Germogli di grano

I 150 dalla nascita di Carlotta Parisani celebrati con un premio dell’Accademia delle Scienze detta dei LX e dell’ENEA

Un aggiornamento. Continuo. Alla scoperta di una semenza in grado di offrire maggiori garanzie possibili al cospetto di una costante evoluzione climatici e dei sempre devastanti parassiti. Una adattabilità alle mutevoli situazioni, sempre confermando la produttività, la sicurezza ambientale e l’alta probabilità qualitativa per i consumatori del pianeta. A questo proposito sono molteplici gli studi dei laboratori dei vari istituti e università di ogni parte del mondo e le applicazioni pratiche delle farine anche con il coinvolgimento di alcune aziende della produzione della pasta, variabile, a prima vista, per lunghezza, formato, spessore, consistenza, intensità e resistenza alla cottura.
Una ricerca iniziata concretamente e con successo alla fine dell’Ottocento per geniale intuizione di una coppia di italiani, Nazareno Strampelli, originario della maceratese Crispiero di Castelraimondo e della moglie Carlotta Parisani, che ha sostenuto e alimentato l’impegno del genetista e agronomo, fra cui nello studio dell’ibridazione, quasi rivoluzionario per le conoscenze dell’epoca. “Dove cresceva una spiga di grano ne fece crescere due”, è leggibile all’esterno della casa di Strampelli a Crispiero di Castelraimondo, dove era nato alla fine di maggio del 1866.
L’importante è stato anche il contributo offerto da Carlotta Parisani, alla quale nel 1905 è stato dedicato un tipo di incrocio ad elevata elasticità dei fusti e a maggiore produttività. Sono stati promotori di uno sconvolgimento agrario, verde, che ha portato il nostro Paese a conquistare l’autosufficienza nella raccolta di cereali e la leadership nella produzione e nel consumo, ancora attuale, di pasta di grano duro.
Un passo avanti di Carlotta Parisani nell’impegno professionale, forse anche di più a quei tempi per una donna, che, proprio nel ricordare i 150 anni dalla nascita, l’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e l’ENEA, attraverso il braccio operativo della Divisione di Biotecnologie e Agroindustria, ha celebrato con un paio di iniziative internazionali: l’istituzione del ‘Carlotta Award’, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e l’organizzazione di un convegno, ‘Wheats&Women’, ad indicare il rapporto di studio, applicazione, agricolo e alimentare fra il genere femminile e i frumenti. Il riconoscimento è stato assegnato alla giovane russa di San Pietroburgo Ksenia Krasileva, al momento impegnata nell’inglese Norwich Research Park, con un passato e spera anche un futuro professionale nella California degli Stati Uniti, per l’originalità dell’approfondimento scientifico sul tema, ‘Wheat genonics and immunity’, in pratica sulla genomica e sull’immunità dei cereali. L’attività della premiata era stata riconosciuta anche dalla Commissione Europea. Il podio del Premio è stato completato da un paio di menzioni speciali per la studiosa del CREA, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria Anna Maria Mastrangelo e per l’inglese dell’Università di Nottingham Julie King. Complessivamente all’esame del Comitato Scientifico sono arrivati 27 lavori da undici nazioni di tre continenti. Alla consegna dei premi era presente anche la nipote di Carlotta Parisani. A Ksenia Krasileva è andato anche un riconoscimento da parte di Cerealia, il Festival dei Cereali, l’annuale manifestazione conclusa nei giorni scorsi, che ha visto ospite d’onore la Repubblica di Malta con La Valletta, Capitale Europea della Cultura 2018 e con un emblematico filo conduttore sul tema, ‘L’acqua e la terra. Sostenibilità ambientale e sicurezza sociale’.
Ad aprire la serie degli interventi per approfondire le varie fasi degli studi da parte dei team internazionali nella suggestiva sala Guglielmo Marconi’ del CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, è stata la biologa Emilia Chiancone, presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, dall’intenso periodo di insegnamento, fra cui all’Università ‘La Sapienza’ e iscritta nella prestigiosa Enciclopedia Treccani. È stata anche alla guida dell’Istituto di Biologia e Patologia Molecolare del CNR e si è occupata, in particolare, del rapporto fra struttura e funzione delle proteine. L’Accademia,
che ha attualmente il riferimento nella capitale a Villa Torlonia, è stata fondata nel 1782 e solo nel 1979 è diventata delle Scienze detta dei Quaranta.
L’ENEA, fra gli altri, era rappresentato dal responsabile della Divisione di Biotecnologia e Agroindustria Massimo Iannetta e da Patrizia Galeffi, che ha coordinato le illustrazioni degli intervenuti nella prima delle quattro sessioni previste dall’articolato e approfondito programma. Relatori internazionali di università, istituiti e laboratori impegnati nell’innovazione anche con il sostegno della tecnologia applicata in ogni passaggio produttivo, dal seme agli interventi sui campi, dalla raccolta alla trasformazione in farine fino a quella della produzione delle varie tipologie e specialità di pasta e anche di pane.
In un recente incontro fra operatori ed esperti del settore è stato rilevato che nelle ultime due stagioni la produzione mondiale è complessivamente stabile come quantità, però mostra oscillazioni, anche in modo evidente, all’interno, fra le varie aree del pianeta terracqueo e novità sono registrate nell’ampliamento dell’estensione coltivabile in territori impensabili fino a qualche anno fa, come quelli nordafricani.
I ricercatori hanno rivolto l’attenzione soprattutto sui possibili nuovi scenari climatici caratterizzati dalla riduzione della disponibilità d’acqua e dal futuro aumento della popolazione mondiale. Da una parte il rischio fondato di carenza idrica e dall’altra una possibile e probabile maggiore richiesta di alimenti. E al primo posto ci sono proprio le farine.
Prima della conclusione della conferenza ‘Wheats&Women’ arricchita da una trentina di interventi di esperienze raccolte, fra l’altro, in Croazia, Germania, Israele, Italia e Tunisia, il direttore Roberto Lorenzetti ha ricordato che nell’Archivio di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di Rieti sono conservati gran parte degli interessanti documenti della coppia di ricercatori italiana.

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