In Europa gli infortuni sul lavoro sono stati 217 milioni, oltre 3 milioni le vittime per grandi incidenti, 4 mila fatali e irreparabili. Scenari altamente allarmanti. A leggere i dati dell’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, le spese relative a questa situazione ammontano annualmente a 476 miliardi di euro, il 3,3% del Prodotto Interno Lordo dell’Unione. Nel nostro Paese gli infortuni sono 641.345; 1.104 le vittime relative a incidenti e 16 mila 557 le malattie professionali. Dati relativi al 2016, che riguardano la giornata di approfondimento ‘Memory Safe: la cultura della sicurezza’, che ha visto la collaborazione di istituzioni pubbliche, parti sociali, docenti, alunni e comunicatori. L’appuntamento è stato arricchito da uno studio che ha visto coinvolti esperti del settore coordinati da Flaminio Galli, direttore generale di INDIRE, l’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa. Alla ricerca, ‘Memory Safe: la cultura della sicurezza entra nella scuola italiana’, hanno portato l’apporto Fausto Benedetti, che ha curato l’iniziativa, coordinata da Federico Longo e Concetta Russo e con il contributo di Francesco Caprino, Letizia Cinganotto, Cristina Coccimiglio, Patrizia Garista, Francesca Maiorana, Raimonda M. Morana, Vanessa Palmiero, Alessandra Re, Concetta Russo, Eniko Toway, Francesco Vettori e Cristina Zampini. Ai progetti hanno collaborato Anna Maria Ciaraffo, Enrico Cavarischia, Valerio Giangrande e Maria Giulia Spriano. Ogni anno in Europa sono ancora numerosi gli incidenti mortali sui posti di lavoro e milioni di persone riportano seri danni alla salute. I più a rischio sono i giovani fra i 18 e i 24 anni con la maggior probabilità, sul 50%, ad essere coinvolti in un incidente rispetto ai colleghi esperti e una esposizione rilevante a malattie professionali. La medicina del lavoro risale intorno al 1700 per intuizione di Bernardino Ramazzini, laureato e particolarmente accurato e sensibile per quel tempo. Lo spunto era arrivato osservando e parlando con un operatore del pozzo nero. La Commissione Europea ha elaborato un piano strategico in materia di salute sicurezza sul posto di lavoro 2014-2020, anche dopo le confortanti strategie dal 2002 al 2006 e dal 2007 al 2012, ben consapevole della situazione non ancora del tutto positiva. Nella promozione della cultura della salute e della sicurezza gli studenti sono equiparati ai lavoratori dipendenti con diritti e doveri, per cui devono ricevere informazioni e formazione e adeguate istruzioni su quel che potrebbe risultare episodio fatale. Quello scolastico è attivamente un ambiente dove convivono vecchie e nuove tecnologie. Importante l’aspetto relativo alla prevenzione. Lo studio è stato racchiuso in quattro capitoli riguardanti i ‘Nuclei fondanti, le ragioni seminali della sicurezza’; ‘La sicurezza, regole e prassi’; ‘Sicurezza e pratiche didattiche’ e ‘I luoghi e gli spazi ‘. Al confronto, promosso all’Acquario Romano, erano presenti, fra gli altri, Flaminio Galli, direttore generale di INDIRE; Franco Bettoni, presidente dell’ANMIL; Fabio Pontrandolfi, dell’Area Lavoro e Welfare della Confindustria; Giovanni Boda, responsabile del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio e Michele Lepore, docente di Diritto della Sicurezza sul Lavoro all’università romana del’La Sapienza’. I progetti, sostenuti dal Ministero del Lavoro, sono stati 41.173 elaborati delle scuole coinvolte, 2.175 le classi, 43.483 gli alunni e 3.127 i docenti.
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