Ricordati, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, gli ottant’anni dell’ANIA con la relazione della presidente Maria Bianca Farina, che ha indicato anche un bilancio sostanzialmente positivo
Ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’annuale Assemblea dell’ANIA, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, che all’Auditorium-‘Parco della Musica’ dedicato al Premio Oscar Ennio Morricone, ha festeggiato gli ottant’anni di attività. A celebrare l’importante avvenimento è stata la presidente Maria Bianca Farina, che nella relazione ha ricordato come “il Paese era in macerie e Roma era stata liberata solo all’inizio dell’estate di quel drammatico 1944, la guerra era lontana dall’essere conclusa e la liberazione non era stata ancora raggiunta. In quel momento, con una straordinaria capacità di prospettiva, alcuni rappresentanti delle maggiori compagnie fondarono, il 31 agosto del 1944, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici”. L’ANIA. Appunto. “Da subito” sono riuscite ad “accompagnare e ad accelerare in modo strutturato la ricostruzione e poi il rilancio dell’Italia, in parallelo al cammino del Paese nell’integrazione europea. Un sistema che ha dato una prospettiva di crescita del settore e di sviluppo per l’intera” penisola.
All’appuntamento romano, oltre al Capo dello Stato, erano presenti la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, il responsabile dell’assemblea di Montecitorio Lorenzo Fontana, il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani. Alcuni messaggi sono arrivati dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e da quella del Consiglio Giorgia Meloni e dai ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. E, proprio Giorgetti, in particolare, ha affrontato il tema della sanità e di altre iniziative integrative e della regolamentazione fiscale per il settore dei lavoratori autonomi. Urso, invece, ha soffermato l’attenzione, fra l’altro, sulle frodi soprattutto nel comparto automobilistico, sull’opportunità di estensione delle polizze assicurative sulle catastrofi naturali e sulla possibilità di presenza e di concorrenza della realtà italiane anche oltre il confine, eventualmente attraverso “SACE, i Servizi Assicurativi del Commercio Estero”.
Maria Bianca Farina ha evidenziato “la solidità” del settore “nel difficile biennio 2022-2023 caratterizzato dalla sorprendente fiammata inflazionistica, dal rapidissimo rialzo degli interessi e da una crescita moderata”. È stata anche superata “la crisi di una singola compagnia con un intervento congiunto” e collaborativo “senza ricorrere a fondi pubblici” e, comunque, garantendo “gli impegni con gli assicurati”.
Nel 2023 è stato registrato “un volume complessivo di premi di 130 miliardi di euro”, che, praticamente, confermano l’andamento dell’anno precedente anche se la raccolta del comparto ‘Vita’ ha segnato una riduzione del 3,5%. Gli investimenti hanno sfiorato i 960 miliardi di euro, di cui quasi 250 miliardi di euro in titoli di Stato italiani.
Sulle strade ed autostrade della nostra penisola circolano quasi 44 milioni di veicoli immatricolati in Italia, i cui titolari lo scorso anno per le coperture assicurative hanno versato 13 miliardi e 400 milioni di euro. La media nazionale degli incidenti è sul 5%, -1,8% rispetto al 2022, anche se il peso del risarcimento è aumentato del 2,1% per i veicoli danneggiati, per le lesioni fisiche e per le indennità ai parenti delle vittime. Sette le regioni che hanno superato la media nazionale: Campania, Lazio, Sicilia, Liguria, Toscana, Sardegna e Lombardia. In fondo alla non invidiabile graduatoria è attestato il Friuli-Venezia Giulia con il 3,6%. Nonostante sia obbligatoria la polizza sulle auto, secondo alcuni dati, sarebbero quasi due milioni i veicoli che circolano senza alcuna tutela assicurativa. In costante lievitazione il numero dei furti di autoveicoli: +23,6% nell’ultimo triennio, come dire 84.733, con la Campania, il Lazio, la Puglia e la Sicilia a contendersi il podio. 23.474, 14.494, 12.734 e 12.278, rispettivamente, le auto ‘sparite’ ai legittimi proprietari. Una decina di milioni sono le quattroruote assicurate oltre l’obbligatorietà, praticamente una su tre. Furto, ma anche incendio, atti vandalici, eventi atmosferici e danneggiamento di cristalli sono le maggiori richieste. Da rilevare anche l’opzione ‘Kasko’ per sanare i propri danni da collisione causata.
“Il cambiamento climatico è una sfida cruciale” viste le “catastrofi naturali sempre più estreme, frequenti e distruttive che mettono a rischio un numero sempre maggiore di persone e beni”. Sui bilanci il gravio è evidente, in quanto nel 2023 le “assicurazioni nel mondo hanno pagato quasi 100 miliardi di euro, in Italia oltre 6 miliardi di euro, di cui 5 miliardi e 500 milioni di euro per gli eventi atmosferici e 800 milioni di euro per le alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana”. L’European Insurance and Occupational Pensions Authority, l’EIOPA, ha stimato che nel Vecchio Continente solo il 25% delle perdite collegate alle catastrofi climatiche sono assicurate. “In Italia solo il 6% delle abitazioni è salvaguardato contro i rischi di alluvioni e terremoti e il 4% delle piccole e medie imprese”. Apprezzata e “decisiva l’iniziativa del Governo di introdurre per tutte le imprese l’obbligo di copertura contro i danni catastrofali”.
Auto, abitazioni, strutture per l’occupazione, cambiamenti climatici e rischi idrogeologici, ma all’appello mancano la sanità e il benessere quotidiano alla persona, soprattutto la propria. Maria Bianca Farina ha ribadito che “l’invecchiamento della popolazione è l’altro grande fenomeno comune a tutti i paesi dell’Unione ed è stato importante che il G7 a guida italiana abbia indicato nella dichiarazione finale questa come una delle questioni decisive del nostro tempo. Una popolazione che presenta nuovi e maggiori bisogni di protezione ai rischi collegati all’età. Da una ricerca emerge che oltre un/terzo non risparmia a sufficienza per la vecchiaia”. E il settore assicurativo sarebbe in grado “di offrire un contributo e anche sulle necessità sanitarie e assistenziali”. Le compagnie possono sostenere non la costruzione di “un welfare privato riservato solo a chi” è nelle condizioni economiche favorevoli, ma un’iniziativa “inclusiva e orientata alla prevenzione e all’invecchiamento attivo per tutti con una partnership fra pubblico e privato”. Sull’argomento l’ANIA ha trovato la sostanziale sponda nel ministro Giorgetti. “Le forme sanitarie interattive fra fondi, casse sanitarie, società di mutuo soccorso e polizze assicurative, coinvolgono quasi 16 milioni di assicurati, ma i 5 miliardi di euro di premi e contributi sono ancora evidentemente contenuti rispetto agli almeno 40 miliardi di euro direttamente spesi dai cittadini per i farmaci e per le prestazioni sanitarie”.
Le compagnie “assicurative, quindi, possono diventare rilevanti protagoniste di ecosistemi centrali come quello della salute, della casa e della mobilità”. Intanto le imprese hanno adottato le nuove tecnologie “per una riduzione dei costi e per migliorare la qualità del lavoro e del valore aggiunto dei propri dipendenti”, che sarebbero quasi 47 mila, un livello “stabile” rispetto agli altri settori del panorama professionale. Confermato lo slogan efficacemente indicativo, ‘AllontANIAmo i rischi, rimANIAmo protetti’.