti autorizzati di una decina di regioni della nostra penisola: Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, dove sono rispettare sia le diete che le condizioni degli animali. Per l’utilizzo i suini devono avere almeno 9 mesi e pesare mediamente sui 160 chili. Le cosce a San Daniele del Friuli sono lavorate entro 48 ore e non devono essere di un peso inferiore ai 12 chili con un controllo preliminare di conformità.
Sedici le linee di affettamento per il confezionamento di oltre 23 milioni di vaschette certificate. È un Prosciutto DOP con una stagionatura di almeno tredici mesi ed è ideale un po’ per tutti i tipi di alimentazione, dai bambini agli anziani. Negli anni è stato contenuto anche l’utilizzo del sale, mediamente del 30%. Il Consorzio è stato istituito nel 1961 e associa 31 produttori.

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