Ciclovie e Bike Sharing

Conferenza ‘VeloCittà’ in Campidoglio con le esperienze di alcune realtà europee e il PUMS di Roma

Nomentana, Prenestina, Tuscolana. In rigido ordine alfabetico. Sono le tre strade interessate dalla creazione di nuove piste ciclabili protette proposte dall’amministrazione monocolore pentastellata di Roma Capitale. Sono inserite nel PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. I percorsi saranno realizzati anche nella popolosa e popolata periferia e, praticamente, riguardano il cosiddetto GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette, pronto ad essere chiuso e completato.
Una, per 5 chilometri e 600 metri, inizia da Porta Maggiore, viaggia sulla via Prenestina fino a incrociare via Palmiro Togliatti per ricongiungersi all’esistente nell’area centrale. La perpendicolare arriva fino a Cinecittà, sulla Tuscolana dove apparirà l’altra corsia per 2 chilometri e 200 metri. Nella zona intersecherà via Marco Fulvio Nobiliore, dove è stata già disegnata un’altra fettuccia per le due ruote. 3 chilometri e 600 metri per collegare pedalando Porta Pia fino alla zona di Montesacro, al Parco delle Valli, sfiorando Villa Torlonia, Villa Blanc e Villa Leopardi. Sulla via Nomentana, fra l’altro, saranno piantati 54 alberi lungo la nuova strada ciclabile, la cui larghezza oscillerà fra i 150 e i 250 centimetri.
Il piano del Campidoglio è stato ufficializzato dall’assessore alla Città in Movimento Linda Meleo, che ha ricordato “lo spostamento quotidiano a Roma di quasi 3 milioni di persone e di altri 2 milioni fra pendolari e turisti. Quasi la metà utilizza il mezzo privato, il 30% quello pubblico, il 15% molto e scooter, il 6% va a piedi e solo un misero 2% effettua spostamenti a pedali”. I non esaltanti dati sono stati illustrati nel corso della seconda Conferenza Internazionale ‘VeloCittà’ promossa nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, a cui hanno preso parte amministratori pubblici, esperti ed osservatori del settore in arrivo da alcuni paesi europei. Sono sufficienti tre iniziative di altrettanti città del Vecchio Continente per minimizzare ogni possibile facile entusiasmo di Roma, che deve ingigantire anche l’aspetto culturale e soprattutto le infrastrutture.
L’ambasciatore dei Paesi Bassi in Italia Joep Wijnands, che rivela di spostarsi anca Roma in bicicletta, ribadisce “lo stile di vita nazionale ormai acquisito e radicato in un Paese comunque senza
grandi sbalzi altimetrici”. Ad Amsterdam sono quasi duecentomila le rastrelliere disponibili per la maggior parte dei cittadini impegnati nel miglioramento fisico ed economico. Solo il 24% degli spostamenti avviene sulle quattroruote motorizzate”. La trasformazione alle abitudini, ha ricordato il diplomatico, è iniziata anni Settanta con “pazienza e investimenti”. Wijnands, cresciuto e poi ritornato da ambasciatore a Roma, ha sottolineato come l’immobile diplomatico di via Michele Mercati è stato illuminato di rosa dalla Philips per la prima vittoria di un ciclista olandese al Giro d’Italia, Tom Dumoulin.
Due ruote personali con una spesa minima annuale, ma anche bike sharing. Il raffronto più impietoso, da impallidire, arriva da Parigi. Catherine Baratti-Elbaz, sindaco del XII Arrondissement e presidente di Autolib ‘Vélib’ Métropole, ha annunciato la nuova fase, che partirà all’inizio del 2018. Riguarderà 68 centri grandi e piccoli intorno alla capitale francese. A disposizione 25 mila bici, 1.200 stazioni, in grado di occupare 320 persone. La prima mezzora rimane gratuita. Anno-dopo-anno gli utenti continuano ad aumentare al contrario dell’utilizzo delle auto
nell’area metropolitana. Nel 2016 sono stati contati 104 mila spostamenti per una media a viaggio di 16 minuti. 300 mila abbonati al servizio di tutte le età, comunque a preferenza maschile. Le difficoltà incontrate in terra di Francia sono comuni e riguardano il vandalismo e la distribuzione in alcuni casi poco omogenea delle bici. Le spese sono state ammortizzate finora dalle casse della municipalità parigina. Dal 2018 il contributo dovrebbe arrivare anche dalle altre città. Le nuove bici a disposizione saranno più leggere, ma maggiormente resistenti e con sistemi di antifurto. Possibilità di spostamenti alternativi e complementari con gli altri mezzi pubblici di trasporto dell’area della capitale francese.
Sistema di bike sharing in modo sperimentale per sei mesi riuscito anche nell’inglese Manchester. Metà anno totalmente gratuiti per l’amministrazione pubblica e totalmente a carico di chi gestiva il servizio, che, a questo punto, dovrà essere regolarizzato con un’intesa con la società privata e la realizzazione di alcune necessarie infrastrutture, come ha riferito nell’intervento romano Chris Paul.
A Parigi gli attuali 700 chilometri potrebbero essere raddoppiati nel prossimo triennio.
Altre cifre.
Altra realtà. In Italia i costi potrebbero essere ammortizzati con la pubblicità, ma, comunque, i numeri da affrontare sono decisamente di dimensioni ridotte.
 A Roma togliere le auto dal centro cittadino potrebbe essere complicato viste anche le presenze e gli immobili istituzionali, diplomatici e di rappresentanza.
Intanto, come ha rilevato Paolo Gandolfo della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, a tre anni dall’iniziale proposta, è stata approvata dall’aula di Montecitorio la legge sulla Mobilità Ciclistica, anche per varare un piano nazionale di vie dedicate e riservate alle due ruote con pedalata più o meno assistita.

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