L’arte ritrovata

Bilancio dell’attività nel 2018 dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Presente il ministro Alberto Bonisoli

Sono saliti nel 2018 i furti di beni culturali, da 419 dell’anno precedente a 474. Parallelamente è aumentato anche il numero dei recuperi, oltre 56 mila e 500, fra oggetti antiquariali, archivistici, archeologici, librari, paleontologici e falsi. L’operatività dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha portato anche all’arresto di 34 persone e alla denuncia di altre 1.195.
Il bilancio dello scorso anno è stato illustrato a Roma, nella caserma ‘Alfonso La Marmora’, dal comandante Fabrizio Parrulli alla presenza, fra gli altri, del ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli. Controlli, verifiche e interventi sempre maggiori e qualificati da parte del competente Nucleo dell’Arma, che vanta una aggiornata e invidiata banca-dati. Quasi 24 mila gli oggetti fotografati e catalogati e oltre 6 mila 670 quelli individuati soprattutto all’estero.
Il generale Parrulli ha anche sottolineato l’importante collaborazione, sostenuta dal Ministero di via del Collegio Romano, con gli altri paesi per il legittimo scambio dei reperti recuperati. L’Italia ha restituito negli ultimi tempi numerosi oggetti ritrovati dagli investigatori nelle varie operazioni alle proprietà della Cina e del Messico. Il ministro Bonisoli ha annunciato un aggiornamento della normativa per la salvaguardia dei beni ecclesiastici con il Vaticano.
Con l’aumento dei furti è conseguentemente incrementato il numero degli oggetti portati via. Le regioni maggiormente colpite sono state l’Emilia-Romagna con 73 azioni illegali, la Lombardia con 63 e il Lazio con 53. Un livello ben superiore a quello dello scorso anno, fermato rispettivamente a 27, 54 e 51. Documenti archivistici e volumi antichi, in particolare sottratti dalle strutture ecclesiastiche, è la refurtiva preferita dai malviventi. Negli 8 mila 405 oggetti trafugati compare l’intero campionario, fra cui opere pittoriche e grafiche; monete e sculture; oreficeria e armi; vasi e frammenti archeologici.
I ‘colpi’ e gli scavi clandestini sono gli illeciti più ripetuti con il pregiato bottino destinato soprattutto al mercato estero. Le destinazioni e le contrattazioni al di là del confine nazionale ostacolano le indagini, l’individuazione dei responsabili e l’eventuale recupero. E poi allargano e appesantiscono i guadagni.
La contraffazione ha un valore milionario sul mercato, che in alcuni casi coinvolge anche delle case d’asta, in particolare straniere. Per gli esperti del falso poche risorse d’investimento e rilevanti incassi. All’inizio di maggio, fra l’altro, sarà inaugurata al Quirinale la mostra ‘L’arte di salvare l’arte’, incentrata proprio sull’attività dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Militari impegnati anche in azioni di prevenzione con 1.253 controlli ad aree archeologiche marine e terrestri, 1.250 verifiche in zone vincolate paesaggisticamente, 2.844 accessi a esercizi commerciali del settore, 807 ispezioni ai mercati e alle fiere e 356 sopralluoghi in archivi, biblioteche e musei.

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