Tamberi salta in alto

Quattro medaglie conquistate dagli azzurri al Mondiale di atletica leggera. Conferme dalla 4×100 maschile, da Antonella Palmisano e da Leonardo Fabbri

Un titolo, un paio di medaglie d’argento e un terzo posto. La spedizione azzurra al Mondiale di atletica leggera, disputato dal 19 al 27 agosto sulle piste e sulle pedane del nuovo impianto di Budapest, conta quattro podi, ma anche “tredici finalisti con ventidue atleti diversi, viste le quattro staffette qualificate”, ha precisato il Direttore Tecnico Antonio La Torre al calar del sipario. “All’ Olimpiade di Rio de Janeiro solo il 30% degli atleti riusciva a superare il primo turno, adesso il dato è invertito, in quanto a Budapest abbiamo raggiunto il 70% di qualificati”. L’Italia ha chiuso all’ottavo posto nella classifica a punti, al pari di Australia e di Olanda e alla tredicesima casella nel medagliere, con la doppia leadership conquistata dagli Stati Uniti. Quattro medaglie come ad Edmonton nel 2001, anche se di colorazione e valore diverso. Allora la coppia era stata di bronzo. La copertina appartiene di diritto a Gianmarco ‘Gimbo’ Tamberi, 31 anni, da Civitanova Marche, capitano della nazionale e vero e proprio trascinatore, che è riuscito a completare l’album dei titoli e dei trofei. Ha collezionato, nel salto in alto, l’alloro olimpico, la corona mondiale indoor e, in Ungheria, anche quella a cielo aperto, un paio di ore all’Europeo e altrettanti al coperto, oltre a una decina di tricolori. Con 236 centimetri scavalcati ‘Half shave’ ha sbaragliato la temibile concorrenza ed è salito sul tetto del Mondo e, più di qualcuno, propone il prestigioso ruolo di ‘Portabandiera’ ai Giochi dei cinque cerchi multicolorati di Parigi del prossimo anno. “La personalità, la verve e il personaggio di Tamberi supera il perimetro dell’atletica leggera, della singola disciplina sportiva, un po’ come è stato per Alberto Tomba e Valentino Rossi”, ha rilevato il presidente federale Stefano Mei. Tamberi campione olimpico e mondiale, la staffetta maschile della 4×100 prima a Tokyo e argento al ‘Centro Nazionale di Atletica Leggera’ di Budapest, costruito per l’occasione nel programma di recupero dell’ex zona industriale Vituki a Ferencvaros. Roberto Rigali, Lamont Marcell Jacobs, Lorenzo Patta e Filippo Tortu sono stati superati sul traguardo solo dagli Stati Uniti, ma hanno preceduto l’ambiziosa Giamaica e la Gran Bretagna. Argento. Sfiorata l’accoppiata con Tamberi, ma la staffetta eguaglia, dopo quarant’anni, l’edizione di Helsinki del 1983 quando il quartetto era composto da Stefano Tilli, Carlo Simionato, Pierfrancesco Pavoni e Pietro Mennea. Il secondo piazzamento di vicecampione del Mondo è di Leonardo Fabbri nel getto del peso. Il ventiseienne lanciatore toscano, che era stato protagonista all’ultimo Golden Gala di Firenze, è stato superato solo dal primatista mondiale, l’americano Ryan Crouser. Fabbri, con 22 metri e 34 centimetri, ha preceduto l’altro americano Joe Kovacs. Medagliato nel peso trentasei anni dopo Alessandro Andrei, a Roma nel 1987. Il bronzo è stato conquistato dall’olimpionica Antonella Palmisano nella 20 chilometri di marcia, che, finalmente, ha superato ogni guaio in grado di condizionare la preparazione delle gare. Notizie confortanti sono arrivate da tutte le staffette, quattro su cinque in finale. Solo la 4×400 mista non ha centrato l’obiettivo con Lorenzo Benati, Ayomide Folorunso, sesta nei 400 metri ad ostacoli, Riccardo Meli e Alice Mangione. Ai piedi del podio, con limite nazionale ritoccato, la 4×100 femminile con Zaynab Dosso, Dalia Kaddari, Anna Bongiorni e Alessia Pavese. In finale le due 4×400, che hanno ottenuto il settimo posto, comunque utile per la classifica a punti. Una era formata da Edoardo Scotti, Riccardo Meli, Lorenzo Benati e Davide Re. In batteria aveva gareggiato Alessandro Sibilio, che poi era impegnato nella prova individuale. L’altra ha avuto l’impegno di Alice Mangione, Anna Polinari, Alessandra Bonora e Giancarla Trevisan, che con 3’23” e 86 hanno fissato il nuovo record italiano anche con l’apporto di Ayomide Folorunso in prima frazione. Nella maratona maschile Daniele Meucci ha chiuso al decimo posto e Yohanes Chiappinelli all’undicesimo e, in quella femminile, Giovanna Epis è stata classificata dodicesima. Nei 5000 metri Nadia Battocletti ha raggiunto la finale, come Sara Fantini nel lancio del martello, sesta con 73 metri e 85 centimetri. Primato personale per Elisa Molinarolo con 4 metri e 65 centimetri nel salto con l’asta e prima volta in una finale mondiale per una italiana. 5 metri e 75 centimetri per l’astista Claudio Stecchi nella finale di Budapest. Un risultato migliore, probabilmente, era atteso da un paio di giovanissimi in considerazione dei risultati ottenuti alla vigilia del Mondiale. Nel salto in lungo Larissa Iachipino veniva da un tris consecutivobdi successi nelle prove di Diamond League e il diciottenne Mattia Furlani aveva mostrato grandi potenzialità nelle categorie giovanili. Finale nel triplo per Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro e per la mezzofondista Ludovica Cavalli. A Budapest, fra gli oltre 2.000 atleti in rappresentanza di quasi 200 bandiere, gli azzurri erano 78. Il prossimo Mondiale è in programma nel 2025 a Tokyo. La nuova struttura sportiva da 35 mila spettatori ha un rivestimento italiano sulla pista e sulle pedane, Mondotrack WS, già utilizzato a Rio de Janeiro e a Tokyo e considerato dagli esperti particolarmente elastico alle sollecitazioni degli atleti.

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