Più che pensare a nuove costruzioni sarebbe utile riqualificare il grande patrimonio esistente per essere sfruttato nel migliore dei modi. Al bando il consumo di territorio e la realizzazione di costruzioni. Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio all’ordine del giorno la rigenerazione urbana per un ‘Rinascimento Roma’, una città da “rimettere in ordine” attraverso un piano “strategico anche per far ripartire l’economia e un settore, quello edile, particolarmente devastato dalla crisi”, ha rilevato Marcello De Vito, responsabile dell’andamento dei lavori dell’aula Giulio Cesare. Rilevante l’emorragia negli ultimi anni di posti di lavoro e di chiusura dell’attività delle ditte del settore. De Vito ha anche sottolineato che è necessario “disegnare la città con interventi a favore della sostenibilità, dell’ambiente e della mobilità”. Intanto continuano “le indagini sulle autorizzazioni delle concessioni edilizie”. Lo sguardo deve essere rivolto alle strutture abbandonate, dismesse. E, poi, creare le condizioni anche per “eventuali investimenti di imprenditori non italiani”. All’incontro, promosso in collaborazione con Johnson Controls e ASPESI, l’Associazione tra le Società di Promozione e Sviluppo Immobiliare, hanno preso parte, fra gli altri, il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa e l’assessore comunale all’Urbanistica Luca Montuori. Gli interventi sono stati coordinati dal presidente nazionale dell’Associazione Federico Filippo Oriana e conclusi da Paolo Buzzetti, in passato guida dell’ANCE, la struttura che rappresenta i Costruttori Edili italiani. Recupero degli spazi urbani e riqualificazione degli immobili con la partecipazione e il coinvolgimento di ogni protagonista, compresi gli immobiliaristi, che chiedono, in particolare, incentivi fiscali, affitti a canoni agevolati e interventi decisi sull’illegalità, come le occupazioni abusive. L’assessore Montuori, oltre a ricordare le costruzioni realizzate fuori dall’allora inesistente Piano Regolatore, ha invitato alla trasformazione del patrimonio pubblico attraverso l’incontro di interesse “con i privati”. Inevitabile, quindi, controllare lo sviluppo nelle aree della capitale da rigenerare evitando realizzazioni dove poi intervenire con infrastrutture e servizi. Al convegno hanno partecipato alcuni professionisti ed esperti delle categorie interessate: architetti, avvocati, geometri e ingegneri. Riflessioni dal CNGeGL, il Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati, che ricordano come a Roma le costruzioni risalgono al periodo fra la fine dell’Ottocento e il Novecento, al Dopoguerra e al periodo del boom economico degli anni Sessanta. Immobili tirati su con i materiali dell’epoca, anche di recupero e senza la sensibilità cresciuta nel tempo e l’attuale tecnologia. La prima normativa antisismica è la numero 64 del 1974. Per questo motivo, intanto, sarebbero fondamentali, per sostenere l’intero settore, interventi di risanamento energetico e di sicurezza rispettando le norme antisismiche. Operazioni immobiliari mirate al recupero e alla riqualificazione territoriale, che hanno la capacità di avviare in tempi brevi una consistente ripresa socio-economica di una città metropolitana come Roma.
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