Farmacia di strada

Iniziativa di Assogenerici per la distribuzione sperimentale di solidarietà in un paio di aree della capitale

Nel primo semestre del 2018 i prodotti equiparati hanno riguardato praticamente il 22% dei consumi in famiglia. Un incremento del 5,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno per un ‘peso’ di un miliardo e 840 milioni di euro, che, comunque hanno alleggerito il gravio del Sistema Sanitario Nazionale. I biosimilari rappresentano il 12% del mercato di riferimento. Il settore, ormai, è una realtà consolidata come ha rilevato anche nel messaggio il ministro della Salute Giulia Grillo inviato in occasione dell’annuale assemblea al presidente di Assogenerici Enrique Hausermann. Dall’analisi dei consumi emerge che quelli di fascia ‘A’ sono richiesti soprattutto nelle aree settentrionali della nostra penisola, 36,5%, con la provincia di Trento a guidare la particolare classifica e il risultato, 42,5%, è ben oltre la media di riferimento.
Per quanto riguarda il consumo ospedaliero gli equivalenti di classe ‘A’ e ‘H’ assorbono oltre il 26% delle necessità e il 2% in valori, determinato, in particolare, dai farmaci con brevetto scaduto, quasi il 40%. I medicinali esclusivi sono utilizzati nel 35% delle esigenze, protetti o senza prodotti corrispondenti, che, però, valgono quasi il 93% della spesa farmaceutica pubblica del settore. Entro il 2023 andranno in scadenza di brevetto farmaci che determinano una spesa di oltre 3 miliardi di euro. Nel triennio 2018-2020 con i farmaci equivalenti il risparmio per le casse pubbliche sarà superiore agli 800 milioni di euro. Su una spesa di 3 miliardi e 100 milioni di euro l’anno. Nel primo semestre dell’anno il prezzo pagato dai richiedenti è stato di 561 milioni di euro per la scelta di farmaci a brevetto scaduto invece del generico. I primi posti per l’esosa differenza sono del Lazio e della Sicilia, rispettivamente con 71 e 58 milioni di euro, ben al di là della media del 15% della spesa farmaceutica regionale.
“Sono troppi i cittadini, italiani e stranieri, che rinunciano alle cure o alle prestazioni mediche per problemi economici. Le aziende dell’Assogenerici hanno contribuito a facilitare gli interventi sanitari”, ha rilevato Hausermann, che ha lanciato una proposta parallelamente allo slogan, ‘Dalla sostenibilità alla solidarietà’. ‘La farmacia di strada’ è l’iniziativa che sarà avviata in fase sperimentale per un anno in un paio di zone della capitale, una centralissima, al colonnato di piazza San Pietro e, l’altra, all’estrema periferia, a Tor Bella Monaca. Prevista la distribuzione dei farmaci concessi da aziende e sostenitori privati. Alla ‘Farmacia di strada’ di Assogenerici hanno assicurato collaborazione e contributo l’Istituto di Medicina Solidale, una onlus composta da universitari di Tor Vergata; il Banco Farmaceutico e l’Ordine Nazionale dei Farmacisti.
In Europa gli equivalenti rappresentano il 62% dei medicinali prescritti, ma attutiscono solo il 4% del budget sanitario, mentre “in Italia la diminuzione della spesa è ottenuta attraverso prodotti a brevetto scaduto”.
Hausermann ha ricordato i quarant’anni del Sistema Sanitario Nazionale “modello unico da difendere” e rilanciato le richieste per il Tavolo per la riforma della governance farmaceutica insediato al Ministero della Salute, soprattutto in merito a “un Patto di stabilità pluriennale basato sull’individuazione e condivisione di un equo sistema di prezzi e politiche di acquisto pubblico sostenibili”.
Assogenerici dal 1993 rappresenta l’industria degli equivalenti e dei biosimilari del nostro Paese, in particolare 51, fra multinazionali e aziende italiane. 36 le strutture produttive, che vedono impegnate undicimila persone, la stragrande maggioranza a tempo indeterminato e il 40% sono gli addetti alla produzione. Sfiora la metà la presenza femminile. Il fatturato complessivo è di 3 miliardi e 200 milioni di euro, l’export raggiunge il 40% della produzione e la media annuale degli investimenti è di un centinaio di milioni di euro.

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