Uno, due, tre, quattro… Un, deux, trois, quatre…, direbbe Jean Christophe Babin, l’amministratore delegato francese di Bulgari, che amplia e arricchisce l’impegno per la riqualificazione dell’inestimabile patrimonio storico-archeologico della città di Roma. E così dopo il restauro del mosaico delle Terme di Caracalla; l’allestimento illuminotecnico dello scalone monumentale del Museo di Roma di Palazzo Braschi affacciato su piazza Navona e l’abbellimento con il restauro della Scalinata di Trinità dei Monti, la nota maison ha deciso di finanziare la completa riemersione delle immortali testimonianze dell’area centrale di largo Argentina. Quasi un milione di euro destinato agli interventi rivitalizzanti per la Città Eterna assaltata da studiosi, turisti, appassionati e curiosi: 500 mila euro erogati per l’occasione da sommare ai 485.593,58 euro della rimanenza dei fondi stanziati per i lavori riqualificativi della Scalinata di Trinità dei Monti, come previsto nell’accordo del 2014 con l’allora Giunta-Marino in occasione dell’anniversario numero 130 dell’attività di Bulgari. Era il 1884 quando Sotirio Bulgari ha aperto il primo negozio nella centralissima via Sistina, poi un altro nel 1894 in via Condotti, per inaugurare nel 1905 lo storico locale al civico 10 della stessa strada riferimento di ogni rappresentanza commercialtradizionale nel mondo. Dal 2017 Bulgari ha avviato una partnership con il MAXXI, il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, con la promozione del ‘MAXXI Bulgari Prizi’, riconoscimento riservato ai giovani protagonisti delle opere contemporanee. La Sovrintendenza è impegnata per completare l’iter necessario per la concretizzazione dei progetti con l’avvio degli interventi previsto entro l’anno e la conclusione ipotizzata nel secondo semestre del 2021. L’area è il più esteso complesso d’epoca repubblicana con ben quattro templi romani oscillanti nella realizzazione fra il IV e il II secolo avanti Cristo. È custodito anche il basamento in tufo della Curia di Pompeo dove Giulio Cesare, il 15 marzo del 44 avanti Cristo, è stato colpito a morte con 23 coltellate da un gruppo di congiurati guidati da Cassio e Bruto. Le ben note ‘Idi di marzo’. Il tragico avvenimento narrato anche da Cicerone. “Un altro atto d’amore, di assoluto mecenatismo da parte di Bulgari per Roma”, ha sottolineato Virginia Raggi, che guida l’amministrazione comunale del Campidoglio. Jean Christophe Babin, da parte sua, ha ricordato sia negli interventi sostenuti economicamente che “se la città brilla, brilla anche e soprattutto il ‘gioielliere di Roma’”. Il tempio ‘C’ è stato probabilmente realizzato nel IV secolo avanti Cristo. Era preceduto da una scalinata ed era dedicato alla dea Feronia. Allo stesso livello è stato costruito qualche anno dopo il tempio ‘A’ di dimensioni ridotte rispetto al precedente. All’inizio del II secolo avanti Cristo è stato innalzato il tempio ‘D’ dedicato ai Lari Permarini o, secondo altre ipotesi, alle Ninfe. Solo alla fine dello stesso secolo sono stati completati i lavori per la quarta costruzione, dopo la battaglia di Vercelli del 101 avanti Cristo, che mise il coperchio sulle feroci vicende della guerra contro i Cimbri. Il tempio ‘B’, a pianta circolare su un alto podio, è dedicato alla Fortuna Huiusce Diei. Di questa divinità, statua con testa e parti nude in marmo e il resti realizzato con un altro materiale fra cui il bronzo, sono state recuperate solo alcune parti: la testa, un braccio e un piede, che sono conservati negli spazi espositivi della Centrale Montemartini. Nell’80 dopo Cristo un violento incendio ha rovinato la zona del Campo Marzio, compresa l’area sacra di largo Argentina, poi trasformata con il restauro voluto dall’imperatore Flavio Domiziano. Altri interventi sono segnalati nel corso dei secoli, almeno fino al 21 aprile del 1929. Gli interventi consentiranno una suggestiva e spettacolare visione completa dell’area sfruttando l’allestimento di alcune passerelle e la musealizzazione di uno spazio attualmente riservato alla conservazione dei reperti storico-archeologici recuperati negli anni. L’assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo ha rassicurato gli animalisti sul futuro della più antica colonia felina della città, che potrebbe risalire al 1929. Gatti tutelati anche da una decisione della Giunta comunale. Nel 2003 sono stati riconosciuti “patrimonio bioculturale della città”. Il sogno del Vicesindaco, “da almeno quindici anni”, riguarda “la rappresentazione, proprio in quel luogo dell’agguato mortale, del ‘Giulio Cesare’ di William Shakespeare” con “Al Pacino protagonista”. La denominazione ‘Argentina’ dell’area è riferita all’attuale Strasburgo, Argentoratum, la città di origine di Johannes Burckardt, italianizzato in Giovanni Burcardo, cerimoniere di Alessandro VI Borgia, noto anche come ‘Il vescovo argentino’. La torre del suo palazzo in via del Sudario, al momento Museo Teatrale, quindi, è stata chiamata ‘Argentina’.
|