Quadriportico d’Ottavia

Spogliato da ponteggi e sostegni il monumento ricostruito da Augusto e dedicato alla sorella

Dopo una quindicina d’anni torna alla vista e alla visita il Portico d’Ottavia. Completata la terza e decisiva fase degli interventi, che ancora non sono definitivi. Il più, comunque, è fatto, come ha ammesso il sovrintendente Claudio Parisi Presicce.
Ventiquattro mesi, praticamente, per rinsaldare le strutture e offrire alla capitale l’ennesimo storico monumento. I lavori sono stati complicati e delicati, modificati dall’iniziale progetto di interventi di alta ingegneria per evitare danneggiamenti anche irreparabili alla struttura del quartiere ebraico. Interventi, comunque, che non hanno appesantito la spesa complessiva destinata alla RTIICEM, con la ditta Carlo Usai vincitrice della gara d’appalto per 456 mila 242 euro, centesimo più centesimo meno.
L’ultima parte per una completa riabilitazione dovrebbe scattare poco dopo l’inizio del nuovo anno. Ancora qualche mese per vedere uno scenario diverso, quello definitivo, orizzontale terreno compreso. Via finalmente gli addobbi, ponteggi e sostegni di quel che resta del complesso monumentale, che ha visto coinvolti un team di professionisti, archeologi, architetti e ingegneri. Dal gennaio del 2016 hanno monitorato e consolidato, passo dopo passo, la stabilità delle strutture esistenti.
Gli interventi sono stati suddivisi in quattro fasi. La prima ha riguardato l’analisi e la verifica della stabilità del complesso con la relativa installazione di un ponteggio sulla facciata interna del Portico. Poi l’interesse dei tecnici è salito verso le altre facciate, che potevano perdere parti importanti con interventi anche di estrema urgenza di pre-consolidamento e, quindi, alla terza, il complesso è stato alleggerito dagli artificiali, ma necessari orpelli. Nei secoli è stato più volte danneggiato e rimaneggiato. In questa occasione una concreta collaborazione è arrivata dalle conoscenze tecnologiche. Pulitura, consolidamento degli intonaci e degli affreschi. Ripiegata in parte leggibili l’iscrizione dedicatoria di Settimio Severo e parte delle pitture trecentesche. Totale, 600 metri/quadrati di superficie di 10 metri/quadrati di affresco.
Il complesso del Portico d’Ottavia davanti al Circo Flaminio, dal 221 avanti Cristo realizzato per accogliere cortei e parate trionfali, praticamente l’area del Ghetto, fu ricostruito da Augusto fra il 27 e il 23 avanti Cristo al posto della più antica struttura costruita da Cecilio Metello molti anni prima, nel 146 avanti Cristo. L’Imperatore aveva pensato di dedicare il complesso alla sorella Ottavia. Altri interventi anni dopo, nel 203, per disposizione di Settimio Severo, a causa di un incendio divampato nel 191. A questo periodo risalgono alcune delle realizzazioni arrivate fino ai giorni nostri.
Un quadriportico con una base rettangolare da 119 metri, una parte e 132 metri l’altra, che ospitava un paio di templi, di Giunone Regina e Giove Statore; altrettante biblioteche, greca e latina; uno spazio per le pubbliche relazioni e riunioni; la Curia Octaviae. Praticamente era anche un museo a cielo aperto, in quanto erano presenti numerose opere d’arte, fra cui la Turma Alexandri, il complesso statuario di bronzo di Lisippo raffigurante Alessandro Magno e i cavalieri. Al centro il propileo di accesso e ai lati il colonnato. In età tardoantica e medievale spazi porticati sono utilizzati per la vendita di prodotti ittici, diventata ben presto la Pescheria, principale mercato cittadino, operativo fino alla soglie del Novecento.
Nel 1555 il Papa Paolo IV ha disposto la costruzione del Claustro degli ebrei, il Ghetto, di cui il propileo costituiva uno dei limiti. Alla fine dell’Ottocento risalgono i lavori per l’isolamento del monumento. A partire dalla fine dell’VIII secolo e fino al XII, XIII secolo il settore frontale della chiesa risulta occupato da un’area cimiteriale con decine di sepolture. In seguito, anche per importanti interventi, le due colonne frontali dalla fine del Duecento sono state sostituite da un grande arco in mattoni, che anticipava l’ingresso della chiesa.
Alla rinascita del Portico erano presenti il vertice dell’amministrazione comunale monocolore pentastellata rappresentato da Virginia Raggi e Luca Bergamo; il presidente del Primo Municipio, quello di Roma Centro, Sabrina Alfonsi; il sovrintendente Claudio Parisi Presicce e dalla guida della Comunità Ebraica nella capitale Ruth Dureghello.

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