L’olio italiano

A VeronaFiere dal 2 al 4 marzo II ‘Sol2Expo’ con protagonista l’extravergine di oliva. Presenti i produttori di tredici regioni della nostra penisola e gli operatori interessati di una trentina di paesi

“Il consumo complessivo di olio d’oliva ha ormai superato il limite dei 3 milioni di tonnellate allargando la platea dei consumatori a mercati emergenti in Asia e in Sud America, ma, contemporaneamente, nel nostro Paese le difficoltà sono emerse nel livello produttivo” ha sottolineato Federico Bricolo, presidente di VeronaFiere, che ospiterà dal 2 al 4 marzo il ventinovesimo appuntamento con ‘Sol2Expo’. Per la prima volta, comunque, l’ormai tradizionale rassegna splenderà autonomamente dopo il prevedibile distacco da ‘Vinitaly’.
Il programma dell’iniziativa è stato illustrato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che prevede, fra l’altro, la partecipazione di una trentina di operatori provenienti da ogni area del pianeta. Nei diecimila metri/quadrati, che raddoppiano il passato perimetro, saranno presenti i produttori di tredici regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto e alcuni anche da oltreconfine, dall’Albania, dalla Spagna, dalla Tunisia e dalla Germania per il comparto tecnologico.
Le aziende saranno affiancate da alcune sigle rappresentanti del settore come l’Italia Olivicola, l’Associazione Italiana Frantoi Oleari, la Filiera Olivicola Olearia Italiana, l’UNAPROL, i Frantoi Oleari Associati e la Fondazione EVO School. In via Venti Settembre, con il ministro Francesco Lollobrigida che ha ribadito l’importanza del “giusto prezzo”, è stato ricordato come l’olio extravergine è considerato un alimento e non più un semplice condimento e il beneficio per le persone è ormai accertato e riconosciuto da tutti, fra cui dal mondo sanitario, scientifico e accademico, tanto da essere un ingrediente fondamentale per la cosiddetta ‘dieta mediterranea’.
Denis Pantini di Nomisma ha illustrato i risultati di una ricerca su ‘La filiera dell’olio di oliva fra competitività e sostenibilità’, i ‘valori socioeconomici’, il ‘posizionamento competitivo’ e la ‘percezione del consumatore’. Intanto “il 96% degli italiani preferisce scegliere l’olio extravergine di oliva, che è ritenuto un bene sociale e irrinunciabile”, soprattutto se localnazionale. “Il 36% dei consumatori considera l’olio extravergine di oliva fra i più salutari alimenti, un po’ come le verdure, la frutta e il pesce. E l’olio è un incentivo anche per l’acquisto di lavorazioni ittiche in scatola, di offerte aromatizzanti, di patè, di prodotti spalmabili e di vegetali”. L’attenzione degli acquirenti è rivolta sull’origine Made in Italy e sulle eventuali certificazioni DOP e IGP. “Aumenta l’area destinata al biologico arrivata al 24%, quasi un/quarto del milione e 140 mila ettari coltivati. Nel 2013 era al 15%”. L’Italia è uno dei paesi leader nella produzione e conta oltre 619 mila imprese e 4.397 frantoi operativi su tutta la penisola. Migliora la qualità, ma non aumenta la quantità. Dal 2018, non è stato superato il limite delle 370 mila tonnellate. La flessione dell’offerta ha determinato un aumento dei prezzi-medi sui mercati esteri, praticamente raddoppiati nel giro di un biennio, da 5 euro e 8 centesimi al chilo a 10 euro e 12 centesimi al chilo. Il Made in Italy è richiesto almeno in 160 paesi anche se oltre il 60% dell’export è concentrato fra Germania, Francia, Canada e Giappone. Gli Stati Uniti assorbono quasi un terzo di quella parte di quantità.
Annunciati nella giornata al Ministero anche la costituzione del nuovo Osservatorio di ‘Sol2Expo’ per il monitoraggio del mercato e dei consumi in collaborazione con Nomisma e del Comitato tecnico-scientifico composto da Federico Bricolo, Donato Boscia, Riccardo Gucci, Enzo Perri, Javier Olmedo e Juan Vilar, che sarà impegnato su ricerca e innovazione.

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