L’eleganza di ‘Kaiser’ Franz

Calcio in lutto per la scomparsa di Beckenbauer, un assoluto fuoriclasse, che ha inventato il ruolo di ‘difensocampista’. Ha vinto tutti i trofei in campo e in panchina con il Bayern Monaco e la Germania. Due volte Pallone d’Oro

Aveva 78 anni Franz Anton Beckenbauer, bandiera e monumento del Bayern Monaco e della Germania Occidentale e poi di quella unificata, scomparso nei primi giorni del nuovo anno. Il 2024 ha registrato già il primo lutto nel panorama calcistico. ‘Kaiser’ Franz era nato l’11 dicembre del 1945 a Monaco di Baviera. È stato un protagonista assoluto del calcio mondiale, il miglior difensore centrale di tutti i tempi, anche se considerare Beckenbauer un ‘semplice’ guardiano della propria area è estremamente riduttivo. Beckenbauer, che aveva iniziato come centrocampista, aveva una tecnica sopraffina, un’eleganza unica, il carisma innato, la leadership riconosciuta, il rispetto anche da parte degli avversari, il senso della posizione straordinario e una visione di gioco brillante. All’attuale predisposizione tattica sarebbe stato ideale, il perfetto interprete della cosiddetta ‘costruzione dal basso’ con i centrali della retroguardia o, addirittura, partendo dai piedi del portiere. È stato uno strepitoso ‘difensocampista’.
Franz Beckenbauer ha vinto praticamente tutte le competizioni e alzato ogni trofeo, in campo da calciatore di club e della nazionale tedesca e dalla panchina, come responsabile tecnico del Bayern e della Germania. È stato il primo difensore a ricevere per due volte il prestigioso Pallone d’Oro, nel 1972 e nel 1976. Nel dicembre del 2020 è stato inserito nel team del Pallone d’Oro come miglior difensore che, almeno finora, abbia calcato i campi di calcio. È passato alla storia quel 4 a 3 nella semifinale della Coppa ‘Jules Rimet’, in Messico nel 1970, fra l’Italia e la Germania, con Beckenbauer nei tempi supplementari stoicamente in gioco con il braccio ‘steccato’ sul petto per un malanno alla spalla.
Da protagonista negli stadi Beckenbauer è stato dal 1959 al 1977 al Bayern Monaco, periodo nelle giovanili compreso. È sceso in campo in 433 occasioni realizzando 60 reti. Dal 1977 al 1980 ha varcato l’Oceano per giocare nel nascente calcio americano con i Cosmos di New York. Esperienza replicata nel 1983 dopo essere tornato nella Bundesliga con la maglia dell’Amburgo. Al di là dell’Atlantico Beckenbauer ha disputato complessivamente 105 partite totalizzando 19 gol. Con l’Amburgo le apparizioni sono state 28, senza reti. In nazionale ha collezionato 103 presenze segnando 14 gol.
Dalla panchina ‘Kaiser’ Franz ha guidato dal 1984 al 1990 la Germania, poi l’Olympique Marsiglia e il Bayern Monaco.
Nella luminosa carriera da calciatore ha collezionato con il Bayern Monaco un poker di campionati, altrettanti trofei nazionali, una Coppa delle Coppe, tre dei Campioni e un’Intercontinentale. Un titolo anche con l’Amburgo e tre in nordamerica con i Cosmos di New York. Con la nazionale un Mondiale nel 1974, nella sua terra; un secondo posto in Inghilterra nel 1966 e il gradino più basso del podio in Messico nel 1970. Due le partecipazioni all’Europeo e altrettanti le finali: una vinta, in Belgio nel 1972 e l’altra sfuggita in Jugoslavia nel 1976.
Prestigiosa e produttiva anche la carriera in panchina da dove seguiva l’evoluzione delle partite, per quegli anni, originalmente in piedi. Titolo mondiale conquistato all”Olimpico’ di Roma nel 1990 e una finale persa contro l’Argentina di Diego Armando Maradona quattro anni prima, nel 1986 in Messico. E, sempre da allenatore, ha guidato il Bayern Monaco al titolo nella stagione 1993/94 e al successo nella Coppa UEFA nel 1995/96. Dal 2009 era presidente onorario del ‘suo’ Bayern Monaco. Beckenbauer, in compagnia del brasiliano Mario Zagallo e del francese Didier Deschamps, è riuscito nell’impresa di vincere il Mondiale sia da calciatore che da Commissario Tecnico delle rispettive nazionali.
Beckenbauer, che ha reinventato il ruolo e la funzione, da centrocampista a dirigere la difesa diventando un valore aggiunto per l’inizio delle azioni, ha avuto cinque figli, fra cui Stephan, l’unico calciatore professionista, scomparso nel 2015. È stato presidente del Comitato Organizzatore del Campionato del Mondo del 2006, quello vinto dall’Italia di Marcello Lippi.

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