Pelé…, O Rei!

Addio a Edson Arantes do Nascimento. Aveva 82 anni. Ha vinto, fra l’altro, tre volte la Coppa ‘Rimet’ di calcio e segnato quasi 1.300 gol

 

Un atleta per rapidità, velocità, potenza ed elevazione con tanto di sospensione a invertire la gravità terrestre. Un calciatore formidabile, capace di vorticose e fulminanti azioni, spettacolari e straordinarie realizzazioni. Un campione. Edson Arantes do Nascimento, ben noto come Pelé che si è spento all”Albert Einstein’ Israelite Hospital di San Paolo lo scorso 29 dicembre a 82 anni, è riuscito, fra l’altro, a resuscitare un’intera nazione sportiva, il Brasile, dopo l’onta patita al ‘Maracanà’ il 16 luglio del 1950 dall’Uruguay. Fino ad allora la patria del ‘calcio-samba’ non era riuscita a conquistare una sola Coppa ‘Jules Rimet’, l’attuale Mondiale di calcio. La Coupe du Monde de Football Association aveva consumato la prima edizione nel 1930 in Uruguay replicando ogni quadriennio. Nel 1946 il torneo e il relativo trofeo è stato dedicato a Jules Rimet dirigente e presidente della FIFA, che fra l’altro aveva promosso e organizzato la manifestazione per nazionali.
Lo sconforto, la disperazione, l’umiliazione, il ‘suicidio’ calcistico del ‘Maracanazo’ è stato cancellato nel ‘breve’ giro e spazio di quattro edizioni, con un tris strepitoso di successi per portare definitivamente nel paese sudamericano il trofeo. Chi vinceva per tre volte, anche non consecutivamente la kermesse mondiale, diventava possessore definitivo della ‘Rimet’. A neanche diciott’anni è salito sul tetto del pianeta, nel 1958, in Svezia, in cui stabilisce impressionanti primati con strabilianti esibizioni e pirotecniche evoluzioni negli stadi scandinavi. A 17 anni e 249 giorni è il più giovane trionfatore e goleador in una finale mondiale e con una doppietta come per aver segnato a 17 anni e 239 giorni l’1 a 0 in Brasile-Galles.
La replica quattro anni dopo, nel 1962, in Cile. Un passaggio a vuoto nel 1966 in Inghilterra dove è particolarmente ‘ ‘curato’ dagli avversari, ma il successo definitivo della ‘Rimet’ è ormai imminente. Nel 1970 sull’altura di Città del Messico al cospetto di un’Italia sfibrata dalla semifinale contro la Germania e superata per 4 a 1. Formidabile il gol del vantaggio con un colpo di testa di Pelé attraverso un fenomenale decollo verticale alle spalle di un frastornato Tarcisio Burgnich. E così è diventato anche l’unico calciatore ad aver trionfato in tre appuntamenti del Mondiale.
Pelé, O Rei del calcio e dei record: 1.281 gol realizzati, di cui 589 nei vari campionati e 7 negli impegni di Coppa Intercontinentale. Era originario dello Stato di San Paolo essendo nato a Tres Cora¢oes il 23 ottobre del 1940. Le qualità del figlio di un ex calciatore, Joao Ramos do Nascimento, conosciuto come Dondinho, erano state ben notate da Waldemar de Brito dell’Atletico Clube di Bauru. Quando de Brito, con un passato da attaccante nel Botafogo e nel Flamengo e componente della Sele¢ao al Mondiale italiano del 1934, è stato trasferito al Santos è anche riuscito a coinvolgere quel giovane, che nel 1956, non ancora sedicenne, ha sottoscritto il primo contratto da professionista. Tutta la carriera con la casacca bianca del Santos fino al 1974, poi lo sbarco negli Stati Uniti dove il calcio era ancora semisconosciuto e erano alla ricerca di testimonial dall’importante pedigree anche se a fine carriera. A New York, per un biennio con i Cosmos, è impegnato in un campionato ancora pioneristico, fra l’altro altro in squadra con Franz Beckenbauer e Giorgio Chinaglia, rispettivamente pluridecorato con il Bayern Monaco e la Germania e il centravanti della Lazio, tricolore in Italia e nazionale all’insoddisfacente Mondiale tedesco del 1974.
Con il Santos Pelé ha vinto una ventina di campionati fra statali e nazionali, sei trofei nazionali e cinque Libertadores. Trionfi, due, anche nell’Intercontinentale. Nella carriera ha incrociato squadre italiane, oltre alla nazionale azzurra a Città del Messico nella finale della ‘Rimet’, fra cui il Milan, anche nell’Intercontinentale e il Bologna nel corso di una tournée nel Nord America. Tutte le società europee con maggiori possibilità economiche e visibilità hanno cercato di ingaggiare Pelé, che forse sarebbe riuscito a vincere ancora più trofei, comprese le italiane Inter di Angelo Moratti, Juventus degli Agnelli e Milan di Andrea Rizzoli. Alcune voci, addirittura, ipotizzano un contratto siglato nel 1958 con l’Inter, poi stracciato per la prevedibile rivolta dei sostenitori del Santos.
Pelé star un campo e negli stadi, Pelé protagonista anche sul grande schermo. Attore in un film di John Huston, ‘Fuga per la vittoria’. Indimenticabile la rovesciata per determinare il risultato finale. Sul set, nel 1981, gli attori veri Michael Cane e Sylvester Stallone, “il peggior portiere conosciuto” e gli altri sportivi Bobby Moore e Osvaldo Ardiles, rispettivamente capitano dell’Inghilterra vittoriosa della ‘Rimet’ nel 1966 e Mondiale con l’Argentina nel 1978.
I problemi sanitari per Pelé sono iniziati nel 2021. A settembre era stato operato al colon, poi ripetute sessioni di chemioterapia. Nei primi mesi del 2022 il peggioramento delle condizioni. A dare l’annuncio della scomparsa è stata Kely Cristina, la figlia. La prima di sette. La centenaria madre Celeste non sarebbe stata aggiornata sulla situazione. Tre giorni di lutto sono stati programmati nel paese sudamericano, di cui Pelé era stato anche Ministro dello Sport con la presidenza Lula. Un po’ di più per il Santos. I tifosi hanno fissato il ritrovo allo stadio ‘Urbano Caldeira’, noto anche come Vila Belmiro. Bandiere a mezz’asta per la perdita di un autentico fuoriclasse, per il quale il Santos, probabilmente, ritirerà la maglia numero 10. È stata indossata da O Rei. Del calcio.

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